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News di Alcologia

Gli effetti dell'alcol, organo per organo

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Alcol: gli effetti su di noi organo per organo


La pericolosità dell'alcol sta nel fatto che è una sostanza bifasica: ad un primo momento, in cui, essendo il nostro cervello frastornato, proviamo euforia e riduzione della timidezza, segue una seconda fase di sonnolenza, tristezza, depressione ed incapacità del controllo psicomotorio.


La molecola dell'alcol è molto piccola e solubile in acqua: ecco perché, una volta ingerito, l'alcol viene assorbito velocemente, per semplice diffusione, senza dover sottostare ai lunghi tempi della digestione. In pratica, 15-40 minuti dopo aver bevuto, l'etanolo si ritrova immodificato nel sangue, che lo distribuisce in tutto l'organismo. Successivamente una piccola quota (3-10%) sarà eliminata, tale e quale, tramite i polmoni e i reni, la restante parte (90-97%) sarà, invece, metabolizzata prima di essere eliminata. Il fegato è l'organo che metabolizza la maggior parte dell'etanolo ingerito, trasformandolo, per ossidazione, in acetaldeide. L'acetaldeide è una sostanza molto tossica, se non si riesce a smaltirla tutta (perché si è bevuto troppo) si accumula proprio nel fegato, che quindi subirà i danni maggiori.


La velocità di eliminazione dell'alcol è di circa 0,15 grammi per litro di sangue in un ora . Ciò significa, ad esempio, che con un tasso di alcolemia di 0,60 g/l (per raggiungere il quale sono sufficienti circa due birre medie o tre bicchieri di vino) occorrono circa 4 ore per la completa eliminazione dell'alcol ingerito. Inoltre, confutando l'opinione comune, il freddo o lo sforzo fisico, un caffè forte, una doccia fredda non possono modificare o accelerare la velocità di smaltimento dell'alcol da parte del fegato.?L'alcol agisce deprimendo il sistema nervoso centrale: diminuisce cioè l'attività dei neuroni e induce tolleranza e dipendenza, analogamente ai farmaci sedativo-ipnotici (benzodiazepine come il Valium).


Capiamo insieme - più nello specifico - in che modo l'alcol agise sul nostro organismo in base alla quantità ingerita:

•Ebbrezza, euforia, sensazione di benessere, scarso autocontrollo, riduzione delle capacità di giudizio, disinibizione con espressione più marcata di alcuni aspetti del carattere (tristezza, irritabilità, socievolezza).
•Depressione del sistema nervoso centrale con mancanza di lucidità, torpore, rallentamento ideomotorio, perdita di coordinamento dei movimenti, andatura barcollante.
•Induzione del sonno con rapida alternanza tra le diverse fasi e maggior durata dello stadio profondo. Al risveglio ci si sente intontiti e, talvolta, non si ricorda ciò che è accaduto durante la sbornia.
•Depressione respiratoria con perdita di conoscenza e coma. Questa eventualità fatale dipende dalla quantità di alcol ingerita ma anche dalla tolleranza del singolo individuo.


L'utilizzo prolungato di alcol nel tempo può aumentare il rischio di sviluppare varie patologie più o meno gravi, e anche a basse dosi l'alcol accresce il rischio per alcune malattie. Secondo dati forniti dall'OMS, il consumo di 20 grammi di alcol al giorno (pari a circa 2 bicchieri di vino) determina un aumento percentuale di rischio rispetto a chi non assume bevande alcoliche:

•del 100% per la cirrosi epatica;
•del 20-30% per i tumori del cavo orale, faringe e laringe;
•del 10% per i tumori dell'esofago;
•del 14% per i tumori del fegato;
•del 10-20% per i tumori della mammella;
•del 20% per l'ictus cerebrale.
Chiaramente, all'aumentare delle quantità di alcol aumenta anche la percentuale di rischio.


Effetti sul fegato
L'organo più danneggiato dall'abuso di alcol è il fegato, poiché come abbiamo visto, è il principale deputato alla sua metabolizzazione. Con un crescendo di effetti negativi, possono quindi insorgere:

steatosi epatica o fegato grasso (importante accumulo di trigliceridi a livello epatico), condizione reversibile se l'individuo smette di bere.

Se il soggetto continua ad abusare di alcol la steatosi finisce col compromettere la funzionalità del fegato, a causa del manifestarsi di un processo infiammatorio che prende il nome di epatite alcolica.

Con il passare del tempo tale condizione può evolversi in senso negativo dando origine ad un processo fibrotico (cicatriziale), comunemente noto come cirrosi epatica. Tale malattia, assolutamente irreversibile e progressiva, può causare, anche se non necessariamente, epatocarcinoma, cioè la comparsa di un tumore al fegato.


Gli effetti sul sistema nervoso centrale e cervello
OGNI VOLTA CHE BEVIAMO VENGONO BRUCIATI 100.000 NEURONI!

Neuropatia periferica: probabilmente legata a deficienza di tiamina (vitamina B1), dato che l'alcolista tende ad alimentarsi poco e male. Si manifesta con torpore, formicolio e parestesia agli arti.

Degenerazione cerebellare: nel caso in cui la malnutrizione sia costante, si osserva una progressiva perdita dell'equilibrio nel soggetto, sia quando è fermo sia quando cammina. L'atrofia del cervelletto è chiaramente visibile effettuando una TAC o una risonanza magnetica.

Deficienze cognitive: molti alcolizzati sperimentano difficoltà di apprendimento per compromissione della memoria, sia a breve sia a lungo termine. Fortunatamente questo handicap scompare, dopo almeno un anno di astinenza, e il soggetto riacquista le sue normali facoltà mentali.

Sindromi psichiatriche: nell'alcolista possono manifestarsi depressione, ansia, allucinazioni uditive, illusioni paranoiche. Queste patologie possono persistere per diversi mesi, dopo che il paziente ha smesso di bere, e richiedono cure specifiche.


Bocca e retro bocca
ll consumo cronico di bevande alcoliche è da tempo considerato un fattore di rischio di neoplasie di testa e collo e in particolare di cavità orale e retrobocca. In un primo tempo si era ritenuto che l'alcool aumentasse il rischio d neoplasie di queste aree anatomiche solo nei fumatori, mentre oggi si sa che anche l'alcool da solo può aumentare il rischio di sviluppo di cancro. Far i meccanismi ipotizzati alla base di questo effetto dell'alcool ci sono: alterazione di struttura e funzione delle ghiandole salivari, accumulo di microorganismi nella mucosa orale, con conseguente sviluppo di infiammazione cronica. La mucosa infiammata diventa più suscettibile al danno portato dalle sostanze cancerogene, questo incrementa la proliferazione delle cellule della mucosa, con aumentata probabilità di mutazioni del loro patrimonio genetico e sviluppo di lesioni pre-cancerose e cancro.


Esofago
Il consumo cronico di bevande alcoliche sembra invece aumentare il rischio di esofago di Barrett (Kubo 2009), una lesione pre-cancerosa dell'esofago, e il tumore dell'esofago a cellule squamose (Pandeya 2009). Se studi di genetica hanno confermato interazioni fra introito cronico di alcool e sviluppo di tumori a cellule squamose, in particolare in soggetti con mutazioni genetiche che influiscono sul metabolismo dell'alcool, meno noti sono i meccanismi che correlano alcool ed esofago di Barrett. E' stato infatti osservato che, mentre un consumo elevato di bevande alcoliche aumenta il rischio di sviluppare questa condizione pre-cancerosa, un basso consumo sembra invece correlarsi ad una riduzione del rischio


Stomaco
La capacità dell'alcool di danneggiare la mucosa dello stomaco è talmente ben conosciuta che molti modelli sperimentali di danno gastrico usano proprio l'etanolo. L'introito di elevate quantità di alcool provoca un danno alla mucosa come conseguenza di una incapacità dei fisiologici meccanismi di difesa di proteggere il rivestimento interno dello stomaco. L'assunzione di una grande quantità di bevande alcoliche in una singola occasione può provocare invece una gastrite acuta emorragica, patologia grave e di difficile risoluzione.


Intestino tenue
L'effetto più pericoloso dell'alcool sull'intestino tenue consiste in un danno alla struttura della mucosa ed alle funzioni di assorbimento che provocano un aumentato transito di tossine, prodotte dai batteri presenti nell'intestino, che, una volta assorbite, possono arrivare al fegato e determinarvi uno stato di infiammazione. Ma le enterotossine, prima di arrivare al fegato inducono una risposta infiammatoria anche nella parete dell'intestino stesso.


Colon, sigma, retto
Da tempo ricerche epidemiologiche hanno confermato il ruolo dell'alcool come fattore patogenetico del cancro del colon. Sono stati individuati anche meccanismi che correlano l'introduzione cronica di bevande alcoliche e lo sviluppo di tale condizione. La produzione di elevate quantità di acetaldeide, un prodotto della metabolizzazione dell'alcool, la liberazione di radicali liberi e altri meccanismi possono favorire lo sviluppo di cancro del colon.


Pancreas
La pancreatite alcolica è una delle più gravi conseguenze del consumo cronico di alcool insieme alla cirrosi epatica. L'alcool sviluppa un danno dose-dipendente sul pancreas, cioè il rischio di sviluppare la pancreatite aumenta proporzionalmente alle dosi ed alla frequenza del consumo. L'assunzione cronica di almeno 30 gr di alcool al giorno aumenta il rischio di cancro del pancreas (Genkinger 2009). Il rischio di sviluppare un cancro del pancreas, per i consumatori abituali di bevande alcooliche, è così elevato che alcuni autori hanno ribadito di recente che la promozione dell'assunzione di bevande alcoliche finalizzata alla prevenzione del rischio coronarico non è giustificata da un bilancio globale rischio/beneficio.


Gli effetti sul sistema cardiovascolare
Piccole quantità di alcol causano vasodilatazione periferica e diminuzione della forza di contrazione del cuore, in pratica un lieve abbassamento della pressione arteriosa seguito, per compensazione, da un incremento di ritmo (tachicardia) e gittata cardiache. Inoltre, un consumo moderato di etanolo assicura un benefico effetto sull'apparato cardiovascolare, sembra, infatti, aumentare i livelli di colesterolo HDL. Negli alcolisti, invece, si ha incremento della pressione arteriosa con possibile comparsa di aritmie, insufficienza cardiaca e vasculopatie cerebrali.


Gli effetti sul sistema genito-urinario
L'alcol a piccole dosi aumenta, nei maschi, la pulsione sessuale ma diminuisce parallelamente la capacità di erezione. Negli alcolisti cronici, talvolta, si osserva atrofia testicolare irreversibile con conseguente sterilità; impotenza e ginecomastia (ingrossamento delle ghiandole mammarie). Le donne alcolizzate, invece, possono andare in contro ad amenorrea (interruzione del ciclo mestruale), sterilità e aborti spontanei.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)