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Le Opinioni

Ho passato la mia infanzia in collegio... a 18 anni tentai il suicidio... mio padre era in carcere... Io cominciai a bere, bevevo sempre e questo suppliva alla mia carenza sia affettiva che sociale. Qui riesco a sorridere e a vivere senza bere

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Ho passato la mia infanzia in collegio... a 18 anni tentai il suicidio... mio padre era in carcere... Io cominciai a bere, bevevo sempre e questo suppliva alla mia carenza sia affettiva che sociale. Qui riesco a sorridere e  a vivere senza bere

Ho passato la mia infanzia in collegio, sia le elementari che le medie. Le superiori non le ho fatte.
La mia famiglia è composta da me, mio padre, mia madre e mia sorella, ma non vedo mia sorella da moltissimo tempo.
Quando avevo 18 anni tentai il suicidio perché non riuscivo ad inserirmi nella società. Non avevo amici; ero solo e depresso e mia madre con il suo convivente non mi capivano e mio padre era in carcere. Inoltre mio padre aveva passato già molto tempo in un manicomio perché non ricordava più niente.
Mia madre era casalinga, i miei genitori non erano in grado di occuparsi di me e mia sorella. Fu allora che intervenne il mio tutore da Cuneo e trovò una casa per me e mia sorella e riuscì a trovare anche un lavoro.
Tuttavia non riuscivo comunque ad essere contento perché mi mancava sempre qualcosa.
Tempo dopo mi trasferii a Cuneo e li trovai ciò che mi mancava, cioè amici, la ragazza e un lavoro.
Ma poi, col tempo sentivo che tutto ciò non era sufficiente e cominciai a bere. Prima solo al sabato sera, poi ogni volta che mi si presentava l'occasione. In questo modo persi la casa, così tornai a Torino da mio padre e fu così che cominciò la mia vita da alcolista. Bevevo sempre e questo suppliva sia alla mia carenza affettiva che sociale.
Più tardi mio padre morì e io continuai a bere senza ritegno.
Un bel giorno mi presentai al Ser.T. che mi indirizzò in questa comunità dove sono tutt'ora.
Al CUFRAD ho imparato che si può vivere anche senza alcol e con l'aiuto degli operatori, dei volontari e con i metodi di cura che sono previsti, riesco a sorridere e a vivere senza bere.
Ogni tanto ho ancora delle crisi depressive, ma riesco a combattere con la mia forza di volontà e con l'aiuto dei compagni che sono in comunità. Loro possono capirmi perché hanno problemi analoghi ai miei.