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American Society of Clinical Oncology: alcolici e rischio cancro

American Society of Clinical Oncology: alcolici e rischio cancro

 

Alcolici e rischio cancro, anche l'Asco si schiera

 

L’American Society of Clinical Oncology prende posizione sul nesso tra alcol e molti tipi di tumore. E propone la sua lista di interventi di salute pubblica per limitarne il consumo

Bere alcolici aumenta le probabilità di ammalarsi di cancro: del fegato, del colon, ma anche della mammella, dell’orofaringe e della laringe. Tanto che il 5,5% dei nuovi casi di cancro nel mondo e il 5,8% delle morti sarebbero attribuibili proprio all’alcol. Il rischio è più alto se il consumo è pesante e prolungato, ma anche l’abitudine moderata al bere, o lieve addirittura, agisce sulla probabilità di ammalarsi. Sono i dati che ha recentemente diffuso l’American Society of Clinical Oncology (Asco) in una dichiarazione, con una netta presa di posizione, pubblicata sul Journal of Clinical Oncology.

Una relazione pericolosa e misconosciuta. Negli Stati Uniti il consumo di alcolici è vietato fino ai 21 anni (da noi il limite è 18), ma l'abitudine a bere è in costante aumento: negli ultimi 12 mesi è cresciuta del 4,6%. La National Cancer Opinion Survey di Asco, i cui risultati sono stati divulgati lo scorso 24 ottobre, ha rilevato che solo il 38% degli americani sta limitando l'assunzione di alcol per abbattere il rischio di ammalarsi di tumore. “La gente in genere non associa il bere birra, vino o superalcolici allo sviluppo del cancro nel corso della vita. Eppure, l’associazione tra consumo di alcol e cancro è stata chiaramente stabilita”, sottolinea Bruce Johnson, presidente di Asco in un commento. Soltanto un anno fa, a luglio 2016, Addiction pubblicava una revisione degli studi dell’ultimo decennio: gli autori concludevano che le prove sono sufficienti per affermare che l’uso eccessivo di bevande alcoliche si associa a tumori della testa-collo, del fegato, del colon, del retto e della mammella. Non solo, evidenze scientifiche sempre più numerose – aggiungevano – “suggeriscono  che l’alcol sia un fattore di rischio anche per il cancro della prostata, del pancreas, della pelle”. “Asco si unisce a un numero crescente di organizzazioni per la cura del cancro e la salute pubblica nel riconoscere che anche l'uso moderato di alcool può provocare il cancro, pertanto limitarne l'assunzione è un mezzo per prevenire la malattia”, ha aggiunto Noelle LoConte, docente di medicina all'Università del Wisconsin e autore principale della dichiarazione Asco.

Le proposte. Questa presa di posizione non ha solo lo scopo di aumentare la consapevolezza nei confronti una relazione reale tra alcol e tumori, pericolosa quanto misconosciuta. Il documento, infatti, è anche programmatico: propone interventi di salute pubblica. Per esempio, attraverso campagne di informazione, limitando i giorni e gli orari di vendita di alcolici, applicando con maggiore rigore la normativa che impedisce la vendita di alcol ai minori, aumentando le tasse sugli alcolici, limitando l’esposizione dei giovani alle pubblicità di alcolici, includendo l’alcol nei progetti strategici oncologici, sostenendo gli sforzi per impedire il pinkwashing, una strategia di marketing che utilizza simboli associati alla salute femminile (fiocchetti rosa, colore rosa, eccetera…) per vendere prodotti: anche quelli che nuocciono alla salute delle donne.

A proposito di donne. Proprio le donne sono particolarmente vulnerabili all’alcol: il rischio di sviluppare un tumore della mammella, probabilmente anche mediato della capacità della sostanza di interferire con gli ormoni sessuali, aumenta anche con un solo drink al giorno, ha ricordato LoConte. “Per quanto riguarda il cancro della mammella si sa che le donne hanno un deficit dell’ormone che metabolizza l’alcol, una condizione che le rende naturalmente più sensibili alla tossicità della sostanza. Inoltre, l’alcol è legato a un più alto rischio di sindrome metabolica e di obesità, a loro volta condizioni associate al cancro del seno”, spiega Saverio Cinieri, direttore dell’Oncologia medica e della Breast Unit dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi, e tesoriere nazionale Aiom. I forti bevitori, invece, rischiano soprattutto di sviluppare tumori del distretto testa-collo e dell’esofago: “È l’accoppiata fumo e alcol – aggiunge l'oncologo – che agisce in sinergia, a potenziare l’attività cancerogena”.

 





(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.repubblica.it/oncologia/prevenzione/2017/11/23/news/alcolici_e_rischio_cancro_anche_l_asco_si_schiera-181913203/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)