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Disturbi del Comportamento Alimentare: epidemia sociale del terzo millennio

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L’epidemia sociale del terzo millennio

Quando si parla di Disturbi del Comportamento Alimentare si fa necessariamente riferimento ad una vera epidemia sociale sia nella prevalenza che nell’incidenza; in Italia ci sono circa tre milioni di giovani che soffrono di questo disturbo e decine di milioni nel mondo si ammalano ogni anno, la fascia d’età più colpita è tra i 12 ed i 25 anni, anche se oggi l’età si è abbassata da 8 a 10 anni; circa il 10% dei giovani tra i 12 ed i 25 anni è affetto da Disturbo del Comportamento Alimentare, interessando ormai anche i maschi, che sono passati dall’1% di 12 anni fa al 10%, con un’età di comparsa tra i 13 e i 17 anni, senza considerare l’incremento globale che tali disturbi hanno avuto sul resto della popolazione.
La diffusione epidemica dei DCA dagli anni Sessanta in poi ha messo a confronto psicologi e psichiatri con un fenomeno molto complesso che nel tempo ha assunto caratteristiche sempre più eterogenee. La progressiva trasformazione delle manifestazioni cliniche, che dall’iniziale predominanza di anoressia restrittiva si sono spostate verso forme prevalentemente bulimiche alla fine degli anni Ottanta, è stata accompagnata da diverse rivisitazioni dei criteri diagnostici (inclusa la proposta di includere il DAI: Disturbo da Alimentazione Incontrollata nella prossima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – prevista per il prossimo Maggio) e da un  numero sempre crescente di ricerche ed ipotesi eziopatogenetiche del disturbo. Le diverse descrizioni dei disturbi alimentari in termini sintomatici, ma anche secondo diverse dimensioni strutturali, corrispondono clinicamente a una altrettanto ampia variabilità del decorso clinico e della trattabilità. Questa variabilità pone inevitabilmente dei problemi diagnostici molto importanti che mettono in discussione da una parte l’arbitraria distinzione delle sindromi (Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Ednos) e la loro diagnosi in senso esclusivamente descrittivo fenomenologico, e dall’altra la possibilità di collocare in maniera univoca queste patologie in termini strutturali. Sembra quindi opportuno chiedersi come oggi si manifestano i Disturbi del Comportamento Alimentare e come possano essere compresi sia in termini dimensionali che categoriali, senza trascurare la frequente comorbilità con altri disturbi mentali che ne influenzano il decorso clinico e la prognosi.
Nella prossima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali troveremo ampliata la parte dedicata ai disturbi alimentari Non Altrimenti Specificati (EDNOS), cioè: “..categoria di disturbi residua all’interno di una classe di disturbi..” In pratica…..Tutto ciò che non è ne anoressia nervosa ne bulimia nervosa.

Per citarne alcuni:

Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI)

Il soggetto  mangia in un periodo definito di tempo (es. 2 ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte di persone mangerebbe in circostanze simili, è forte la sensazione di perdere il controllo durante gli episodi,essi si verificano almeno due volte a settimana. E’ da sottolineare che non sono presenti condotte di eliminazione inappropriate.

Quadro Simil Anoressia:

E’una situazione caratterizzata da una forte difficoltà nell’alimentarsi causata da problemi digestivi ( i soggetti vorrebbero alimentarsi ed aumentare di peso ma non riescono perché nel momento in cui il cibo viene introdotto, compaiono sintomi dolorosi a carico dell’apparato gastrointestinale e la fastidiosa sensazione di avere la”pancia gonfia”);

Sindrome Mastica e Sputa:

Detta anche “Chewing and Spitting  Syndrome”.Situazione questa in cui i soggetti masticano avidamente grandi quantità di cibo che poi non viene deglutito.

Night Eating Syndrome

Situazione caratterizzata da anoressia diurna con iperfagia serale. Da non confondersi con la Nocturnal Eating Syndrome .

Grazing

Situazione caratterizzata dal fatto che il soggetto “spizzica” continuamente durante tutto l’arco della giornata, senza riuscire a suddividere i pasti giornalieri nei canonici colazione, pranzo e cena.

Ortoressia

Il soggetto ha una preoccupazione eccessiva per la PUREZZA del cibo che si assume, si evidenziano: il bisogno di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti; il timore eccessivo per le conseguenze di un’alimentazione scorretta: disgusto nel riempire il proprio corpo con sostanze non naturali; paura di contaminare il proprio corpo;desiderio continuo di depurarsi. E’ da sottolineare che la RICERCA e la PREPARAZIONE di cibi PURI richiede moltissimo tempo quindi il soggetto comprometterà inevitabilmente il funzionamento socio-lavorativ in quanto i suoi pensieri si focalizzeranno sul: disgusto per le persone che mangiano in modo normale; difficoltà di relazione con chi non condivide le proprie idee sul cibo, il cibo deve fare sentire meglio e non deve essere in nessuno modo un piacere, a tutto ciò si accompagna un forte senso di colpa quando si trasgredisce la dieta.

Bigoressia
E’ fortemente presente nei soggetti maschi, il soggetto è fortemente  preoccupato di possedere un corpo non sufficientemente muscoloso. L’oggetto primario delle preoccupazioni e dei comportamenti è quello di essere troppo piccoli o muscolarmente inadeguati non di essere troppo grassi, come nell’anoressia nervosa, o di avere altri difetti estetici come per gli altri disturbi da dimorfismo corporeo. La preoccupazione causa angoscia o compromissione del funzionamento socio-lavorativo  (almeno due dei seguenti criteri): abbandono frequente di attività sociali, occupazionali o ricreative a causa del bisogno compulsivo di mantenere un programma dietetico e di allenamento; forte angoscia/evitamento di situazioni nelle quali  il corpo è mostrato agli altri; la preoccupazione causa angoscia clinicamente significativa o riduzione delle attività sociali, lavorative o in altre importanti aree del funzionamento; il soggetto continua l’allenamento, la dieta o l’assunzione di sostanze che migliorano le prestazioni nonostante sia a conoscenza delle conseguenze negative sul proprio corpo o sulla propria psiche.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)