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Internet Addiction Disorder: i sintomi secondo il dr. Goldberg

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Guarire dalla "Internet dipendenza": oggi si può
La letteratura scientifica la definisce con l'espressione Internet Addiction Disorder. Si tratta di una vera propria dipendenza. 
Gli inglesi usano il termine addiction che indica quella particolare situazione di dipendenza generata da una condizione non presente e per differenziarla dalla classica dependence che, invece, si riferisce alla dipendenza da sostanza chimica.
In Italia, i primi studi sul fenomeno di Internet dipendenza risalgono al 1997, quando fu coniata l'espressione 'Internet Related Psychopathology'.
Ma vediamo subito, quali sono i sintomi della patologia. Il primo psichiatra che ha saputo formularne i criteri diagnostici è lo statunitense Ivan Goldberg.
Secondo il dottor Goldberg, i sintomi sono i seguenti:
1. Bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione; 
2. marcata riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet;
3. sviluppo, dopo la sospensione o diminuzione dell'uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line, classici sintomi astinenziali;
4. necessità di accedere alla rete sempre più frequentemente o per periodi più prolungati rispetto all'intenzione iniziale;
5. impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l'uso di Internet;
6. dispendio di grande quantità di tempo in attività correlate alla rete;
7. continuare a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici recati dalla rete. 
Una vera e propria patologia quindi, che provoca il deterioramento del funzionamento fisico e psichico del soggetto fino a farla diventare una patologia ben più pericolosa di quella da alcol e fumo. 
Stando agli studi effettuati dai ricercatori della Booth School of Business dell'Università di Chicago su un campione di 250 persone, Facebook e Twitter incidono, in termini di dipendenza, piu’ del fumo e dell’alcol 
L'Internet Addiction Disorder consta di diverse forme di dipendenza: da gioco d'azzardo patologico on line; da cyber-relazioni; da cybersesso; da MUDs (giochi di ruolo on line) e, l’ultima, da eccesso di informazioni. 
Una patologia pericolosa e degenerativa. Tanto che la prima Fase si definisce Tossicofilica ed è caratterizzata dall'incremento delle ore di collegamento, da continui controlli della casella e-mail, della presenza in chat e forum di discussione, tutte ore sottratte al fisiologico sonno.
La seconda Fase è quella Tossicomanica: con collegamenti estremamente prolungati, al punto da compromettere la propria vita socio-affettiva, relazionale e lavorativa o di studio.
Particolarmente esposti al rischio sembrano essere i soggetti di eta’ compresa tra i 15 e i 40 anni, ancor più se in grado di “smanettare” , “chattare”, taggare” e “twittare”.
E, come al solito, anche in questo caso la crisi fa da capro espiatorio. Del resto, la diffusa ristrettezza economica incentiva – rectius: istiga – i giovani a restare a casa, magari davanti al monito del pc o al LCD del tablet, luoghi in cui è più facile trovare consenso e gratificazione, seppur virtuale.
La buona notizia e’ che la cura contro la dipendenza patologica da internet e i disturbi del comportamento ossessivo verso il web, esiste. 
La cura dell’internet addiction consiste in un protocollo di intervento articolato in tre passi successivi: un colloquio iniziale per confermare o meno la diagnosi di dipendenza; alcuni incontri successivi per individuare la psicopatologia sottostante, eventualmente contenuta con un’appropriata terapia farmacologia e, infine, il progressivo inserimento in gruppi di riabilitazione, al fine di “riattivare” un contatto “dal vivo” con gli altri e di conseguenza esperienze autentiche di condivisione, senso del limite, capacità di attesa e comunicazione non verbale.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)