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Uso di alcol e droghe e idoneità alla guida, il ruolo del medico nella certificazione

Uso di alcol e droghe e idoneità alla guida, il ruolo del medico nella certificazione

Uso di alcol e droghe e idoneità alla guida, il ruolo del medico nella certificazione

I drammatici incidenti a cavallo tra Natale e inizio 2020 - si pensi alle sette vittime tedesche in Valle Aurina, alle due ragazze falciate in corso Francia a Roma e altre due a Senigallia - ripropongono il tema della pericolosità delle strade. Una pericolosità diminuita nel tempo, in 15 anni i morti sono dimezzati, ma che non pare diminuire più. Sia in Alto Adige sia a Roma l'investitore aveva un tasso alcolemico fuori norma. Nel secondo caso aveva fatto uso di droghe ma il giudice non ha rilevato legami con la condotta colposa. È proprio il nesso tra assunzione di stupefacenti e loro effetto a far discutere: si torna a parlare di "medici restii a certificare" l'inidoneità dei pazienti alla guida per paura di ripercussioni legali di fronte a un ricorso vinto dall'imputato, ad esempio per una "positività" poi giudicata "falsa". Un tema che, come vedremo, interessa più gli stupefacenti degli alcolici.
I margini di discrezionalità del medico in tema di sicurezza sono una materia cresciuta dopo l'introduzione del reato di omicidio stradale che ha inasprito le pene e che investe sia la differente relazione tra alcol e droghe ed incidenti stradali sia le differenti fasi di accertamento di un'inidoneità alla guida: un conto è entrare in scena dopo un incidente, altro quando ad esempio il medico di famiglia sospetta una dipendenza nell'iter per il rilascio della patente.

Lo spiega il dottor Franco Marozzi, responsabile comunicazione della Società Italiana di Medicina Legale-Simla. «A seguito di un incidente, a verificare che la guida è avvenuta sotto l'effetto di alcol è la polizia con l'etilometro; per gli stupefacenti invece occorrono indagini di laboratorio, da eseguire su sui liquidi biologici. Gli unici utilizzabili, a questo fine sono la saliva e soprattutto il sangue. Le urine infatti segnalano solo che la sostanza è in via di eliminazione: una positività ai cannabinoidi non corrisponde necessariamente al trovarsi sotto l'effetto di hascisc o marijuana, ma anzi può significare che le sostanze sono in via di eliminazione e che quindi potrebbero essere state assunte molte ore prima senza che quindi esercitassero i loro effetti al momento dell'incidente. I due test su sangue e saliva sono stati resi possibili, tra l'altro, solo per l'entrata in vigore della legge 41/2016 sull'omicidio stradale: l'iter prevede che il Pm disponga, attraverso la polizia giudiziaria, di effettuare il prelievo ai professionisti sanitari (medici, infermieri) anche coattivamente. Cosa diversa è se il responsabile del sinistro si ferisce a sua volta nell'incidente: qui gli accertamenti vengono svolti senza problema dato che i prelievi sono effettuati per ragioni cliniche nell'interesse del paziente. Ma non tutti gli ospedali sono attrezzati per evidenziare presenza e quantità degli stupefacenti assunti».

Inoltre, accertare la positività a una "droga" di un guidatore non significa identificarne la responsabilità nell'incidente. «Se per l'alcol c'è una letteratura e ci sono tempi d'azione definiti che hanno spinto il legislatore a prevedere responsabilità e sanzioni, per gli stupefacenti entrano in gioco la differente farmacocinetica da sostanza a sostanza e da un individuo all'altro, la differente tolerance individuale, il metabolismo delle sostanze assunte e la durata dei loro effetti, tutti elementi sotto studio con esiti controversi. Se per l'alcool: - sottolinea Marozzi -i livelli "vietati" sono definiti per Legge non avviene lo stesso per gli stupefacenti». Quali i rischi legali per il medico ove il giudice neghi, durante lo svolgimento del processo, il nesso tra l'uso di sostanze psicotrope (compreso l'alcool) e l'incidente? «Domanda teorica e risposta teorica. Nessuno a parte un errore nell'esecuzione degli accertamenti (ma qui saremmo in un semplice caso di responsabilità professionale). O ancora se fossero violati i protocolli per l'accertamento coatto», spiega Marozzi.

(...omissis...)


Mauro Miserendino

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.doctor33.it/politica-e-sanita/uso-di-alcol-e-droghe-e-idoneita-alla-guida-il-ruolo-del-medico-nella-certificazione/?xrtd=RYYCPAXSPVXLSRPPYRSSVLP


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)