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La Santa Sede contro la droga: Una calamità per l'umanità

La Santa Sede contro la droga: Una calamità per l'umanità

La Santa Sede contro la droga: “Una calamità per l'umanità”

L'intervento di monsignor Janusz Urbańczyk, osservatore vaticano presso l’Onu di Vienna, alla 60esima Sessione della Commissione stupefacenti

Una formazione umana integrale, una risposta della giustizia rispettosa della dignità umana, un effettivo reinserimento nella società. Sono questi i tre pilastri per prevenire e contrastare la piaga della droga, indicati da monsignor Janusz Urbańczyk, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu a Vienna, nel suo intervento alla 60esima Sessione della Commissione stupefacenti.  

La tossicodipendenza è un flagello per l’umanità, ha affermato il presule nel suo discorso riportato dalla Radio Vaticana, sottolineando come la famiglia sia l’elemento cruciale delle strategie di contrasto. Urbańczyk ha ricordato la sessione speciale dell’Assemblea generale dell’Onu, tenutasi a New York dal 19 al 21 aprile scorsi ed incentrata sulla piaga mondiale delle droghe, nel cui documento si ribadiva, tra l’altro, l’impegno a promuovere «la salute e il benessere di tutti gli individui, le famiglie, le comunità e la società nel suo complesso» facilitando stili di vita salutari attraverso iniziative di riduzione efficaci

In un anno sono stati numerosi gli sforzi compiuti dagli Stati sia individualmente sia in comune, ha osservato il delegato vaticano. E ha ribadito la posizione della  Santa Sede già espressa nella Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, e cioè che: «La dipendenza da stupefacenti rappresenta una grande calamità per l’individuo e costituisce un danno economico e sociale per l’umanità». Parole che, secondo l'arcivescovo, obbligano «a rispondere con sempre rinnovato vigore».  

A nome della Santa Sede, l'osservatore permanente ha esortato a porre l’attenzione su tre aspetti. In primo luogo, devono essere studiate la cause all’origine della domanda e dell’offerta di droghe. La domanda di stupefacenti – alimentati dall’assenza di una famiglia, da pressioni sociali, dalla propaganda degli spacciatori e dal desiderio di nuove esperienze - deve essere combattuta con un incremento di programmi di educazione e, più precisamente, attraverso «una formazione umana integrale», rivolta principalmente alle persone più vulnerabili della società.  

In secondo luogo, per Urbańczyk, la risposta ai crimini connessi agli stupefacenti deve completarsi attraverso una vera e autentica giustizia. In tal senso, il Vaticano chiede l’abolizione della pena di morte e di seguire la prospettiva di un sistema penale «sempre più conforme alla dignità della persona e al disegno di Dio per l’uomo e per la società».

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.lastampa.it/2017/03/16/vaticaninsider/ita/news/la-santa-sede-contro-la-drogauna-calamit-per-lumanit-OLr2AV1KWd6fxMDU7f7xlN/pagina.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)