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Alcol, giovani e diritto alla protezione dei minori italiani: parla Emanuele Scafato

Alcol, giovani e diritto alla protezione dei minori italiani: parla Emanuele Scafato

Alcol, giovani e diritto alla protezione dei minori italiani

La legge tutela il diritto dei più piccoli a una vita protetta dall'alcol, ma le violazioni sono quotidiane. Serve un impegno deciso da parte dello Stato per arginare la prima causa di morte tra i giovani

La legge 125/2001 tutela il diritto di bambini e adolescenti a una vita familiare e sociale protetta dalle conseguenze dell'alcol. La Charter Europea afferma che tutti i bambini e gli adolescenti hanno diritto a essere protetti dalle pressioni al bere. Il mancato rispetto al divieto di vendita e somministrazione a giovani sotto l’età minima legale di 18 anni, pur attivo in Italia, è stato già documentato in numerosi rapporti acquisiti dalla Commissione Europea. Oltre che oggetto di presentazione nelle sedi istituzionali comunitarie e di comunicazione scientifica nei più rilevanti ambiti degli eventi europei di riferimento. 

Uno dei documenti di riferimento in cui sono state ricomprese le evidenze raccolte sulla minaccia rappresentata dall’alcol per i giovani in tutta Europa - «An overview of the market for alcoholic beverages of potentially particular appeal to minors» -  ha ispirato la riflessione partita tra i Governi europei oltre un anno fa nel corso di un «High Level Committee» a Bruxelles, in cui è stata ribadita la necessità di porre estrema attenzione al fenomeno alcol e minori. La situazione descritta per l’Italia non è ovviamente isolata ed è proprio in virtù di numerose evidenze scientifiche prevalentemente derivanti dai lavori di ricerca dei progetti europei che la Commissione europea e gli Stati membri hanno concordato e adottato un piano di azione sul bere dei giovani e sul bere episodico in maniera eccessiva (causa del «binge drinking»). Le evidenze e le azioni richiamate nel piano sono state individuate e proposte per l’Italia dall’Istituto Superiore di Sanità che, attraverso le competenze dell’ONA-CNESPS, ha contribuito a condividere i dati epidemiologici elaborati, e che il Ministro della salute trasmette nella Relazione annuale prevista dalla Legge 125/2001. Attività che richiedono, come richiamato nel piano d’azione, sostegno in termini di risorse che oggi in Italia, a differenza di altre Nazioni, non risultano assicurate e a forte rischio se non adeguatamente formalizzate e finanziate, ad esempio attraverso il piano nazionale per la prevenzione, e i conseguenti piani regionali.

Per concordare evidenze, azioni e strategie sul bere dei giovani i rappresentanti dei Governo attivi nel Cnapa (Committee on National Alcohol Policy and Action), il comitato formale che si riunisce in Lussemburgo per dirimere le questioni specifiche, ha impegnato oltre un anno per produrre un documento, un Piano d’azione sul bere dei giovani e sul «binge drinking», che richiama tutti i Governi a considerare sei aree di azioni prioritarie:

  • ridurre il consumo eccessivo episodico «binge drinking»
  • ridurre l’accesso e la disponibilità delle bevande alcoliche ai giovani
  • ridurre l’esposizione dei giovani alla pubblicità e al marketing delle bevande alcoliche
  • ridurre il danno da alcol in gravidanza
  • assicurare un ambiente sicuro e salutare ai giovani
  • supportare il monitoraggio e incrementare la ricerca

Il Piano d’azione sul bere dei giovani e sul «binge drinking» non lascia spazi a interpretazioni e identifica chi ha il dovere di agire, come farlo, e attraverso quali azioni basate sull’evidenza. Esso sottolinea, precisa, ribadisce e rimarca che l’alcol è nocivo per lo sviluppo cerebrale sino ai 25 anni e questo è il motivo per cui il Piano d’azione si focalizza sui diversi target dei giovani a partire dai bambini, passando attraverso gli adolescenti, i maggiorenni (secondo le differenti età legali correnti nelle diverse Nazioni della Unione europea) e, non ultimi, i giovani adulti. In questa fascia ampia di età l’alcol fa registrare in tutta Europa il più elevato contributo in termini di mortalità prematura, morbilità per causa e disabilità causate dal consumo di bevande alcoliche tra i giovani. Ci sono molte azioni, iniziative, strategie, programmi da realizzare, tutti già richiamati nel documento ufficiale e richiamano all’impegno tutte le competenze idonee a sostenere e sollecitare dalle istituzioni risposte efficaci ed efficienti. 

(...omissis...)

Emanuele Scafato

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=22263

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)