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News di Alcologia

Le nuove frontiere del gioco d'azzardo

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Il poker conquista gli italiani, in gioco un mercato da miliardi di euro

Italia, patria di poeti, Santi e navigatori, ma anche di giocatori. In Italia sono in crescita i numeri del gioco d'azzardo ed entro pochi mesi entrerà in vigore il decreto legge su poker e casinò online che permetterà di giocare in modalità "cash game", ovvero con la possibilità di utilizzare soldi veri.

L'iter legislativo prevede che entro fine mese il decreto sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale, quindi, passati i 15 giorni indispensabili a tramutare in legge la norma, i concessionari potranno iniziare a presentare i progetti e nuove piattaforme di gioco. Successivamente, dopo una fase di collaudo, sarà cura della Aams (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) dare l'ok definitivo. L'Aams promette che in un tempo massimo di 4 mesi dalla conversione in legge del decreto saranno lanciati i giochi da casinò e il protocollo di gioco anche per il poker. Il limite massimo di spesa dovrebbe essere fissato tra i 100 e i 250 euro nel caso dei "buy in" e nei "tournaments" e 1.000 euro a sessione di gioco nel "cash game".

Le nuove norme arrivano a regolamentare un mercato che soffre ancora di vuoti legislativi e interpretazioni incerte. Come detto, nella più ottimistica delle ipotesi già entro metà maggio si potrà assistere al via dei "giochi" da parte dei big, ma bisogna superare ancora alcuni passaggi, stando ben attenti a non creare una eccessiva euforia in un ambiente che aspetta da tempo questo momento. Non resta che attendere il progresso dell'intero procedimento, spostando per un momento l'attenzione sui numeri del gioco d'azzardo in Italia, resi noti dall'Aams.

I giochi online raccolgono un successo senza precedenti, basti pensare che nel 2009 è più che raddoppiata la percentuale dei giochi pubblici raccolti su internet, passando di fatto dal 3,1% del 2008 al 6,8% dello scorso anno. Guardando al complesso dei numeri la raccolta "a distanza" è stata pari a 3,8 miliardi di euro, con un incremento del 153,7% rispetto al 2008. I dati, a sorpresa, rivelano che a crescere - oltre al poker e ai casinò - nel 2009 sono anche le raccolte sportive, arrivate a 1,2 miliardi di euro con una crescita del 14,2% rispetto al 2008. In accelerazione pure la quota delle giocate online rispetto a quelle tradizionali. In media, si è attestata al 30,3% contro il 27,4% del 2008.

Da notare come nel 2009 la raccolta giochi abbia raggiunto i 54,4 miliardi di euro con un incremento, rispetto al 2008, di 6,9 miliardi (+14,4%) e dai primi dati in arrivo relativi al 2010, c'è la conferma del trend positivo. A gennaio la raccolta è stata pari a 5,2 miliardi di euro con un incremento del 15,5% rispetto al 2009.

Già da qualche anno però l'Italia si è fatta notare in questo campo. Alla fine del 2004 era al 3º posto fra i paesi che giocano di più al mondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. Ben 6 anni fa il mercato italiano rappresentava già il 9% di quello mondiale e analizzando la spesa pro-capite aveva il primato mondiale con oltre 500 euro a persona. A distanza di 4 anni, nel 2008, la spesa procapite è ulteriormente salita, attestandosi a circa 790 euro annui e in alcune regioni (Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo) le famiglie investono in gioco d'azzardo il 6,5% del proprio reddito.

Ancora più spettacolare l'aumento se si considerano i dati dell'ultimo decennio. Nel 2000 il gioco d'azzardo incassò 14,3 miliardi di euro, salendo ai 18 del 2002, ai 23,1 raccolti nel 2004, ai 28 nel 2005, ai 42,2 miliardi nel 2007 e raggiungendo i 47,5 miliardi del 2008 (fonte Aams - Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato).

Questi dati sembrano prefigurare anche un cambiamento di tipo sociologico. A quanto risulta la causa più ricorrente di debiti o usura da qualche anno a questa parte è proprio da attribuire all'azzardo. Inoltre il gioco d'azzardo sembra far gola soprattutto ai giovanissimi. Così, mentre cresce il business dei giochi online, crescono anche i rischi per chi si affaccia a questo mondo. Secondo le ricerche internazionali dei dati raccolti da Alea (l'Associazione per lo studio del gioco d'azzardo) i giocatori patologici sono infatti l'1-3% sul totale dei giocatori d'azzardo. Può non sembrare una grande percentuale, ma la tendenza riscontrata spinge verso l'alto queste cifre e crea di fatto una nuova malattia.

Il giocatore patologico, infatti, mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d'azzardo, che lo spinge ad aumentare la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo e l'investimento delle proprie possibilità economiche, trascurando i normali impegni della vita quotidiana. Inoltre con il gioco on-line lo scenario si è fatto ancora più pericoloso perché il giocatore non ha freni inibitori di tipo pratico avendo per 24 ore su 24 la possibilità di accedere al gioco.

A voler guardare fuori dai confini italiani sembrano poi confermati i trend nostrani. Le indagini esistenti fatte in altri paesi come Inghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada e Usa riportano in modo concorde gli stessi risultati percentuali e la stesso evoluzione. Le ricerche, inoltre, sembrano mostrare che la maggior quantità di giochi che si hanno a disposizione negli ultimi anni - sia come numero che in termini di possibilità di accesso - è direttamente proporzionale ad un aumento del numero di popolazione che perde il controllo del gioco e che diviene giocatore problematico o patologico.

Leggi e numeri alla mano viene da chiedersi quale impatto potrà avere, in un quadro di già grande diffusione, la legge che verrà adottata a breve. Da un punto di vista legislativo è sicuramente utile avere uno scudo che possa limitare le truffe telematiche. Rimane comunque il dubbio che la sempre più capillare presenza di opportunità di gioco nella vita quotidiana, in un contesto gravato anche dalla crisi economica, non sia così costruttivo per la società nel suo complesso.