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Genitore tossico, chi è e come riconoscerlo per vivere meglio

Genitore tossico, chi è e come riconoscerlo per vivere meglio

Genitore tossico, chi è e come riconoscerlo per vivere meglio

Vivere e crescere con un genitore tossico provoca dolore e malessere. La disfunzionalità incide sulla propria condizione mentale-fisica e condiziona il rapporto con gli altri. Come possiamo riconoscere una famiglia squilibrata e come possiamo tutelarci?

Il genitore tossico può essere un padre o una madre, oppure entrambi, che causano, attraverso comportamenti coercitivi e oppressivi, grande sofferenza e malessere ai propri figli.

La famiglia disfunzionale critica, controlla, manipola e umilia qualsiasi condotta o comportamento, in aperto contrasto con le proprie posizioni o ideologie all’interno di un nucleo familiare carico di conflitti e traumi irrisolti.

Fare il genitore non è mai stato semplice, nessuno ti prepara o ti istruisce a come crescere un bambino, tuttavia, nel caso della genitorialità tossica, ci si riferisce a quelle situazioni, in cui le dinamiche disfunzionali feriscono, lacerano e minacciano gli equilibri di un figlio che viene privato dell’amore e del rispetto da parte della famiglia.

In questa circostanza, in cui l’individualità non è mai considerata, i conflitti e gli abusi, che sono all’ordine del giorno, pregiudicano e minano pesantemente le tappe dello sviluppo e il livello di autostima di ogni ragazzo, facendolo costantemente dubitare di se stesso e compromettendo tutte le sue relazioni future. Pertanto, quand’è che un genitore si può definire tossico? 

Chi è il genitore tossico 

Il genitore tossico è quello che umilia, manipola, critica e controlla i propri figli. Riconoscere di essere figlio di una famiglia disfunzionale è estremamente complesso dal momento che nessuno si aspetterebbe mai un simile comportamento da chi ti ha messo al mondo, da chi ti ha regalato la vita. Eppure capire e collegare che quel malessere, quel dolore e quel senso di insoddisfazione personale provengono dalle nostre mura domestiche, è doloroso, ma ci aiuta ad affrontare il problema alla radice.

Il termine genitore tossico è stato coniato dalla psicologa e autrice del libro Toxic parents, Susan Forward, secondo cui, il comportamento morboso messo in atto in famiglia, ha delle radici e motivazioni molto profonde che trovano riscontro in conflitti irrisolti e in traumi passati. 

Il nucleo familiare è l’isola felice di ogni bambino, è il posto dove viene coltivata e sviluppata la struttura psichica di ogni soggetto. Malgrado ciò, quell’amore incondizionato e quel rispetto innato per il sangue del nostro sangue, vengono meno, ostacolando il benessere mentale e fisico di chi vive sotto lo stesso tetto.

Gli atteggiamenti estremi di iperprotezione e di aggressività si ripercuotono sulla salute mentale dei più piccoli, impedendogli uno sviluppo socio-affettivo adeguato e diventando vittime del bisogno costante di approvazione.

Come riconoscere un genitore tossico

Riconoscere di essere figli di un genitore tossico non è per niente facile, le ferite inflitte inconsapevolmente da una madre o da un padre sono profonde e restano aperte per tutta la vita, creano dolore e malessere. Queste persone ledono il benessere psicologico dei bambini attraverso i loro atteggiamenti denigratori.

Ma quali sono i comportamenti che mette in atto una famiglia disfunzionale verso un bambino? 

  • Negatività: drammatizzano e negativizzano ogni aspetto della realtà, sono fuori controllo, diventano ostili, aggressivi e distruttivi per qualsiasi motivo. 
  • Mancanza di empatia: tutto è concentrato sui bisogni e sulle necessità del genitore tossico che non riesce a mettersi nei panni dei propri ragazzi. 
  • Manipolazione estrema: il controllo investe ogni campo della vita del figlio e, molto spesso, intacca anche l’esistenza di un figlio adulto con richieste irragionevoli e ricatti morbosi da parte dei membri familiari.
  • Svalutazione e critica: denigrano giornalmente i figli, scaricando tutte le loro frustrazioni e tensioni perché anche loro, con molta probabilità, sono stati criticati e presi mira da piccoli. Ricreano quindi il medesimo circuito tossico, non importa se il proprio figlio ha conseguito un risultato o una promozione, continueranno a sminuirlo, ad umiliarlo e a convincerlo di non essere abbastanza.
  • Deresponsabilizzazione e colpevolizzazione: questi genitori non si assumono mai la responsabilità di eventuali problemi, tendono sempre ad incolpare il resto della famiglia o a manipolare il corso degli eventi. 
  • Egoismo e narcisismo: il soggetto narcisista ed egoista cercherà in tutti i modi di realizzarsi tramite i figli, manipolandoli ed esercitando costante pressione psicologica mediante ricatto emotivo, senso di colpa e aggressività. 

Come comportarsi con un genitore tossico

Per capire come ci dobbiamo comportare con un genitore tossico, dobbiamo innanzitutto imparare ad accettare che non siamo in grado di controllare il comportamento di nostra madre o padre, possiamo solo, attraverso piccoli accorgimenti, iniziare a tutelarci.
Quindi per evitare la tossicità in un rapporto familiare, dobbiamo:

  • Definire dei limiti: stabilire dei confini ci aiuta a far capire quello che accettiamo e quello che non accettiamo e a prenderci i nostri spazi, rompendo il legame di forte dipendenza.
  • Scegliere un luogo di ritrovo diverso da casa: cambiare posto, consente al genitore tossico di non cadere nel classico loop del conflitto emotivo, alimentato dall’abitudine che si genera nelle mura domestiche. 
  • Cura di se stessi: imparare a dire di no alla famiglia e a metterci al primo posto, ci permette di accrescere l’attenzione e la stima verso di sé. 
  • Allontanare il genitore tossico: può provocare tanto dolore, ma può essere talvolta l’unica soluzione per recuperare il proprio equilibrio. 
  • Parlare con uno psicoterapeuta: per comprendere l’impatto che la famiglia ha avuto sulla vita e sulle relazioni future. 
(...omissis...)
 
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.ildigitale.it/genitore-tossico-chi-e-e-come-riconoscerlo/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)