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Digiunare per ubriacarsi, è il binge drinking la nuova allarmante tendenza tra i giovani

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Digiunare per ubriacarsi, è il binge drinking la nuova allarmante tendenza tra i giovani

Questa volta  non è il binge drinking ad allarmare i comportamenti dei giovani legati all’uso di alcol ma la drunkoressia: mix di alcolismo e rifiuto di cibo. È la nuova tendenza della dipendenza, che vede sostituire il cibo col bere per diventare come modelle

Stando agli studi della Direzione della prevenzione del Ministero della Salute, il pericoloso fenomeno ha già contagiato 300mila ragazzi tra i 13 e i 17 anni (di cui per l’80% ragazze) e non si tratta di una semplice abitudine ma può classificarsi quale patologia.
Importato dagli Stati Uniti, questo comportamento vede digiunare volontariamente i giovanissimi per tutto il giorno fino all’assunzione, alla sera, di grandi quantità di alcolici e superalcolici per condividere l’ebbrezza della sbornia, sentirsi più inibiti e socialmente attraenti e per condividere la moda della magrezza e del perdere peso.
Come per ogni forte dipendenza non è facile uscire da soli da questo vortice, anche perché simili condotte vanno spesso minimizzate e sottovalutate. Riconoscerle è fondamentale per poter prevenire le alterazioni che possono comportare.
Laura della Ragione, referente del Ministero per i Disturbi del comportamento alimentare, afferma: «Questi comportamenti si diffondono con un passaparola, per imitazione, per questo è molto importante fare prevenzione sia nelle scuole che all’interno delle famiglie. La diagnosi precoce è sicuramente decisiva, perché se noi intercettiamo questi disturbi nel primo anno di storia di malattia, abbiamo probabilità altissime di guarire questi ragazzi. E’ molto importante, dunque, perché oggi, di questi disturbi, si può guarire. Le terapie sono molto specializzate per cui prima si arriva alle cure, prima si guarisce».

Stando agli studi della Direzione della prevenzione del Ministero della Salute, il pericoloso fenomeno ha già contagiato 300mila ragazzi tra i 13 e i 17 anni (di cui per l’80% ragazze) e non si tratta di una semplice abitudine ma può classificarsi quale patologia.

Importato dagli Stati Uniti, questo comportamento vede digiunare volontariamente i giovanissimi per tutto il giorno fino all’assunzione, alla sera, di grandi quantità di alcolici e superalcolici per condividere l’ebbrezza della sbornia, sentirsi più inibiti e socialmente attraenti e per condividere la moda della magrezza e del perdere peso.

Le conseguenze sono danni al cervello, cirrosi epatica, alterazioni cardiache e disturbi di vario tipo.

Come per ogni forte dipendenza non è facile uscire da soli da questo vortice, anche perché simili condotte vanno spesso minimizzate e sottovalutate. Riconoscerle è fondamentale per poter prevenire le alterazioni che possono comportare.

Laura della Ragione, referente del Ministero per i Disturbi del comportamento alimentare, afferma: «Questi comportamenti si diffondono con un passaparola, per imitazione, per questo è molto importante fare prevenzione sia nelle scuole che all’interno delle famiglie. La diagnosi precoce è sicuramente decisiva, perché se noi intercettiamo questi disturbi nel primo anno di storia di malattia, abbiamo probabilità altissime di guarire questi ragazzi. E’ molto importante, dunque, perché oggi, di questi disturbi, si può guarire. Le terapie sono molto specializzate per cui prima si arriva alle cure, prima si guarisce».

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)