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«In coma per l’alcol, poi sono rinato»: una testimonianza dal mondo degli A.A.

«In coma per l’alcol, poi sono rinato»: una testimonianza dal mondo degli A.A.

«In coma per l’alcol, poi sono rinato»

«Otto anni fa ero in rianimazione all'ospedale di Thiene appeso a un filo. Avevo ingerito tutte le pastiglie che avevo trovato in casa per farla finita. La depressione e l'alcol mi avevano consumato. Poi grazie agli alcolisti anonimi sono letteralmente rinato». È la forte testimonianza di Renato, sessantenne scledense, che ha vinto la sua battaglia personale contro l'alcol, «un mostro subdolo che ti devasta pian pianino, senza quasi che tu te ne accorga e alla fine ti ritrovi con la vita rovinata, la famiglia distrutta e nulla ha più senso o valore».

Come lui sono centinaia gli ex-alcolisti che hanno sconfitto il problema del bere grazie all'associazione Alcolisti Anonimi Schio, un gruppo molto attivo sul territorio che festeggia quest'anno il 35° anno anniversario di attività. Fondato nel 1981 come terzo gruppo nella provincia di Vicenza, ad oggi l'associazione locale può affermare con certezza di aver salvato la vita forse anche a qualche migliaio di uomini e donne che hanno teso la mano in cerca di un aiuto. Un sostegno che prontamente è stato offerto soprattutto grazie agli incontri di mutuo aiuto, liberi e gratuiti, che il gruppo propone. «Si viene liberamente, in totale anonimato – spiega Renato – tutti sono ben accetti. Se si vuole si parla, altrimenti si ascolta soltanto. A parlare sono spesso coloro che ce l'hanno fatta o che si stanno impegnando nel percorso di disintossicazione, esponendo i loro successi, anche piccoli. Queste persone diventano a loro volta un esempio per gli altri, che pensano “se ce l'ha fatta lui allora posso riuscirci anch'io”. Noi consigliamo di venire sempre agli incontri, anche se si è ubriachi, l'importante è partecipare e ascoltare».

Come hanno spiegato Renato e Gianfranco, due ex alcolisti che ora insieme ad altri si dedicano all'aiuto di chi è dipendente, l'alcol è un problema che non ha un'identità precisa: «ai gruppi vengono uomini e donne di ogni età e soprattutto di ogni estrazione sociale, dal benestante a quello che vive in strada. Una cosa invece accomuna tutti, ovvero che l'alcol distrugge la famiglia, il lavoro, le relazioni ed infine il corpo e la salute. Il primo passo però resta quello di ammettere di avere un problema. Una volta superato questo scalino in modo sincero, è possibile recuperare».

«Io ad esempio non ero uno che beveva tanto – racconta Gianfranco - ma quanto bastava per innescare la dipendenza. L'alcol è subdolo, ci sono casi insospettabili. È una compulsione irrefrenabile, che comunque ti altera la personalità e non sei più tu. Con il nostro programma dei “Dodici Passi” si riacquista un nuovo stile di vita».

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/schio/in-coma-per-l-alcol-poi-sono-rinato-1.4876764

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)