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Sobrio è sexy: la moderazione è tornata di moda

Sobrio è sexy: la moderazione è tornata di moda

Addio alcol, droghe ed eccessi: ‘sobrio è sexy’, e la moderazione è tornata di moda

Concedersi qualche drink a una festa, un evento o durante una cena sta diventando terribilmente fuori moda: dagli Stati Uniti arriva l’ultima tendenza in fatto di lifestyle, i Social Sober Events, eventi dove, appunto, socializzare, ma senza alzare il gomito e peccare poi di improduttività il giorno seguente. E – soprattutto – senza doversi sentire delle mosche bianche quando, di fronte all’affermazione «No, grazie, stasera non bevo» si viene guardati con fin troppa circospezione dai propri interlocutori. Negli Stati Uniti il problema dei social o binge drinkers (in entrambi i casi, molto simili tra loro, si tratta di persone che assumono quattro o cinque drink a sera, più di una volta alla settimana, quando sono in compagnia)  ha assunto negli anni proporzioni preoccupanti, tanto che le iniziative “No alcool” hanno subito un’impennata, diventando un vero e proprio business.

Da un lato ci sono i Daybreaker, party che si tengono una volta al mese, e iniziano alle 6 del mattino: la prima ora ci si dedica a fitness e yoga, poi dalle 7 alle 9 si inizia la festa vera e propria; l’idea è partita nel 2013 a New York e ora è stata esportata in altre 17 città del mondo, attraendo ogni volta un pubblico di circa 600 persone di età compresa tra i 20 e 30 anni, tra cui figurano sia studenti che lavoratori. Radha Agrawal, una delle fondatrici ed ex analista di Wall Street, sottolinea che, durante i Daybreaker, «la gente deve dimenticarsi di essere sobria: per questo ogni 15 minuti introduciamo quello che definiamo un “momento wow”, che può essere di tutto, da una community di breakdance a una band di percussionisti, a un duetto di sassofoni o un’esibizione di danza». L’obiettivo? Dare ai partecipanti la stessa eccitazione che produce il consumo di alcolici, ma senza appunto l’impiego di alcol.

Stile diverso, ma stesso comun denominatore per le Conscious Family Dinner, nuova versione delle cene al buio, dove – al posto di vino e alcol – c’è la volontà delle persone di conoscersi in modo più intimo e approfondito, senza distrazioni. Durante questi eventi si medita, si fanno esercizi collettivi di respirazione, si canta in gruppo e si chiacchiera seduti in cerchio, perché, riprendendo le parole dell’ideatore Ben Rolnik, talent manager e imprenditore ossessionato con l’arte e la scienza della trasformazione personale, «Le Conscious Family Dinner sono come dei piccoli festival: oggi viviamo in un’epoca in cui le persone sono più connesse che mai, grazie a Facebook, chat, Snapchat e Instagram, ma pochi riescono a creare un rapporto duraturo, profondo, di appartenenza. Gli ospiti si sorprendono perché hanno mai fatto parte di un ambiente in cui aprirsi in modo onesto, sentendosi quasi vulnerabili. Non sanno come farlo o non hanno mai avuto modo di farlo».

Non si fa attendere la risposta da parte del fashion world, che dal canto suo non è affatto immune da questa tendenza che detta le regole della nuova sobrietà 2.0: il brand Sober is Sexy è stato fondato nel lontano 2010, ma solo ultimamente sta vivendo un boom che ha fatto sì che i suoi follower su Instagram raggiungessero quota 40mila e che i fan su Facebook ammontassero a più di 230mila. Su t-shirt, felpe, cappellini e cover per smartphone, una serie di frasi che non lasciano spazio a fraintendimenti: «Hangover sucks», «Heroin Killed the Radio Star», «The only coke I do is diet», «Make Love Not Meth», fino alla semplice, ma lapidaria «Don’t die».

Il marchio ha ricevuto l’appoggio e il sostegno di molte celebrity, come Russell Brand (conduttore radiofonico e televisivo britannico, che ha realizzato un documentario insieme alla Bbc in cui parla della sua dipendenza da eroina), Demi Lovato (la cantante ha confessato pubblicamente la sua dipendenza dalla cocaina), e Tallulah Willis (la figlia minore di Bruce Willis e Demi Moore, con alle spalle un passato di dipendenze e disordini alimentari). Ma anche altre star hanno discusso pubblicamente il loro percorso di rehab, avvenuto in tempi recenti, tra cui Bradley Cooper, Rob Lowe, Eva Mendes, Sia, Robert Downey Jr., Donatella Versace e Tom Ford: i protagonisti della moda e dello spettacolo sembrano aver chiuso la bottiglia in un armadio a doppia mandata, e l’ossessione per il salutismo ha relegato le sigarette o il concedersi un bicchiere di vino a pranzo a vizi da «cattivi ragazzi», che oggi appaiono quanto mai obsoleti e superati.

Lo stilista statunitense Marc Jacobs è il perfetto emblema di questo movimento che fa della consapevolezza di sé e dell’allontanamento da qualsiasi tipo di eccesso i suoi pilastri principali: se a metà anni ’90 era il pallido ed emaciato creatore e portavoce dell’estetica heroin chic, ora invece – dopo diversi periodi trascorsi in rehab per curare la dipendenza da eroina e cocaina – è un convintissimo salutista, abbronzato, decisamente in forma grazie agli intensi allenamenti in palestra, che non perde nessuna occasione per mostrare il proprio fisico scultoreo.

Il suo cane Neville ha persino un profilo Instagram, e forse l’averlo trasformato in una specie di social media celebrity è quanto di meno heroin chic si possa pensare: Jacobs ha parlato più volte del suo rapporto con le droghe, arrivando ad ammettere che «Non voglio idealizzare quegli anni (…) Uscivo ogni sera, andavo in giro con le celebrity, c’erano sempre feste: ho fatto tutto quello che si poteva fare, e il fatto è che mi piaceva molto, ma adesso mi sento parecchio indifferente a riguardo. Non riuscirei a funzionare il giorno dopo, le mie priorità sono cambiate».

In maniera decisamente meno glamour, lo stilista britannico John Galliano, ex direttore creativo storico della maison Dior, è emerso solo di recente dallo scandalo che lo ha visto protagonista nel 2011, quando in un bar di Parigi si lasciò andare ad accuse di carattere antisemita che gli stroncarono carriera e reputazione: Galliano dichiarò poi apertamente il problema che lo legava all’abuso di alcolici, alla base della vicenda buia e controversa che gli è costata 6mila Euro di multa con la condizionale, oltre alla sua carica in Dior e alla considerazione a livello globale. Dopo un lungo periodo in rehab e l’allontanamento dalle scene, il designer è tornato alla guida del brand Maison Margiela, e nel 2015 ha fatto pubblica ammenda alla Central Synagogue di Londra, dichiarando «Ero un alcolista ma ciò non rappresenta una giustificazione. Vi chiedo scusa, se è possibile scusarmi», e ricevendo il perdono sia da parte del rabbino Barry Marcus, che della comunità ebraica.

Anche le pubblicazioni di moda più mainstream sembrano abbracciare il sobriety trend: secondo Elle UK e British Vogue «essere sobri è sexy», e di colpo una scelta che per molte persone è impegnativa, densa di significati che vanno ben al di là del cavalcare una tendenza e piena di implicazioni a livello psicologico e sociale, diventa desiderabile sessualmente, alla stregua di un paio di scarpe o di un completo di biancheria intima.

La televisione, dal canto suo, alimenta l’appetibilità di personaggi liberi da dipendenze, di gran lunga più belli (nel senso letterale del termine), interessanti e attuali rispetto al cliché di chi, nel corso della sua vita, ne ha viste e fatte fin troppe, e decide di concedersi un periodo di riabilitazione. Gli eccessi dei teenager di Bristol raccontati durante le sette stagioni di Skins ormai sono un ricordo lontano: lo spazio per l’autocompiacimento e l’autodistruzione non esiste più; al suo posto, una volontà di redenzione che in un certo senso risulta quasi premiante. Nella serie tv Girls, creatura di Lena Dunham firmata HBO, la relazione tra Jessa (Jemima Kirke) e Adam (Adam Driver) comincia nelle spoglie stanze dove gli Alcolisti Anonimi si riuniscono, e dove entrambi stanno cercando di combattere la propria tossicodipendenza. Ciò non è un caso, perché i personaggi coinvolti sono forse i più interessanti e provocatori dello show televisivo, incarnano alla perfezione lo zeitgeist dei giovani creativi che vivono nei quartieri più cool di Brooklyn, e la loro esperienza condivisa alla ricerca di sobrietà e moderazione assume un nuovo significato, unendoli in una storia d’amore che non sarebbe potuta iniziare se non si fossero liberati dei loro problemi pregressi con alcol e droghe.

(...opmissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://it.businessinsider.com/addio-alcol-droghe-ed-eccessi-sobrio-e-sexy-e-la-moderazione-e-tornata-di-moda/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)