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Gli 8 sintomi della dipendenza affettiva

Gli 8 sintomi della dipendenza affettiva

Dipendenza affettiva, quando l’amore è malato: gli 8 sintomi

di Matteo Gamba

E’ dalla mia storia che parto: una cameretta buia con la quale ho dovuto fare i conti ogni notte. Nessuna luce, solo l’abbandono e il rifiuto da parte di una giuria familiare che mi ha processato precludendomi il diritto legittimo di essere amata. Ed è arrivata subito la sentenza. Non ero abbastanza per…, non ero mai all’altezza di…, ma in compenso ero abbastanza per sbagliare sempre! Da questa bancarotta affettiva personale prende vita PsicoGaia assieme al tema della dipendenza affettiva che è stata la mia compagna fedele per molti anni. Nessun tradimento purtroppo (qualche scivolone glielo avrei concesso volentieri).
Pena d’amore o pena di morte? Senza dubbio direi una condanna a morte autoproclamata, a tratti consapevole (non voglio scomodare sempre l’inconscio), che mi ha portata a simulare una falsa me e altrettante false relazioni. Il perverso piacere di un dolore riconosciuto e paradossalmente necessario alla mia sopravvivenza.
Adesso voglio prendere le distanze da Gaia, ma non da questa storia.
E’ diventata una “ex”, che non ritornerà! Vorrei pertanto porre l’attenzione su questa dolorosa ossessione definita dipendenza affettiva, che ci fa vivere a galla e spesso, senza salvagente.
Cos’è, quale sono le dinamiche psicologiche che la caratterizzano e come distaccarsene.

Partiamo dalle origini. Le dipendenze. Ognuno di noi è dipendente in qualche misura dagli altri, tutti noi abbiamo bisogno di approvazione, empatia, conferme e ammirazione, per sostenerci e per regolare la nostra autostima. La vera indipendenza non è né fattibile né auspicabile, ma è possibile gestirla, tenendola a guinzaglio, quella che amo definire una convivenza obbligata, ma piacevole e funzionale. La nostra è diventata una società dipendente, drogata, lontana dal mondo interiore. Siamo abituati a non sentire, ma soprattutto a non sentirci. Abbiamo subito un’anestesia totale i cui effetti fanno fatica ad essere smaltiti. Le dipendenze affollano la nostra mente e le nostre tasche. La lista sarebbe lunga. Cito solo alcune delle forme più glamour: dipendenza dal cellulare, da internet, dallo shopping, dal cibo, dal sesso, dal gioco, dalla bottiglietta d’acqua – la famosa sete d’amore – dai fazzolettini di carta (nuova versione della copertina di Linus), e persino dalla piastra per i capelli!
Vorrei fare un breve ripasso sull’argomento della dipendenza affettiva per giusta causa. Soprattutto per coloro che hanno già dato e pagato, per non andare incontro ad eventuali ricadute. Ma anche per i nuovi tirocinanti, a scopo preventivo.
Cos’è questa dipendenza affettiva? E’ una condizione di disagio caratterizzata da un’assenza cronica di reciprocità nella vita relazionale, il famoso dare-avere in disequilibrio, e nelle sue manifestazioni, soprattutto all’interno della coppia, tende a stressare più del dovuto, creando dei veri e propri donatori d’amore a senso unico. Preferisco parlare di un malessere psicologico piuttosto che di una malattia. Sono spudoratamente contro le patologizzazioni a tutti costi, all’interno delle quali le persone vengono marchiate a vita e chiuse in un raccoglitore.
La dipendenza affettiva porta come naturale conseguenza a rapporti malsani perché nasce da una personalità destrutturata, che non riesce a camminare su gambe forti.

Vi sono chiare dinamiche psicologiche che contraddistinguono la dipendenza affettiva, le quali fanno da grillo parlante, ma solo se le accogliamo senza opporvi resistenza, potremo liberarcene.
1. Vivete con la convinzione che la vostra storia ha un enorme potenziale che però sonnecchia ancora sotto il cuscino (come dire il ragazzo è capace ma non si applica);
2. Siete convinti di rendere migliore il vostro uomo o la vostra donna, dando uno schiaffo al rispetto che non vi porta (l’illusione che con le sole vostre cure amorevoli si possa rendere migliori anche la persona più deplorevole);
3. Vi portate sempre dietro il libretto delle giustificazioni per ogni suo comportamento (se non mi ama è perché sono io che non riesco a farmi amare ecc…);
4. Vivete il vostro rapporto sia con attrazione che con repulsione (della serie “Non posso stare con te ma non posso stare senza di te”);
5. Siete così affamati d’amore che sentite la necessità di ricevere e aumentare la vostra dose giornaliera di affetto anche da un angolo del marciapiede (peccato che anche lui sia occupato con l’alzata di zampa del cane di passaggio);
6. Rincorrete il “fuggi fuggi” della vostra autostima che vuole uscire, in modo esorcistico, dal vostro corpo malaticcio e fragile;
7. Perseguite esclusivamente, come compitino per casa giornaliero, il benessere del vostro partner, tralasciando il vostro ( “Solo tu…” canticchiava Antonella Ruggiero);
8. Ricadete sempre, nelle vostre scelte sentimentali, su persone altrettanto problematiche, portatori sani a loro volta di altre forme di dipendenza (la complessità che chiama complessità).
Se vi siete rivisti, anche in parte, in alcune di questi modelli comportamentali, dovreste seriamente chiedervi se il vostro è semplicemente un MaldAmore o Dipendenza affettiva.

(...omissis...)

GAIA PARENTI

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://diariodiadamo.vanityfair.it/2016/04/07/dipendenza-affettiva-quando-lamore-e-malato-in-8-sintomi/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)