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Le Opinioni

Dimmi con chi vai... e ti dirò... A me è capitato proprio che...

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Dimmi con chi vai... e ti dirò... A me è capitato proprio che...

Mi chiamo G. ed attualmente ho 53 anni.
Ho trascorso un'infanzia molto felice.
A scuola ero molto bravo... infatti, uscivo sempre con il massimo dei voti.
Vincevo spesso delle borse di studio e dei viaggi a scopo didattico.
Tutti mi dicevano che sarei arrivato molto in alto.

A seguito della morte di mio padre, avvenuta nei miei primi anni universitari, dovetti abbandonare gli studi.
Da quel momento vissi l'impatto con la realtà, diversa da quella scolastica, in modo molto duro.

Essendo di carattere timido e chiuso, non riuscivo ad aprirmi agli altri, non mi piaceva il gioco di squadra e preferivo sport individuali come la corsa o il nuoto, dove ero solo io a vincere, proprio come a scuola.

Un giorno incontrai un amico che poi divenne il mio socio in affari e da lui imparai ad aprirmi e a comunicare con gli altri.
Da quel momento diventammo due persone inseparabili, nonostante le altre persone mi dicessero di stare attento e che un giorno mi sarei pentito di questo legame.
Nonostante ciò, io decisi di non ascoltare queste persone e insieme a lui lavorai giorno e notte, realizzando così il mio sogno, ovvero quello di costruire un'impresa edile, attraverso la quale potevo assumere, licenziare e giudicare gli ingegneri.
Infatti il mio sogno era quello di diventare ingegnere, abbandonato nel momento in cui lasciai l'università.
Attraverso l'impresa ero io quello superiore e questo mi faceva sentire al massimo della felicità. Ma tutti continuavano a dirmi di stare attento al mio socio.
Prima di iniziare qualsiasi lavoro, gli chiedevo un consulto. Anche se alcune volte si nascondeva, io sapevo sempre dove trovarlo.
Grazie ai suoi consigli, sparivano in me le paure di iniziare dei nuovi lavori e poi insieme festeggiavamo l'esito positivo di questi.
Ma tutti mi continuavano a dire di stare attento al mio socio.
Trascorsi insieme a lui molti anni della mia vita, condividendo sia i momenti felici che infelici, fino a quando,un giorno, mi accorsi che mi stava tradendo.
Una notte, mentre rientravamo a casa, lui mi abbandonò sull'uscio, con la testa insanguinata e facendomi quasi morire di freddo.
Il giorno dopo, lui è tornato da me ed io l'ho perdonato.
Ormai la mia vita era diventata incontrollabile, dipendevo da lui, nell'anima e nel corpo.
Si stava prendendo la mia vita e le mie cose più care. Da socio ero diventato dipendente.
Da quel momento mi accorsi che tutti avevano ragione, infatti iniziai ad allontanarlo, ma lui ritornava sempre.
Cercavo di sfidarlo, ma vinceva lui. Allora ho intrapreso un altro cammino, capendo che dovevo evitarlo perché lui si trovava quasi in ogni posto...