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Le Opinioni

Ricercare il centro di se stessi ... è faticoso, ma necessario affinché le scelte, prima che dalla logica della mente, passino dal cuore, dall'incontro reale con l'altro che profuma di solidarietà.

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Ricercare il centro di se stessi ... è faticoso, ma necessario affinché le scelte, prima che dalla logica della mente, passino dal cuore, dall'incontro reale con l'altro che profuma di solidarietà.

Non ho la pretesa di raccogliere tutti i momenti importanti della mia vita.
Osservo e rifletto quanto la dipendenza abbia segnato le mie scelte.
Non solo dipendenza da sostanze, ma anche da comportamenti, dalla schiavitù da me stessa, da difese malate, dal mio egocentrismo, dai pregiudizi, dalla paura di incontrare l'altro.
Ricercare il centro di se stessi, custodito nella profondità del proprio cuore a costo di svelare le cose più nascoste, talora spietate, difficili da accettare e da raccontare, è faticoso, ma necessario affinché le scelte, prima che dalla logica della mente, passino dal cuore, dall'incontro reale con l'altro che profuma di solidarietà.

Non ho risposte certe, forse solo tante domande che accompagnano il desiderio di ritrovarmi in un futuro dove, finalmente, io possa essere protagonista della mia vita.
La mia è una di quelle storie che si svolgono spesso inosservate, talora pungenti, che cercano di fuggire dalle convenzioni, dagli stupidi egoismi, ma anche dalla paura di amare con il rischio che la vita si trasformi in un contenitore vuoto piuttosto che pieno di contenuti.
A volte proviamo ad urlare nella disperazione di un silenzio che soffoca.
Ricominciare vuol dire imparare ad ascoltare le melodie della vita, rinascere liberi, non arrendersi agli sbagli, continuare a cercare la verità dove batte il cuore per essere testimoni di un amore che ha un senso, che vive se esce dagli schemi se ci permettiamo di cercarlo negli altri e con gli altri per poterlo donare nella gioia di sentirci vivi, oltre ad ogni male.

A quindici anni volevo fare l'avvocato degli emarginati e dei barboni spinta dall'innocente sogno di essere benefattrice di quei testimoni dell'umanità, che ogni giorno affrontano l'avventura della sopravvivenza oltre ogni convenzione sociale, ogni logica del profitto.

Provengo da una famiglia stimata, medio-borghese, cosa di cui a volte vado fiera e altre volte mi vergogno: ritengo la mia condizione sociale fortuita e sono attratta, ma anche impaurita, da tutto ciò che rappresenta il diverso.

Crescendo, l'amore per gli emarginati dalla società lascia spazio alla compassione: due forze che alcune volte si attraggono, ma che, più spesso, si respingono. Nella compassione, più semplicemente nel buonismo, la vita dell'altro rimane esterna, accostata alla mia, senza coinvolgimento.

L'indifferenza prende il posto del sentimento, la superficialità della conoscenza.
L'amore per me stessa inizia lentamente a spegnersi.
Per ritrovarlo ho distrutto il mio orgoglio personale e sociale, vivendo, di fatto, la condizione di emarginata, facendomi prendere dal mio stesso male e dal male degli altri. Ho scelto di provare a cambiare.

Oggi, in questo mio percorso comunitario e di preghiera al CUFRAD, cerco di posizionare i ricordi della mia vita come i frammenti di un mosaico, cerco di dare significato al mio passato, condividendo questo cammino con altre persone dipendenti da sostanze.

Siamo insieme ventiquattro ore al giorno e per ventiquattro ore siamo messi in discussione gli uni dagli altri in uno scambio reciproco di fatica, di dolore, ma anche di speranza e di amore.
Amore nei gesti, amore per la vita nella nostra consapevole fragilità.
Insieme affrontiamo la dipendenza che ha riempito il nostro vuoto e che ci ha tolto la libertà di scegliere.
Insieme affrontiamo la fatica di vivere ogni nostra scelta senza subirla. Non sempre è facile. L'incontro con Dio nella parola e nella preghiera risveglia una semplice, ma autentica spiritualità per la vita, dà pienezza alla mia esistenza, significato alle mie scelte quotidiane.
"Fuori" tutto scorre in fretta tra gli scenari di una nuova epoca buia e qualunquista non certo incoraggiante.
Noi abbiamo l'opportunità di fermarci ed ascoltare questo silenzio carico di musica e di contenuti, che insieme ci aiuta a cambiare perché la nostra voce non sia più un urlo nel deserto, ma testimone delle nostre scelte.
Noi abbiamo l'opportunità di vivere il tempo dell'attesa carico di sogni del nostro domani. Abbraccio l'oggi con amore e il futuro con speranza.
Nel silenzio, la sofferenza aiuta il dialogo tra cuore e mente fino al suono di una dolce melodia; solo allora diveniamo consapevoli di questo nostro vivere.