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Teneri alcolisti: lo sballo degli adolescenti si sta mangiando una generazione

Teneri alcolisti: lo sballo degli adolescenti si sta mangiando una generazione

Teneri alcolisti

Lo sballo degli adolescenti si sta mangiando una generazione. L’alcol è diventata la porta al policonsumo di ogni genere di stupefacente

C'è una generazione, che per consuetudine chiamiamo Z, i nati tra il 1995 e il 2010, i cosiddetti "zoomer" o "post millennial", che viene divorata ogni notte, nelle nostre grandi aree urbane come nelle provincie e in numeri crescenti, da un consumo di alcol in età sempre più precoce. Grazie a "cartelli" sui prezzi di listino studiati dai locali a misura di paghetta, i cocktail a 3 euro, gli shottini a 1, la "vodka del bangla" a 8, sono diventati la sempre più accessibile porta di ingresso non solo a uno dei riti di iniziazione alla vita adulta, ma hanno profondamente modificato la percezione dello sballo e il modo di viverlo. Non si cerca più il piacere, ma la perdita di controllo. In un'alchimia fai da te che non è mai soltanto alcolica, ma di cosiddetto "poliabuso" di sostanze stupefacenti, in cui l'alcol è la "gateway drug". Siamo andati ad ascoltare queste ragazze e ragazzi nelle piazze della movida, così come nei pronto soccorso e nelle comunità dove spesso finisce la loro corsa. E abbiamo dato la parola a chi se ne occupa ogni giorno, silenziosamente, provando a rimettere insieme i pezzi delle loro giovanissime vite.

Un milione di giovani attaccati al bicchiere. E aumentano le ragazze

Ad alzare il gomito si comincia a 12 anni, perché con il bicchiere gli italiani sono i più precoci al mondo. E a passare da uno shottino a uno spritz o da un prosecco a un mojito ormai ci sono sempre più ragazze, sedotte da cocktail dolciastri o alla frutta rispetto ai loro coetanei che preferiscono la birra o i mix più ruvidi a base di vodka o tequila. Così, nel 2019, 4.723 ragazzi sotto i 18 anni sono finiti al pronto soccorso per aver bevuto troppo, con un aumento del 18 per cento rispetto all'anno precedente. E, tra loro, 2150 erano ragazzine: il 25,4 per cento in più del 2018.

Sono i dati dell'ultimo report dell'Istituto superiore di Sanità e offrono una fotografia allarmante dell'impennata dei consumi alcolici degli adolescenti. Cui ha contribuito anche il periodo di lockdown imposto dalla prima pandemia di Covid, con la novità degli aperitivi distanziati WhatsApp. E tra happy hour e "indianate" in cameretta, è tornato a fare capolino persino un pericolosissimo gioco che sembrava caduto nel dimenticatoio: il "Nek Nomination". Quello in cui si nominano tre amici che devono filmarsi mentre si scolano un'intera bottiglia.

"Delle 48 mila intossicazioni da alcol registrate nel 2020 nei pronto soccorso, il 17 per cento ha riguardato minori di 14 anni", racconta il professore Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio alcol dell'Iss e del Centro Oms per la promozione della salute e la ricerca sull'alcol. E tutto questo si traduce in numeri che fanno spavento: +446 per cento di alcol consumato nel primo anno di pandemia in Italia, +209 per cento nella fascia d'età dai 18 ai 24 anni.

La giovane movida del sabato italiano

Ansia. stress, depressione, isolamento. Il bere in questi due ultimi anni ha seguito le aperture e le chiusure legate alla pandemia: prima del lockdown, a marzo 2020, c'è stato l'assalto agli scaffali dei supermercati. Poi c'è stato il boom del wine delivery. Secondo dati raccolti da Idealo, il portale internazionale dedicato alla comparazione prezzi, c'è stato un +110 per cento di ordini online, con un consumo raddoppiato per l'Italia soprattutto nella fascia giovanile. E a schizzare in alto è stato anche il numero di telefonate arrivate ai servizi territoriali da parte dei genitori alle prese con i figli intossicati. "Gli adolescenti già qualificabili come alcolizzati e presi in carico dai servizi territoriali sono più di 6.000 - spiega Scafato - e rappresentano l'1 per cento dei 67 mila alcoldipendenti che seguiamo. Ma il fenomeno è molto, molto più vasto. Parliamo di una platea di 600 -700 mila ragazzi sotto i diciotto anni che fanno abuso di alcol. Si arriva a un milione se si aggiunge la fascia di età fino a 24 anni". "L'alcool è un lubrificante sociale e purtroppo in molti casi è una gateway drug, uno stupefacente cosiddetto cancello che apre ad altre sostanze da sballo, leggere e non: canne, pasticche, metadone, droghe varie. Perché fa cadere le inibizioni e amplifica l'effetto delle sostanze", continua Scafato. E così, nei fine settimana, ecco il "binge drinking", che significa bere almeno sei bicchieri di alcolici in una stessa sera per arrivare subito a sentirsi "fuori". L'intossicazione è dietro l'angolo, come pure la dipendenza. E i danni sono a lungo termine.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.repubblica.it/cronaca/2021/12/23/news/teneri_alcolisti_abuso_di_alcol_e_droghe_tra_i_giovani_cause_ed_effetti_delle_dipendenze-331120325/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)