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Le Opinioni

Un consiglio a chi si trova nella mia condizione: non guardate all'arrivo in comunità come ad una sconfitta ma come al punto di partenza per ritrovare voi stessi.

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Un consiglio a chi si trova nella mia condizione: non guardate all'arrivo in comunità come ad una sconfitta ma come al punto di partenza per ritrovare voi stessi.

Ho trentacinque anni, la mia dipendenza da alcol è iniziata molto tempo fa.
A seguito di un lutto in famiglia ho attraversato un lungo periodo di depressione. All'inizio ho affrontato la malattia con l'utilizzo di psicofarmaci, successivamente ho cominciato ad assumere alcol in dosi sempre più consistenti per anestetizzarmi. L'utilizzare continuamente alcol mi ha fatto presto perdere il contatto con la realtà, rendendomi a poco a poco incapace di vedere le conseguenze di quello che facevo. Mi sono ritrovato in carcere dove per un lungo periodo ho continuato ad assumere alcolici e psicofarmaci per evadere, almeno mentalmente.
Ad un certo punto la mia famiglia mi ha dato un grosso scossone affinchè mi riprendessi, cercassi di uscire dal tunnel in cui io stesso mi ero cacciato. Mi è stata offerta la possibilità di venire affidato in comunità, dove avrei potuto curare la mia dipendenza. Qui al CUFRAD effettivamente ho iniziato a vivere in maniera più autentica, lontano dall'alcol. Con l'aiuto degli psicologi e degli psichiatri che mi seguono ho potuto eliminare gli psicofarmaci e cominciare ad avere un rapporto più vivido anche con i miei familiari. Durante la terapia di gruppo e i colloqui, lavoro per risolvere il mio malessere, per conoscermi meglio e imparare ad affrontare i momenti di difficoltà. Ho la possibilità di tenermi in forma anche fisicamente con le attività di manutenzione e la palestra all'interno del Centro.
Sento di poter dare un consiglio a tutte le persone che si trovano nella mia condizione precedente: non guardate all'arrivo in comunità come ad un punto di sconfitta, bensì come al punto di partenza per ritrovare voi stessi.