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Disturbi del comportamento alimentare: quando la causa è la vita

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Disturbi del comportamento alimentare: quando la causa è la vita

Disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia pare possano anche essere causati da eventi drammatici o di alto impatto emotivo. Eventi della vita come la perdita di una persona cara, la rottura di una relazione, un trauma, un abuso o una violenza… tutte esperienze che possono provocare disturbi dell’alimentazione come, per esempio, la bulimia o l’anoressia
La vita spesso ci mette alla prova e non sempre sappiamo reagire o accusare i colpi con tutta la forza necessaria. Accade così che ne rimaniamo segnati – a volte per sempre.
Se poi, a tutto ciò viene anche a mancare quel sostegno di cui avremmo bisogno o sentiamo la necessità, ecco che possono insorgere anche problemi che, a prima vista, possono non avere un collegamento con le esperienze vissute. Tra questi, i problemi del comportamento alimentare come la bulimia e l’anoressia.

Tuttavia, non solo eventi traumatici come la perdita di una persona cara, la fine di una relazione o un divorzio, un trauma, un abuso o una violenza possono essere il fattore scatenante di problemi del comportamento alimentare, ma spesso questo meccanismo si avvia anche a seguito, per esempio, di un cambio obbligato di lavoro o il frequentare una nuova scuola. Ecco quanto ha posto in evidenza un nuovo studio.
I ricercatori dell’Università del Minnesota hanno coinvolto 27 persone – di cui 26 donne e 1 uomo – di età compresa tra i 17 e i 64 anni (l’età media era 27 anni) che soffrivano di disturbi alimentari da molti anni e che erano in cura presso un ambulatorio specializzato.

L’idea era quella di indentificare quali potessero essere i fattori principali dell’insorgere del disturbo alimentare. Dopo aver stabilito quali fossero le diverse manifestazioni di questi disturbi, i ricercatori hanno classificato i partecipanti in base alla diagnosi ricevuta e per la quale erano in cura. Dei soggetti coinvolti, 9 erano in cura per anoressia, 3 per bulimia, 1 mostrava entrambi i problemi e i rimanenti 14 presentavano disturbi del comportamento alimentare che non soddisfacevano tutti i criteri diagnostici di una specifica condizione.
«Lo scopo del nostro studio è stato quello di scoprire se ci fosse un legame tra gli eventi di transizione nella vita familiare e la comparsa di disturbi del comportamento alimentare», spiega l’autore principale dello studio, Jerica Berge – assistente professore al Department of Family Medicine and Community Health.

Dei possibili principali fattori scatenanti i disturbi alimentari, nei partecipanti allo studio, i ricercatori ne hanno indentificati 6. I risultati sono poi stati pubblicati sul Journal of Clinical Nursing.
Uno dei primi fattori scatenanti identificato è stato il frequentare una nuova scuola – in particolare il passaggio da un grado di scuola all’altra come, per esempio, dalle superiori all’università o dalla scuola media alle superiori.
«Nessuno sapeva chi ero. Ero incredibilmente isolata, senza appoggio e così ho smesso di mangiare», ha dichiarato, in un caso, una delle partecipanti allo studio.
Altro possibile fattore scatenante è il cambiamento nei rapporti con gli altri. Tra questi la rottura di una relazione, la separazione dei genitori e così via.
«Ero così arrabbiata con mio padre per aver scelto la sua [nuova donna] al posto che noi... – ha commentato la nuova relazione sentimentale del padre, un’altra delle partecipanti – Penso che sia lì che il mio disturbo alimentare e realmente iniziato».

Anche la morte di una persona cara, un familiare può segnare a tal punto da innescare un serio disturbo del comportamento alimentare.
«Ho iniziato a mangiare per compensare sentimenti di ansia», ha confessato una donna ricordando la morte della sorella avvenuta durante l’infanzia.
I trami, le violenze o gli abusi sessuali sono un altro potenziale fattore e, spesso, il disturbo del comportamento alimentare diventa una sorta di arma di difesa: «Ho pensato che se avessi guadagnato peso sarei stata lasciata in pace o, nel caso, in grado di reagire», ha dichiarato una vittima di violenza sessuale.

«I disturbi alimentari sono un importante problema di salute pubblica e sapere che cosa li causa ci può aiutare a sviluppare trattamenti più efficaci e di sostegno – ha sottolineato Berge – Speriamo che i nostri risultati possano essere di interesse per genitori e professionisti sanitari, così come sottolineano la necessità di una maggiore consapevolezza e sostegno nei momenti di cambiamento e stress».
L’importante è dunque non lasciare sole le persone che possono essere state vittime di un qualche evento, per loro, drammatico – o vissuto come tale. Così come è bene far aumentare la consapevolezza che questi eventi possono segnare in modo diverso da persona a persona: c’è chi li supera più o meno tranquillamente; c’è chi invece non ci riesce e sviluppa un qualche disturbo del comportamento alimentare, se non addirittura una qualche altra malattia.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)