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Le Opinioni

Amavo il tennis, ed i miei genitori mi iscrivevano ai migliori tornei. Ma verso i diciassette/diciotto anni in seguito ad una sconfitta ad un torneo importante...

Amavo il tennis, ma verso i diciassette/diciotto anni iniziai a drogarmi. CUFRAD OPINIONI ESPERIENZE TESTIMONIANZE. LA MIA OPINIONE SUL CUFRAD, LA MIA ESPERIENZA AL CUFRAD, LA MIA TESTIMONIANZA SUL CUFRAD. DROGA ALCOL ALCOLISMO TOSSICODIPENDENZA FAMIGLIA.

Amavo il tennis, ed i miei genitori mi iscrivevano ai migliori tornei. Ma verso i diciassette/diciotto anni in seguito ad una sconfitta ad un torneo importante...

Con i miei genitori ho sempre avuto un buon rapporto. Da bambina ho trascorso molto tempo con la tata, perché loro lavoravano, ma questo non ci ha impedito di essere una famiglia unita.
Dell'adolescenza conservo ricordi stupendi, andavo molto d'accordo sia con mia madre, sia con mio padre.
Amavo il tennis, e loro facevano di tutto per assecondare questa mia passione: mi iscrivevano ai migliori tornei, e mio padre passava con me molte ore al giorno, per insegnarmi tutto quello che sapeva. Mi pagava anche costose lezioni individuali per migliorare, mi sentivo veramente coccolata.
Tutto cambiò verso i diciassette/diciotto anni quando in seguito ad una sconfitta ad un torneo importante abbandonai completamente lo sport.
Presi a frequentare una compagnia di persone che abusavano di alcol e sostanze stupefacenti, e mi allontanai dalla famiglia. Cominciai a rincasare tardi alla sera e presto ad abusare io stessa.
A tutta prima i miei genitori non si accorsero di niente, in quel periodo non c'era molto dialogo tra noi, gli unici appunti che mi facevano riguardavano il fatto che non approvavano il mio stile di vita sempre più sregolato. Inoltre nel frattempo avevo cominciato a lavorare, e questo contribuiva a farmi sentire autonoma e a non badare a quello che loro pensavano di me.
Quando poi venni ricoverata la prima volta, il primario parlò con loro, gli spiegò ogni cosa della mia tossicodipendenza, oramai conclamata, e solo da quel momento le cose cambiarono: loro cercarono maggiormente il dialogo con me, cominciammo a capirci. Quel dialogo costruttivo continua tutt'ora.
Per quanto riguarda gli amici le cose sono andate molto diversamente.
Fare uso di sostanze stupefacenti è un ottimo volano per le relazioni interpersonali, e in effetti lo è stato anche per me: mi ha garantito, almeno inizialmente, di avere molte persone vicino, di non essere mai sola. Con le persone con cui ci si droga ci si sente uniti, complici, è davvero bello. A quel tempo, tra l'altro, avevo sempre belle macchine e tanti soldi in tasca, insomma, nella mia cerchia di amici ero molto popolare.
Ma questo è durato poco, perché tanto più io diventavo schiava della sostanza, tanto più i miei amici si allontanavano da me. Così ad un certo punto mi trovai sola con la mia voglia smisurata di abusare.
Anche per quanto riguarda il lavoro, le sostanze stupefacenti e l'alcol sono stati un limite e un ostacolo.
Il mio superiore e i miei colleghi hanno sempre saputo ogni cosa della mia tossicodipendenza e mi hanno sempre aiutata: mi giustificavano quando non mi recavo al lavoro, mi mantenevano il posto anche durante i periodi di ricovero, insomma mi sono stati più amici i miei colleghi dei veri amici. Una volta mi hanno addirittura accompagnata al Ser.T. Tutto questo, però, è durato fino a quando c'è stato il vecchio direttore. Quando è arrivato il nuovo direttore non ne ha più voluto sapere: mi ha fatto togliere l'idoneità per praticare. Ora sono in aspettativa, ma quando tornerò dovrò cambiare mansione.
Certamente sarà dura dover fare vedere a tutti che le mie dipendenze sono state più forti di me.