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Alcol: il ruolo dei recettori CRF nel binge drinking

Il fattore di rilascio della corticotropina (CRF) è coinvolto nella regolazione di  molte funzioni  fisiologiche importanti, compresa la regolazione del consumo di alcol. Tuttavia, studi effettuati su topi geneticamente modificati (knockout, KO) in un modello di accesso continuo all'alcol non hanno confermato questo coinvolgimento. Altri studi recenti hanno mostrato che gli antagonisti del recettore di tipo 1 (CRFR1) riducono l'assunzione di alcol nel modello di accesso limitato all'alcol. Per testare i possibili effetti degli antagonisti dei recettori CRF, un team di ricerca dell'Università di Portland, negli Stati Uniti, ha valutato l'assunzione di alcol o di zucchero (saccarosio) su topi  privi del recettore CRFR1 o del recettore CRFR2 (topi KO) e su  topi in cui il recettore era ancora presente. Nel primo e nel terzo giorno ai topi è stato messo a disposizione il 20% di etanolo e il 10% di saccarosio per due ore e acqua disponibile
per tutte le ore restanti. Al quarto giorno, l'accesso all'etanolo e al saccarosio è stato portato a quattro ore. Al termine di ogni sessione, è stato misurato il volume di etanolo assunto e al termine dell'ultima sessione è stato effettuato un prelievo di sangue per calcolare la concentrazione di etanolo. I topi privi del recettore CRFR1 hanno mostrato tassi di assunzione e concentrazioni di etanolo nel sangue più bassi e tassi di assunzione di saccarosio più elevati rispetto ai topi nei quali il recettore è presente. Al contrario, i  topi privi del recettore di tipo 2 (CRFR2) hanno avuto tassi simili, rispetto ai topi con il recettore.
I risultati, concludono gli autori, confermano che il recettore CRFR1 gioca un ruolo nel binge drinking e identifica il fattore di rilascio della corticotropina come il ligando coinvolto criticamente nell'eccessivo consumo di alcol.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)