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Istituto Superiore di Sanit�: ricerca sulla metabolizzazione dell'alcol nelle donne

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La donna è fisiologicamente e biologicamente più vulnerabile dell'uomo agli effetti dell'alcol. Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità, secondo cui le donne rischiano intossicazioni più gravi bevendo minori quantità di alcol, sviluppano patologie più severe in tempi più brevi, e faticano a controllare, dopo aver bevuto, i processi cognitivi e quelli corporei, con maggiore pericolo di rimanere vittime di incidenti e violenze. Motivo di questa diversità la loro differente struttura corporea e, quindi, una ridotta capacità di metabolizzare l'etanolo, che si diffonde tramite l'acqua e che viene ossidato da un enzima, l'alcol deidrogenasi (ADH).
I ricercatori dell'ISS hanno condotto un esperimento su un gruppo di uomini e donne con differente indice di massa corporea. Con identiche modalità e alla stessa ora del giorno è stata loro somministrata un'unica dose di superalcolico associata a un piccolo pasto. Negli uomini la concentrazione massima di alcol riscontrata nel sangue è stata di circa 20mg/100ml, un valore capace, inoltre, di scendere rapidamente a zero. Le donne, invece, hanno raggiunto una concentrazione alcolemica di circa 80mg/100ml, livello che rimaneva pressoché invariato anche a due ore dall'assunzione. Questo perché le donne, confrontate agli uomini, possiedono una quantità minore di acqua nel corpo, per cui bevendo allo stesso modo, possono contare su un volume minore di distribuzione dell'alcol. Inoltre, la funzionalità dell'ADH nel loro corpo risulta di gran lunga minore, fattore questo che favorisce il passaggio diretto dell'alcol al fegato e un'alta probabilità di danni epatici.