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Columbia University: dimostrata l’influenza di una sana alimentazione sul benessere psicofisico degli individui e sulla loro qualità di vita

Columbia University: dimostrata l’influenza di una sana alimentazione sul benessere psicofisico degli individui e sulla loro qualità di vita

 

Il rapporto tra cibo e depressione: si entra nella psicobiotica

Dimostrata l’influenza di una sana alimentazione sul benessere psicofisico degli individui e sulla loro qualità di vita

NUOVE EVIDENZE PER LA DEPRESSIONE  

Nello specifico, come emerso durante l’ultimo congresso della Società americana di psichiatria, la depressione merita probabilmente di essere affrontata anche a tavola. È a questa conclusione che sono giunti gli specialisti statunitensi, nel commentare le conclusioni di diverse ricerche mirate a valutare l’effetto del consumo di alimenti di origine animale e vegetale sui sintomi depressivi.  

 

«I dati sono incoraggianti e ci dicono che i pazienti stanno meglio quando li aiutiamo a mangiare in maniera più equilibrata», afferma Drew Ramsey, docente di psichiatria alla Columbia University (New York) e autore di una nuova metanalisi, di prossima pubblicazione. Si tratta di un’evidenza che non deve stupire, dal momento che il 95 per cento dei recettori per la serotonina - su cui va ad agire una specifica categoria di antidepressivi: gli Ssri - si ritrova nell’epitelio intestinale. Il recupero graduale di una condizione di benessere, secondo l’esperto, è garantito innanzitutto dagli alimenti di origine vegetale.  

 

A fare la differenza, nel complesso, alcuni macro e micronutrienti: come gli acidi grassi omega 3, il magnesio, il calcio, le fibre e le vitamine B1, B9, B12, D ed E. Sarebbero questi, secondo Ramsey, a determinare «la stabilizzazione della membrana neuronale e gli effetti antiinfiammatori», che sono poi le stesse due risposte che si punta ad avere per ridurre l’incidenza (oltre che per controllare il decorso) delle malattie neurodegenerative.  

 

MA NON SERVE ESSERE VEGETARIANI  

La centralità della vitamina B12 fa però capire come il segreto non sia essere vegetariani, visto che il composto è contenuto principalmente negli alimenti di origine animale. Secondo Charles Reynolds, docente di psichiatria geriatrica all’Università di Pittsburgh, «occorre piuttosto aiutare i pazienti a scegliere carne di migliore qualità: meglio se gli animali si sono nutriti con erba e hanno pascolato all’aperto, prima di essere macellati».  

 

Oltre alla verdura a foglia verde, tra gli alimenti che non dovrebbero mai mancare per troppo tempo dalla tavola ci sono la frutta secca (nocciole, noci, arachidi), i cefalopodi (polpi, calamari, lumache), i molluschi (cozze, vongole, ostriche) e il pesce (alici, sarde, sgombri). Cautela con i pesci di grande taglia, visto il rischio che contengano elevate quantità di mercurio. Le evidenze epidemiologiche iniziano a dunque essere solide, al punto da aver spinto due gruppi di ricerca australiani ad avviare il primo studio clinico randomizzato mirato a testare l’effetto di una dieta ricca delle presunte sostanze benefiche in persone affette da sindromi depressive di moderata e grave entità. I risultati definitivi giungeranno entro la fine dell’anno, ma quelli preliminari sono stati definiti da Ramsey «positivi, oltre le nostre aspettative».  

 

ANCHE L’ANSIA SI AFFRONTA A PARTIRE DALLA TAVOLA  

La ricerca si sta concentrando sopratutto sulla depressione e sulle forme di demenza, ma si inizia a lavorare anche nei confronti della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), delle dipendenze. Quest’ultima e la depressione, d’altronde, vanno spesso di pari passo e sono disturbi che - secondo l’Istituto Nazionale di Salute Mentale statunitense - riguardano quasi quaranta milioni di adulti: soltanto oltreoceano.  

 

In questi casi il trattamento psicoterapico o farmacologico è quasi sempre inevitabile, ma un contributo può giungere anche dalla tavola. È per dare rilievo a questo aspetto che l’Università di Harvard ha reso noto un vademecum di indicazioni dedotto dalle principali evidenze scientifiche. L’acqua è la bevanda da prediligere, quanto agli alimenti si fa riferimento ai carboidrati complessi («sono metabolizzati più lentamente e mantengono costante la concentrazione di zuccheri nel sangue»), alla frutta e alla verdura. Importante è definire anche la regolarità nei pasti, senza la quale in alcune ore del giorno si possono verificare bruschi cali della glicemia che non aiutano a sedare l’ansia. Su cui non si esclude che abbiano un ruolo tutt’altro che trascurabile gli antiossidanti. Un motivo in più per tornare a dare spazio agli alimenti di origine vegetale.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.lastampa.it/2016/06/16/scienza/benessere/il-rapporto-tra-cibo-e-depressione-si-entra-nella-psicobiotica-7kRLhvZbCCVdlvILGYEbRO/pagina.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)