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Ludopatia: le dimensioni del fenomeno in Italia

Ludopatia: le dimensioni del fenomeno in Italia

Ludopatia: italiani, un popolo di malati (gravi)


A cura di Metella Ronconi

 

Non soltanto droghe, alcol e fumo; nella lista delle dipendenze patologiche, occupa un posto importante anche la ludopatia. Sempre più italiani sfidano la sorte con il gioco d’azzardo. Secondo i dati dei Monopoli di Stato, rielaborati dall’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo, nel 2017 gli italiani hanno speso complessivamente tra slot machine, gratta e vinci e gaming online oltre 100 miliardi di euro. Un aumento del 6% rispetto al 2016 e del 142% rispetto al 2007.

Simile alla tossicodipendenza

Le persone affette da ludopatia appaiono spesso impulsive e disordinate. Mentre giocano, annullano tutto quello che hanno intorno, proprio come i tossicodipendenti. Rivelano scarsa sensibilità e altruismo, maggiore distacco sociale e preferenza per le ricompense materiali. Il giocatore patologico non riesce a separarsi dal gioco se non per brevi periodi di tempo: un comportamento compulsivo dettato anche dall’illusione di potersi rifare delle somme perdute. Quando tenta di ridurre o interrompere il gioco, manifesta uno stato di irrequietezza e irritabilità, tipico “fenomeno dell’astinenza”.

Una dipendenza trasversale

In Italia le persone che presentano forme di ludopatia sono circa 790.000. Di queste, il 50% è disoccupato. Ma il rischio si estende a ben 1.750.000 italiani. Non esiste un vero identikit del giocatore. Quella del gioco d’azzardo è una dipendenza trasversale che riguarda uomini, donne e giovani di ogni ceto sociale: dal disoccupato alla persona più abbiente. L’elevato livello di eccitazione raggiunto spinge il giocatore a trascurare tutto ciò che lo riguarda e lo circonda: famiglia, affetti e lavoro. Inoltre, spende somme di denaro sempre maggiori allo scopo di raggiungere lo stato di eccitazione desiderato. Perde, di conseguenza, la reale percezione del valore del denaro.

Sempre più vittime tra i giovani

Tra i giovani spesso il gioco d’azzardo viene considerato un’attività normale. Molti ragazzi vedono i loro genitori giocare abitualmente e così iniziano anche loro. In Italia il 58,1% dei ragazzi gioca d’azzardo e l’8% tra loro ha comportamenti problematici. Si abbassa anche l’età in cui i ragazzi iniziano a giocare: la fascia più a rischio è quella degli adolescenti.

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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)