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33mila decessi ma ancora un italiano su cinque fuma

33mila decessi ma ancora un italiano su cinque fuma

33MILA DECESSI, MA ANCORA UN ITALIANO SU CINQUE FUMA  

«Dire addio alle sigarette non è una missione impossibile - afferma la professoressa Silvia Novello, Presidente di WALCE e docente nel Dipartimento di Oncologia Polmonare all’Università di Torino – Per iniziare bisogna prendere coscienza della loro grandissima pericolosità. Ogni anno solo il cancro del polmone provoca in Italia oltre 33.000 decessi.  

 

Il consumo di «bionde» e di altri prodotti a base di tabacco è il principale fattore di rischio che favorisce l’insorgenza della malattia. Con questa nostra iniziativa vogliamo informare e mettere in guardia i cittadini di tutte le fasce d’età e anche le istituzioni. Nonostante le leggi, sempre più restrittive, nel nostro Paese ancora un italiano su cinque fuma regolarmente».  

 

PREVENZIONE E INFORMAZIONI VANNO DI PARI PASSO  

Nella scorsa edizione della campagna, «la tappa padovana è stata quella che ha fatto registrare il maggior numero di accessi, oltre settecento, alla “sigaretta gigante”, superiori addirittura a quelli avuti in grandi città come Roma e Milano - spiega la dottoressa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV) IRCCS - Tale riscontro ci ha detto che nella popolazione, in particolare tra i giovani e i giovanissimi, c’è un forte desiderio di essere informati sui rischi per la propria salute, nel caso specifico quelli derivanti dal fumo, ed era nostro dovere contribuire a dare una risposta qualificata a queste domande».  

 

IN AUMENTO TRA LE DONNE E GLI STRANIERI  

Se i nuovi casi tra i maschi sono in diminuzione, aumenta invece del 2,7% la neoplasia tra le donne, dove anche il tabagismo sta crescendo. Il vizio del fumo è in aumento (del 3% ogni anno) anche nei paesi in via di sviluppo, dai quali provengono gli immigrati che vivono nelle nostre città e per i quali l’azione di informazione è quindi molto preziosa. La loro minor cultura della prevenzione li espone maggiormente al rischio neoplastico. 

 

NON SOLO TUMORE AL POLMONE  

«Le sigarette contribuiscono in modo rilevante anche a diversi tumori della testa-collo, dell’apparato digerente e uro-genitale – spiega il professor Pier Franco Conte, Direttore dell’oncologia medica 2 dello IOV e Coordinatore tecnico scientifico della Rete Oncologica Veneta – Non dimentichiamo, poi, che sono responsabili anche di molti disturbi respiratori e cardiovascolari. In totale sono oltre 50 le malattie gravi provocate dalle 4.000 sostanze tossiche contenute in una sola “bionda”. È dimostrato scientificamente che interrompere per sempre il vizio può ridurre addirittura del 50% il rischio di sviluppare il cancro. E non è mai troppo tardi per smettere». 

 

ATTENZIONE AL FUMO PASSIVO  

«Quando parliamo di malattie legate al fumo di sigaretta il pensiero va subito al tumore. Il fumo è responsabile della Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) una malattia molto diffusa, attualmente la quarta causa di morte a livello globale, che porta ad una progressiva distruzione del tessuto polmonare» sottolinea la professoressa Marina Saetta, Direttore della U.O.C. di Pneumologia dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova. «Chi fuma, non soltanto distrugge i propri polmoni ma danneggia anche quelli di chi gli sta vicino. Sono ormai innegabili gli effetti del fumo passivo sulla salute di chi vive a stretto contatto con i fumatori, soprattutto se pensiamo ai bambini. Infatti, il fumo condiziona lo sviluppo polmonare del feto fin dalle prime fasi della gravidanza, ma i danni dell’esposizione passiva al fumo continuano per tutta l’infanzia e l’adolescenza e si mantengono nella vita adulta. Non ignoriamo quindi i danni del fumo e non dimentichiamo che smettere di fumare fa bene a qualsiasi età». 

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.lastampa.it/2016/04/26/scienza/benessere/troppi-malati-e-troppi-decessi-a-causa-del-fumo-j4dzGOURIdD17yeg9CIGQN/pagina.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)