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La vergogna e la colpa nei disturbi del comportamento alimentare

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La Vergogna e la Colpa nei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Cicli Emotivi e Patologia.
Dott.ssa Alessia Zoppi, Dott.ssa Chiara Spinaci.
Università di Urbino "Carlo Bo", Dipartimento di Scienze dell'Uomo.
Le emozioni più spesso trattate nella clinica dei DCA sono la vergogna e la colpa, stati emotivi autocoscienti che affliggono l'Io.
La vergogna è un'emozione che determina reazioni psico-fisiche specifiche: non si ha più controllo del proprio corpo e della propria mente,

ci si sente smascherati, spogliati e inermi davanti all'altro che ci ha "scoperti". Questa emozione favorisce comportamenti di rispetto verso

se stesso e gli altri e protegge dalla costruzione di una identità grandiosa e megalomanica; se eccessiva può bloccare il soggetto e

spingerlo al ritiro sociale, scatenando senso di inadeguatezza, inferiorità, inamabilità auto-attribuita, bassa autostima. Questa emozione

può essere il risultato di una valutazione percepita come interna o esterna: quando è interna il Sé giudica se stesso, con connotazioni

fortemente negative e invalidanti; quando è esterna il Sé si sente giudicato dagli altri, teme lo sguardo altrui, soprattutto quando si

esperisce come portatore di aspetti negativi e umilianti.
La colpa è un'emozione legata a qualcosa che si è compiuto a danno di terzi o che può essere giudicato negativamente. Questa emozione è

legata a giudizi, valori e morale socialmente condivisi. Mentre nella vergogna il giudizio negativo è attribuito al Sé nella sua interezza,

nella colpa si assiste ad una risposta emotiva evento-specifica: l'attribuzione negativa è legata allo specifico comportamento attuato.
La letteratura sulle emozioni nei DCA è ampia ed è possibile parlare di "circoli emotivi" di mantenimento della sintomatologia.
Da una ricerca di Skarderud (2007), attuata con un intervista semistrutturata che indaga il costrutto di vergogna nell'Anoressia Nervosa

(AN), è emersa una classificazione delle tipologie di vergogna esperite da soggetti anoressici. Questa emozione è sia "vissuta" come interna

(auto-valutazione negativa) che come esterna (sensazione che gli altri li giudichino negativamente).
I pazienti esprimono una sensazione generale di vergogna, ma a un livello più profondo sembra che essi vivano specifiche tematiche di

vergogna:
- vergogna di alcune emozioni: dell'avidità personale, dell'invidia, della tristezza, della sensazione di grandiosità, della rabbia;
- vergogna del fallimento;
- vergogna del corpo: della propria apparenza e della funzione del corpo;
- vergogna rispetto all'autocontrollo e ai comportamenti auto-distruttivi;
- vergogna degli abusi sessuali: sensazione di inferiorità, sensazione di non aver resistito;
- vergogna di avere un disturbo alimentare: per il problema legato al mangiare, per auto-accuse di vanità, per timore dello stigma sociale.
Nell'AN i soggetti sospendono volontariamente e forzatamente l'alimentazione, in linea con un comportamento controllante e rigido più che

punitivo. Essi spostano sul corpo l'espressione di un disagio psicologico legato alla propria valutazione personale: si sentono sbagliati,

inamabili, inadeguati (emozione di vergogna) ma non provano colpa, rispetto al proprio comportamento patologico. Infatti nei pazienti

emergono anche degli indici elevati legati al sentimento di orgoglio (Skarderud, 2007). Per orgoglio si intende uno stato emotivo opposto

alla vergogna, autoconsapevole, associato al successo sociale e ad approvazione o ammirazione da parte degli altri. Le tematiche di orgoglio nella AN sono:
- Orgoglio generato dall'auto-controllo rispetto alla gestione e assunzione del cibo, alle diete ferree, all'attività fisica compensatoria;
- Orgoglio generato dalla sensazione di essere straordinario, manifestato attraverso una narrativa di eccezionalità, anche grazie alla

patologia;
- Orgoglio generato dall'apparenza fisica, espresso nell'attrazione per la magrezza;
- Orgoglio generato dalla ribellione e protesta, manifestato con difese ripetute e irremovibili della sindrome.
La tenacia e l'orgoglio verso il comportamento patologico avrebbero lo scopo di compensare la propria inadeguatezza; ma i soggetti con AN

continuano a esperire le diverse tematiche di vergogna a causa dell'impossibilità di raggiungere il perfezionismo auspicato.
Sarebbero dunque contemporaneamente attivi il circolo "vergogna-orgoglio" e il circolo preferenziale "vergogna-vergogna".
Nel circolo "vergogna-vergogna" questa emozione, come causa dell'innesco di sintomi, è legata a: fattori svalutativi personali, gestione

inadeguata delle emozioni, spostamento sul corpo delle emozioni negative. La vergogna come effetto è invece collegata a tutte le tematiche di vergogna sopracitate.
Nel circolo "vergogna-orgoglio" i sentimenti di vergogna iniziali sono i medesimi del circolo precedente ma la risposta da parte del soggetto

ha lo scopo di garantire elevati livelli di orgoglio. Questo secondo circolo è interessante poiché può spiegare alcuni comportamenti tipici

dei soggetti con AN in trattamento, come ridotta motivazione alla terapia e la difesa del sintomo.
Rifacendosi allo studio di Hayaki et al., (2002) nella Bulimia Nervosa (BN) i soggetti esperiscono emozioni fortemente destabilizzanti di

colpa, oltre che vergogna, legate al meccanismo patogeno "abbuffata- eliminazione". Si può dire che in questi pazienti il circolo emotivo sia

caratterizzato da sentimenti di "vergogna-colpa".
La compulsività e la perdita di controllo nell'orgia bulimica alimenta emozioni negative. La colpa si manifesta come effetto del

comportamento "abbuffata-eliminazione", ma è anche un fattore eziologico poiché si riscontra nei pazienti con BN una vulnerabilità personale a sperimentare emozioni di colpa.
Colpa e vergogna possono inoltre spiegare la comorbilità esistente tra DCA e altre sindromi (Grabharn et al., 2006; Hayaki, et al., 2002):

depressione, ansia e DCA sono i quadri più spesso associati all'emozione di vergogna globale interiorizzata.
In presenza di comorbilità tra DCA e Fobia Sociale è possibile pensare che l'emozione di vergogna legata al corpo e al Sé sia associata al

timore di essere osservati, giudicati negativamente e "scoperti" dagli altri. Il soggetto vive la vergogna rispetto al Sé negativo e teme di

essere giudicato dall'esterno.
Nel caso di comorbiltà tra quadri depressivi e DCA è possibile pensare che il soggetto giudichi in modo assolutamente negativo il Sé e perda

qualsiasi aspettativa e speranza. La vergogna si esperisce a causa di fattori interni costituzionali sentiti come negativi.
La comorbilità dei DCA con il Disturbo Borderline di Personalità e del Controllo degli Impulsi potrebbe essere spiegata dal circolo emotivo

"vergogna/colpa-rabbia" presente nei soggetti Shame-Prone. Essi non sono consapevoli dell'emozione esperita e tendono a esternalizzarla per evitare il contatto con la negatività del Sé: all'emergere di elevati livelli di vergogna e colpa il soggetto reagisce con comportamenti rabbiosi e attribuendo la causa dell'emozione a eventi o persone esterne, con esiti catastrofici sulle relazioni interpersonali (Meneghini, 2008).
Concludendo, le emozioni sono sia "attivatori" che "meccanismi di mantenimento" della sintomatologia. Colpa e vergogna sembrano avere un ruolo specifico come attivatori, in quanto nei DCA sembra esserci una vulnerabilità a sperimentare tali emozioni e difficoltà nella gestione e riconoscimento delle stesse; ma si dimostra anche come le stesse emozioni possano essere fattori di mantenimento ed effetti del comportamento patologico, paradossalmente attuato nel tentativo di allontanarle.

 

BIBLIOGRAFIA:
- GRABHORN et al., (2006). Social Anxiety in Anorexia Nervosa and Bulimia Nervosa: the mediating role of shame. Clin. Psychol. Psychother.,

13, pp.12-19.
- HAYAKI, J., FRIEDMAN, M.A., BROWNELL, K.D. (2002). Shame and severity of bulimic symptoms. Eating Behaviors, 3, pp. 73-83.
- MENEGHINI, A.M., (2008). Quando la colpa è costruttiva. DIPAV, 23, pp. 103-120.
- SKARDERUD, F. (2007). Shame and pride in anorexia nervosa: a qualitative descriptive study. European Eating Disorders Review, 15, pp. 81-

97.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)