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News di Alcologia

Belluno: “Insieme per la sicurezza”

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L'alcol è la prima causa di morte sotto i 40 anni di età. Un dato inquietante, emerso nel corso del convegno "L'alcol ti porta fuori strada", organizzato a Sedico dalla Comunità Montana Valbelluna con la collaborazione del Ceis di Belluno a conclusione del progetto "Insieme per la sicurezza". «Ogni giorno in Italia avvengono 598 incidenti stradali, che causano 13 morti e 849 feriti», ha spiegato uno dei relatori, Nicola Canal, presentando i dati del rapporto Aci Istat 2009. In provincia di Belluno nel 2008 ci sono stati 582 incidenti, 17 morti, 839 feriti e l'indice di mortalità è del 2,9% (in Veneto è il 2,7%, in Italia il 2,2%). Il maggior numero di incidenti si verifica nel week-end, tra le 22 e le 6 del mattino, e sul totale dei morti sulle strade il 36% ha tra 15 e 34 anni. Tra le cause più frequenti la distrazione, il mancato rispetto delle norme e l'abuso di alcol o di sostanze stupefacenti. Vietato telefonare. Quando si è al volante, qualunque cosa distragga il guidatore dalla strada è pericolosa. «Si pensa che con l'auricolare si possa tranquillamente chiacchierare al telefono. Sbagliato», spiega Canal. «Non si viola la legge, ma ci si distrae, e la possibilità di provocare un incidente è la stessa di quando si ha un tasso alcolemico pari a 0,5, il limite consentito dalla legge». Anche il cellulare porta ad aumentare i tempi di reazione, a non rendersi conto di quello che succede intorno al proprio veicolo, a ridurre il campo visivo. «50 km/h non vuol dire andare piano». Mettere la cintura, dare la precedenza, incentivare la realizzazione delle rotatorie, che portano gli automobilisti a ridurre la velocità dei loro veicoli, sono alcune delle soluzioni proposte da Canal per prevenire gli incidenti. Ma anche rispettare i limiti, perchè «le strade sono progettate per determinate velocità. Se queste vengono superate, il rischio diventa elevatissimo». Significativo il dato aggiunto: «50 km/h sono pari a 14 metri al secondo. Se i tachimetri fossero in m/s invece che in km/h gli automobilisti si renderebbero conto dei rischi che corrono quando superano i limiti», ha concluso Canal. Se bevo non guido. L'alcol e guida, binomio mortale. L'alcol infatti compromette la capacità di guidare. «Il 40 - 50% degli incidenti stradali sono provocati dall'uso di sostanze psicoattive (alcol e droghe)», ha detto il responsabile del Dipartimento delle Dipendenze dell'Uls 1 Alfio De Sandre. «Ogni anno nel mondo 1.200.000 persone muoiono per un incidente sulla strada. Di questi, 400.000 per colpa dell'alcol». Il problema principale è che «bere è legale e socialmente accettato. Bisogna accrescere la coscienza dei rischi legati alla guida sotto l'effetto di alcol o droghe, anche riconsiderando i nostri stili di vita», ha continuato De Sandre. Già con un tasso pari a 0,2 grammi di alcol per litro di sangue, infatti, si riduce il campo visivo, si rallentano i riflessi e si tende a guidare in modo più rischioso. A 0,5 (limite legale), il tempo di reazione è raddoppiato, c'è ipersensibilità alla luce e si riducono le percezioni sensoriali. Raddoppia il rischio di fare un incidente. I giovani e l'alcol. Il consumo di alcol puro pro capite in Italia è in diminuzione (da 12,5 a 10,5 litri per anno a testa), ma nel Bellunese questo dato è più elevato rispetto alla media nazionale (è fermo sugli 11,5 - 12 litri per anni pro capite). E' inoltre in aumento il consumo tra i giovani, specie tra le ragazze, e si verifica sempre più spesso il fenomeno del Binge Drinking, ovvero il consumo di 5 o più bevande alcoliche nello spazio di due ore lontano dai pasti: lo fanno (i dati sono del 2007) il 66,7% dei ragazzi maggiorenni e il 41,7% dei minorenni (15-17 anni). Tra le ragazze sono il 39,7% delle over 18 e il 21,9% delle 15-17enni. I motivi dello sballo. Ma perchè si beve? «Perchè l'alcol è un anestetico psicologico», ha spiegato il pedagogista clinico e direttore regionale dell'Anpec Carlo Callegaro. «Dà l'idea di togliere la sensazione di dolore, fisico o psicologico. E oggi si beve perchè i ragazzi non sono stati educati a resistere al dolore». E' il famoso concetto della resilienza. Alcol, droga e ansiolitici, però, non sono la soluzione, ma un semplice palliativo. «Non è necessario bere per sentirsi felici, soddisfatti, per essere qualcuno», ha aggiunto il presidente della Cm Roberto Maraga. «L'alternativa a questo stile di vita c'è, ed è quella che punta al rispetto della vita, propria e altrui. Va recuperato il senso dello stare insieme, del divertimento sano, senza per forza cercare lo sballo».