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Brescia: Asl in campo contro il "binge drinking"

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Asl in campo contro il «binge drinking»
Si chiama «binge drinking» e arriva dal Nord Europa: un bicchiere di superalcolico via l'altro, nel giro di una manciata di minuti. È una

delle facce dello «sballo» alcolico tra i giovanissimi. E tra le giovanissime: la relazione annuale del Ministero della salute al Parlamento

lancia l'allarme. Negli ultimi quindici anni è quasi triplicato il numero delle ragazze, tra i 14 e i 17 anni che consuma alcol fuori pasto:

si è passati dal 6% del 1995 al 14,6% del 2010.
«È un fenomeno in aumento da qualche anno - conferma il dottor Fabio Roda, responsabile del Servizio Alcologia dell'Asl di Brescia -. Già i

dati dello scorso anno, hanno evidenziato, che tra i 14 e i 18 anni, le ragazze hanno superato in percentuale i ragazzi». I ragazzi del

«binge drinking», difficilmente approdano ai Nuclei operativi alcol dipendenze, che hanno in carico, nella quasi totalità dei casi, persone

tra i 30 e i 50 anni.
«Difficilmente a quell'età hanno già sviluppato patologie di una certa gravità correlate al consumo di alcol di cui ci occupiamo noi. Tra le

persone che abbiamo in carico, il range d'età tra i 15 e i 18 anni rappresenta l'1%», spiega Roda. Non si può ignorare, «un certo retaggio

culturale per cui abbiamo anche adulti che non si accorgono di quanto sta accadendo ai ragazzi». «Il binge drinking è un comportamento a

rischio che se protratto nel tempo - avverte Roda - potrebbe portare a patologie complesse».
La partita, con adolescenti e i ragazzi con qualche anno in più, va giocata «sul fronte della prevenzione». «Nella rete di cui facciamo

parte, con altre realtà socio sanitarie, ma anche educative, come scuole e oratori - ricorda il medico - si lavora per ampliare le attività

preventive». Il servizio guidato da Roda lavora con i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale per diffondere la pratica del

«minimal advice»: si tratta di brevi interventi informativi e di sensibilizzazione rivolti ai ragazzi e alle loro famiglie. «Stiamo avviando

protocolli con le unità di pronto soccorso di alcuni ospedali - anticipa Roda -. Il pronto soccorso diventa un punto in cui dare informazioni

sulle conseguenze legate all'abuso di alcol».
p. gr.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)