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Thomas Jefferson University: come capire se un figlio si droga?

Thomas Jefferson University: come capire se un figlio si droga?

Come capire se un figlio si droga

Campanelli d'allarme e atteggiamenti da tenere in considerazione

 Un figlio che si droga è un incubo per tutti i genitori. Come capire se la dipendenza dagli stupefacenti ha colpito i nostri affetti più cari? A rispondere è Francesca Biagioni, biologa ricercatrice presso l'Irccs Neuromed di Pozzilli, intervistata da Adnkronos: «Sicuramente l’isolamento è un punto cardine iniziale della dipendenza. Isolamento soprattutto da contesti naturali e positivi, come ad esempio lo sport, gli eventi, la scuola. Anche comportamenti a scuola aggressivi, sovversivi e limitativi potrebbero essere campanelli di allarme per l'utilizzo di sostanze. Ci sono poi anche atteggiamenti fisici evitativi da contatto. Si tende a non avere più il contatto sociale diretto, anche nei confronti dei familiari. Si assiste anche ad atteggiamenti puramente fisici, come ad esempio midriasi pupillare, dilatazione della pupilla, oppure iper-sudorazione, oppure anche fenomeni di anedonìa, cioè impossibilità di una risposta naturale agli stimoli, come la non reazione a uno stimolo positivo. Oppure forme di anoressia, il mangiare molto poco e male, il mangiare non insieme agli altri, quindi evitando gli eventi sociali familiari. Sangue dal naso e tremori alle mani possono essere associati a uso di cocaina».


Tutti elementi che possono aiutare i genitori ad avere un sospetto, che tuttavia deve essere confermato da esperti. Una volta stabilita la dipendenza, è necessario intraprendere un percorso psicoterapeutico.


Il compito principale dei genitori è da un lato di sostenere il ragazzo, dall'altro di informarlo sui rischi legati alla tossicodipendenza.
Uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience dimostra peraltro che il cervello dei più giovani diventa più velocemente dipendente dalle sostanze stupefacenti.


I dati raccolti per ora sui topi indicano che viene modificata una parte del cervello chiamata striato, importante per l'instaurarsi delle dipendenze e per il controllo dei movimenti.


Michelle Ehrlich, neurologa della Thomas Jefferson University di Philadelfia, in collaborazione con la Temple University School of Medicine, ha osservato come i topi di diverse età rispondevano a cocaina e anfetamina. Solo nelle cavie adolescenti entrambe le droghe provocavano un aumento della proteina Delta FosB, importante per la regolazione dei geni dei neuroni e per l'organizzazione del
funzionamento del cervello. L'aumento di questa proteina, inoltre, si verificava in una parte dello striato importante per il controllo dei movimenti e in un'altra che regola i meccanismi di ricompensa. Quest'ultima area gioca una ruolo di rilievo nell'insorgenza delle tossicodipendenze, perché qui si crea l'impulso che spinge ad assumere di nuovo la droga per ottenere un momentaneo benessere.

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.italiasalute.it/3549/pag2/Come-capire-se-figlio-si-droga.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)