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News di Alcologia

Ho cominciato con gli amici così, tanto per provare...

Ho cominciato con gli amici così, tanto per provare...

Ho cominciato con gli amici così, tanto per provare, ma poi ci abbiamo preso gusto. Mi piaceva l'avventura, la vita rischiosa, la trasgressione. La mia compagna faceva uso di eroina anche in gravidanza, e la bimba è nata con dei problemi...

 

Mi chiamo W. e ho 44 anni. Attualmente mi trovo in questa Struttura per un problema di dipendenza dall'alcol, ma la mia storia inizia da più lontano.

Ho iniziato a 15 anni a far uso di cannabinoidi insieme ad alcuni miei amici: le prime volte che ho usato cannabis mi girava la testa, ma poi mi sono abituato e mi piaceva l'effetto euforizzante che mi dava.
Ho continuato a fumare per tanto tempo e avrei pure continuato a farlo ancora, se economicamente avessi potuto permettermi di acquistare sia quella che l'eroina, conosciuta per la prima volta durante il militare e poi usata con regolarità dai 21 anni.
Ho usato la droga con lo stesso gruppo di amici del mio quartiere coi quali mi riunivo per fumare gli spinelli; poi siamo passati all'eroina così, tanto per provare, ma poi ci abbiamo preso gusto.
Mi piaceva l'avventura, la vita rischiosa, la trasgressione e inoltre la ragazza che frequentavo, divenuta poi la madre di mia figlia, faceva anche lei uso di droga.
Quando ho iniziato a far uso di eroina alcuni miei amici hanno preso le distanze, solo alcuni hanno fatto uso insieme a me.
Alla fine ho mollato tutte le amicizie, preferendo rimanere solo con la mia compagna ed insieme ci facevamo.
In quel periodo non sempre lavoravo e ci sono stati momenti in cui noi due siamo stati costretti a dormire in macchina.
Dopo la nascita di mia figlia le cose però sono cambiate, sono dovute cambiare: dal momento che la mia compagna faceva uso di eroina anche in gravidanza, la bimba è nata con dei problemi e quindi è subito intervenuto il SerT, il giudice dei minori e l'assistente sociale.
Per i primi 5 anni ho continuato a far uso di sostanze ma poi ho dovuto smettere per non perdere la patria potestà: abbiamo provato a stare in una comunità per coppie con figli ma dopo 6 mesi i responsabili hanno preferito farci fare un percorso individuale.
Nel 2000 io e la mia compagna ci siamo lasciati definitivamente ma già in tante altre occasioni ci eravamo allontanati per poi tornare insieme.
Fin dall'inizio i miei genitori si sono fatti carico della mia compagna e di mia figlia e mi hanno aiutato a non perderla.
Se non ci fossero stati loro la bambina sarebbe andata in affidamento e di conseguenza in adozione.
Sono quindi stato costretto ad intraprendere un percorso terapeutico per non perdere mia figlia, ma l'ho fatto per l'amore che provavo per lei. Posso dire che mia figlia mi abbia "salvato la vita".
A 32 anni circa ho smesso definitivamente di usare eroina senza l'aiuto di un percorso terapeutico ma solo per amore di mia figlia.
Sentivo di aver toccato il fondo e che era il caso di smetterla. Purtroppo però senza la sostanza sentivo che mi mancava qualcosa e quindi per colmare quel vuoto ho iniziato ad assumere alcol, vino o birra ma mai superalcolici, sostituendo una cosa con l'altra, e nel frattempo continuavo a far uso di cannabis.
Avevo bisogno di sentirmi sballato ed in quegli anni al SerT, che frequentavo con regolarità, non facevano molti controlli per l'alcol e nemmeno per la cannabis.
Bevevo ciò che trovavo in casa, poi ho imparato a controllarmi e a comprare meno alcol, sia per non rovinarmi completamente la salute sia per non far soffrire i miei genitori.
Per smettere, o meglio per ridurre il consumo di alcol , mi è servito molto l'appoggio di mia figlia: il fatto di vederla soffrire a causa mia mi ha dato un'ulteriore spinta a cambiare stile di vita e inoltre mi sono reso conto che quando bevevo avevo poco rispetto per me stesso.
Nel 2003 ho trovato un lavoro stabile presso una cooperativa dove tuttora lavoro anche se per il momento sono in aspettativa fino a giugno.
In quel periodo bevevo, ma mai sul lavoro perchè dovevo guidare.
Dopo un po' di tempo sono andato a vivere da solo e mia figlia è andata per un periodo in una famiglia affidataria.
La sera mi sentivo solo e bevevo di più ma al mattino ero lucido per andare al lavoro.
La mia vita è andata avanti così fino a poco più di un mese fa quando sono entrato al CUFRAD, struttura che ha scelto per me il SerT, su mia richiesta, perchè era più veloce l'inserimento.
La decisione di intraprendere un percorso terapeutico deriva sia dal desiderio di farla finita con l'alcol che dà un po' di esaurimento nervoso legato allo stress di lavorare sempre per strada e dal desiderio di scalare la terapia con buprenorfina in un ambiente protetto e controllato.
Mi piacciono le attività sportive, ad esempio la palestra, ma a volte sono svogliato, mi sembra di non trovare le motivazioni per andare avanti; poi però rifletto e la voglia di raggiungere gli obiettivi c'è, quindi cerco di darmi da fare, di tenermi in forma sia psichica che fisica.
Sono puntiglioso, mi piace fare bene le cose che devo fare e non mi piace che gli altri si lamentino per le attività da fare.
Rispetto ad un mese fa mi sento diverso, cambiato: non ho più il chiodo fisso dell'alcol come prima e ho capito che alla mia età è giusto che mi impegni per migliorare la mia situazione ed ho già iniziato a farlo cercando di fumare meno.
Lo so che non è molto ma è il primo passo verso una vita diversa.
Da quando sono qui ho capito che devo passare più tempo a riflettere su me stesso; inoltre mi sento fortunato ad avere una famiglia che mi sostiene e mi sta vicino.
Eppure a volte mi chiedo se questa cosa mi possa bastare e non credo, perchè sento la mancanza di una figura femminile, di una compagna al mio fianco.
Spero che nei prossimi mesi riuscirò a concentrarmi sempre di più su me stesso, a raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato e ad affrontare le difficoltà della vita, anche se difficili, da solo senza l' "aiuto" delle sostanze stupefacenti.