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Come evolvono i disturbi alimentari: la vigoressia e il binge-eating

Come evolvono i disturbi alimentari: la vigoressia e il binge-eating

Vigoressia e disturbo delle abbuffate compulsive: conosciamo questi due disturbi alimentari

 

Accanto ad Anoressia e Bulimia (leggi qui il precedente articolo) vi sono dei disturbi alimentari poco noti e soprattutto sottovalutati che stanno prendendo piede a macchia d’olio. Desidero approfondire la Vigoressia e il Disturbo da binge-eating (noto anche come disturbo da alimentazione incontrollata). Legata alla dispercezione corporea è la Vigoressia, o bigoressia o complesso di Adone, come viene altrimenti chiamata. Essa coinvolge per lo più uomini che iniziano come cultori del fitness e del body building, ma che arrivano poi a diventare assolutamente ossessionati dal bisogno di raggiungere un fisico perfetto, tonico, muscoloso, ed eccessivamente critici per qualsiasi imperfezione anche minima.

Colpisce un numero di persone sempre crescente che, nel tentativo di incrementare in misura sempre maggiore le proprie masse muscolari, entrano in una spirale perversa capace di compromettere l’equilibrio emotivo, le relazioni sociali ed affettive, sino a minare gravemente la salute e la funzionalità organica. La Vigoressia, non è meno grave né meno pericolosa degli altri DCA e non miete meno vittime, è solo meno conosciuta, forse sottovalutata. Queste persone dedicano una eccessiva quantità di tempo, risorse e denaro nella cura del corpo leggendo riviste specializzate del settore, frequentando assiduamente palestre, saune, centri fitness, negozi specializzati in prodotti alimentari abusando di integratori per lo più a base di proteine e creatina (per poi passare, nei casi più gravi, a ormoni e sostanze anabolizzanti illegali capaci di portare anche alla morte per insufficienza epatica e renale). Ciò senza sentirsi mai completamente soddisfatti, nonostante l’enorme sforzo profuso.

Quest’ultimo punto appare particolarmente significativo poiché non solo ricorda la dispercezione corporea tipica della ragazza anoressica, ma dà idea che il soggetto sia scollegato dalla realtà e si trovi coinvolto in un disturbo psicologico vero e proprio. Alla base della Vigoressia v’è quasi sempre un uomo intimamente colpito da una forma di debolezza e sofferenza emotiva, da un’insicurezza di fondo, che cerca di investire sull’aspetto esteriore al fine di compensare le sue difficoltà interiori attraverso l’esibizione e l’ostentazione del proprio corpo.

I principali fattori psicologici implicati nella Vigoressia sembrano infatti essere la scarsa autostima, il desiderio di essere accettati e ammirati, l’insicurezza. Va chiarito che la Vigoressia si riferisce ad una condotta estrema, “ossessiva”, di iperinvestimento sul proprio fisico che differisce significativamente dal “normale” prendersi cura del proprio aspetto e della forma fisica che anzi sono indicativi di autostima e volersi bene in modo sano. Sicuramente ha un ruolo nella genesi del disturbo il modello culturale attuale. Sempre più ragazzini sotto i 18 anni frequentano palestre nella speranza di raggiungere determinati canoni fisici dal momento che l’esteriorità e la bellezza sono considerati i requisiti fondamentali per essere accettati nella società come persone di successo.

Il Disturbo da binge-eating (BED-d), noto anche come disturbo da alimentazione incontrollata, si caratterizza per la presenza di abbuffate di cibo in assenza dei comportamenti di compensazione tipici della bulimia, come vomito, attività fisica estrema, abuso di diuretici e lassativi, volti a compensare l’eccessiva ingestione alimentare. Come per fare diagnosi di anoressia non basti essere semplicemente magrissima, così per diagnosticare BED-d non bastano episodi di abbuffate isolati o fatti, ad esempio, perché si ama il cibo e lo si voglia gustare.

L’abbuffata tipica del soggetto affetto da BED-d consiste nel mangiare, in un periodo definito di tempo, per esempio due ore, un quantitativo di cibo che è decisamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e nelle stesse circostanze. Ciò è accompagnato dalla sensazione di perdita di controllo su quello che si mangia durante l’episodio, per esempio la sensazione di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa e quanto si mangia, a tal punto che spesso sono divorati cibi crudi e congelati o qualsiasi cosa si trovi a tiro, purché sia fagocitato qualcosa.

Inoltre, secondo il DSM-5, gli episodi di alimentazione incontrollata devono essere associati con tre (o più) dei seguenti sintomi: mangiare molto più rapidamente del normale; mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni; mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati (quindi senza gustare il cibo); mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si stia mangiando; sentirsi, infine, disgustati verso sé stessi, depressi, o molto in colpa dopo le abbuffate. Il comportamento alimentare incontrollato, per fare diagnosi di BED-d, si deve manifestare, mediamente, almeno per due giorni alla settimana in un periodo di sei mesi. I criteri, quindi, sono molto precisi.

Esiste una stretta relazione tra BED-d ed eccesso ponderale; la maggior parte delle persone affette da questo disturbo sono infatti obese o in sovrappeso (a differenza della Bulimia Nervosa in cui i pazienti sono generalmente normopeso). Spesso questi soggetti riferiscono numerosi tentativi di dieta, che però, in circa la metà dei casi, sono posteriori all’esordio del BED-d. Anche in questo caso la matrice del problema è di natura squisitamente psicologica. Si cerca di riempirsi di cibo per riempire un vuoto lasciato da un disagio emotivo arcaico e quindi relativo al rapporto con la famiglia di origine.

(...omissis...)

 

Dott.ssa Iris Zinzi

Dietista nel team dell’ambulatorio di Nutrizione Clinica, I.R.C.C.S. De Bellis, Castellana Grotte (Ba).

Biologa nutrizionista, libero professionista, Taranto.

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.inchiostroverde.it/vigoressia-abbuffate-compulsive/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)