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Le Opinioni

Un giorno pensai bene di uscire fuori di casa e comprarmi una dose di cocaina .... Cominciai ad usarla sporadicamente, poi giorno dopo giorno capivo che per venti minuti mi sentivo bene ma, finito l’effetto...

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Un giorno pensai bene di uscire fuori di casa e comprarmi una dose di cocaina .... Cominciai ad usarla sporadicamente, poi giorno dopo giorno capivo che per venti minuti mi sentivo bene ma, finito l’effetto...

Salve a tutti, sono E., ho 44 anni e sono padre di una bambina di 8. La mia famiglia è composta da quattro persone: mio padre, mia madre, io e mio fratello più piccolo di due anni.
Lavoravo come responsabile di un reparto di verniciatura presso un'azienda leader al mondo di yacht e barche prestigiose.
Nel 2005, dopo la nascita di mia figlia, cominciarono i mie guai: mi separai da mia moglie.
Nel 2009 persi il lavoro e mi vidi morire tra le braccia mia madre.
Seguì un periodo di forte depressione e un giorno pensai bene di uscire fuori di casa e comprarmi una dose di cocaina, perché convinto che potesse farmi stare meglio.
Cominciai ad usarla sporadicamente, poi giorno dopo giorno capivo che per venti minuti mi sentivo bene ma, finito l'effetto, il mondo mi crollava addosso.
Decisi allora di farmi aiutare facendomi ricoverare in una clinica per una permanenza di sei mesi.
Al termine di questo periodo, il mio psichiatra, che mi aveva preso a cuore, mi propose di andare in una Comunità specializzata.
Lì per lì fui titubante, solo la parola "Comunità" mi faceva paura. Non accettai subito, ma riflettendo attentamente andai infine dal mio psichiatra dicendogli che avrei accettato la sua proposta.
Approdai quindi al CUFRAD e fui inserito in un gruppo di cura, uno dei tanti che c'erano.
Giorno per giorno osservavo i miei compagni che si confrontavano con i loro vissuti che erano simili al mio. Così decisi di mettermi in gioco anch'io e con l'aiuto delle mie operatrici e referenti riuscii ad esprimere meglio il mio malessere e confrontandomi con i miei compagni iniziai a comprendere tutte le mie fragilità, il mio senso di fallimento e la mia autostima soppressa.
Allora cominciai a lavorare scegliendo un percorso corretto ed i risultati furono eccellenti, fino al punto da diventare una delle colonne portanti del gruppo.
Ad oggi ringrazio le mie operatrici che hanno creduto in me dandomi fiducia al punto da riassaporare la mia autostima ed una vita più serena; inoltre mi hanno permesso di immagazzinare le regole giuste, così da essere anche di aiuto ai miei compagni.
Ringrazio il CUFRAD che mi ha reso di nuovo un uomo, un padre e un figlio.
Ora vorrei consigliare a tutte le persone che hanno avuto dei vissuti come i miei di farsi aiutare, senza timore e senza vergogna di niente.