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Birra: gli effetti collaterali che nessuno racconta

Birra: gli effetti collaterali che nessuno racconta

Birra, gli effetti collaterali che nessuno racconta

 

Ecco tutte le zone d’ombra ed i rischi per la salute della bevanda più amata dai giovani e non

Che sia la verità  o l’effetto di un ottimo marketing, fatto sta che la buona stampa della birra supera di gran lunga la cattiva stampa.
Il che significa che sono moltissime le attestazioni sugli effetti benefici della birra (alle ossa, come anti ossidante,  per il cuore)  persino dietetici (la birra non ingrassa) ma pochissime le analisi delle controindicazioni.
Ed invece ad  indagare con un po’ di attenzione non sono solo rose e fiori quelle che accompagnano  la più diffusa bevanda alcolica tra i giovani.[correlata1]
Come nasce la birra
La birra è una bevanda-alimento, che da oltre seimila anni è presente nella vita quotidiana dell’uomo.
Il successo della bevanda deriva dalle sue caratteristiche peculiari (basso tenore alcolico, gusto frizzante, senso di freschezza, potere dissetante, aspetto schiumoso, sapore amaro più o meno marcato, ecc.) nonché dagli ingredienti naturali impiegati da millenni (orzo, luppolo, lievito e acqua).
Si dice bevanda-alimento grazie alle sue proprietà nutrizionali in quanto i suoi principali componenti (acqua, alcol, anidride carbonica, carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali, antiossidanti, ecc.) forniscono sostanze utili ai fini nutrizionali ed energetici.
Tuttavia, seppur a basso tenore alcolico, va  bevuta con moderazione, mentre per determinate categorie di persone, come ad esempio guidatori, donne in gravidanza e durante l’allattamento, bambini e adolescenti, è bene evitarne l’assunzione.
Birra, dubbi ed  effetti collaterali 
Come gran parte delle bevande e soprattutto quelle alcoliche,  gli effetti collaterali dipendono dal consumo. Grandi quantità vanno evitate.
Ma a parte le cautele legate alla quantità di birra che è possibile assumere senza danni, la ricerca medica  segnala anche alcune zone d’ombra sugli effetti della birra nell’organismo a prescindere dagli eccessi nei consumi.
Alcuni ricercatori dell’Università McGill di Montreal, per esempio, hanno condotto un’indagine su circa 3.600 canadesi tra i 35 e i 70 anni e hanno scoperto che chi ha dichiarato di bere alcolici in media una volta al giorno, ha una probabilità maggiore di ammalarsi di alcuni tipi di cancro — all’esofago, allo stomaco, al colon, al pancreas, al fegato, alla prostata e ai polmoni — rispetto agli astemi e ai bevitori occasionali.

Ma quando si è trattato di indagare sulla classifica degli alcolici che possono essere associato al cancro,  gli studiosi hanno scoperto che solo la birra e i super alcolici, e non il vino, sono connessi a un maggiore rischio di tumore.

 
I dubbi sulla birra analcolica
Il vantaggio di reputazione della birra rispetto al vino ed ai superalcolici deriva proprio dalla bassa gradazione di alcool, al punto di ritenere la birra analcolica del tutto esente da controindicazioni e dunque consumabile in quantità  pressochè illimitate.
La realtà non sembra invece così.  Sussistono dubbi ed incertezze che non sono stati ancora fugati.
Per due ricercatori americani della University of Wisconsin, Food Care Department, la birra analcolica sarebbe anzi fortemente dannosa in quanto – sostengono –  “per riuscire a simulare il sapore della birra ottenuta con il metodo tradizionale, non potendo utilizzare additivi o surrogati chimici (l’utilizzo della denominazione "birra" impone regole molto restrittive) è stata modificata la mappatura genetica dei due ingredienti che, addizionati all’acqua, vengono utilizzati per la produzione della bevanda: malto e luppolo. Ma, secondo i due ricercatori,  il risultato è una bevanda che produce sull’organismo, ed in particolare sull’apparato digerente e sul cervello, danni molto gravi sui quali solo ora, pur tra innumerevoli difficoltà, si sta facendo chiarezza… etc…"
 



(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.staibene.it/birra_gli_effetti_collaterali_che_nessuno_racconta/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)