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Dipendenza da Whatsapp: fenomenologia di un problema emergente

Dipendenza da Whatsapp: fenomenologia di un problema emergente

Dipendenza da Whatsapp: una “nuova” forma di dipendenza al passo con i tempi

 

Con l’avvento di internet sono nate nuove forme di comunicazione in continua evoluzione, come Facebook, Twitter e, soprattutto,  Whatsapp; dall’inglese “What’s up? – Che succede?”, un’applicazione di messaggistica istantanea che utilizza internet.

Come tutte le innovazioni tecnologiche porta con se vantaggi e svantaggi:
è  completamente gratuito, facile da usare e accessibile a tutti, fattore che l’ha resa l’applicazione di messaggistica istantanea più usata al mondo, trasversalmente ed a qualsiasi età.

Permette di inviare oltre ai messaggi di testo foto, note audio e video, e questo continuo scambio di informazioni e file multimediali spesso fa sentire i più giovani parte di un gruppo e quindi meno soli.

La possibilità di creare chat di gruppo all’interno delle quali vengono inserite persone collegate da qualcosa in comune (compagni di scuola, amici delle vacanze, gruppo sportivo ecc..) ha il grande vantaggio di aver reso la comunicazione per le persone più timide, introverse, insicure e che tendono ad estraniarsi per timore di essere giudicate negativamente, più semplice e spontanea

Ma un uso scorretto e poco informato di questo mezzo di comunicazione comporta dei rischi; due fra tutti: la dipendenza e il rischio per la tutela della propria privacy che può portare a veri e propri atti di bullismo.

La maggior parte degli individui spende più di otto ore al giorno su WhatsApp, facendone un vero e proprio abuso. Questo porta inevitabilmente a un distacco dalla realtà e ad un crescente bisogno di stare continuamente in contatto con qualcuno. Tale bisogno, nei casi più gravi, può sfociare in una vera e propria dipendenza. In assenza di tale mezzo, l’individuo infatti può sentirsi spaesato, solo, depresso, ossessionato dal pensiero di ricevere messaggi e cerca qualsiasi modo per rientrare in connessione con il mondo. Questo forte legame dell’uomo con il telefonino lo si può notare ovunque: in  metro, dove si osservano persone chiuse nelle proprie conversazioni, per le strade, nei ristoranti, nelle scuole ecc..

Per molte persone, soprattutto giovani, il primo gesto al mattino è diventato controllare eventuali messaggi quasi ancor prima di aprire gli occhi e l’ultimo prima di andare a letto è inviare gli ultimi messaggi, fino al punto che per alcuni una mancata risposta fa scaturire uno vero e proprio stato d’ansia generato dall’attesa; tutti fattori che denotano come questa forma di comunicazione stia prendendo il sopravvento sulla vita reale che passa, spesso, in secondo piano.

Un altro rischio legato all’uso di WhatsApp riguarda le informazioni personali e i file multimediali privati. Capita molto spesso di trovarsi in conversazioni di gruppo all’interno delle quali vi sono numerose persone, non tutte conosciute, e di inviare informazioni personali (nome, cognome, indirizzo, scuola frequentata), foto o video con riferimenti sessuali o addirittura di organizzare appuntamenti con gente sconosciuta; il tutto senza porsi minimamente il problema di chi vi sia dall’altra parte del telefono.

E’ molto importante, quindi, capire cosa può essere condiviso o meno e i gravi rischi a cui si va incontro nel caso in cui informazioni o file personali finiscano in mani sbagliate.

Con l’avvento ed il crescente non controllato uso di questo nuovo mezzo di comunicazione abbiamo visto nascere una nuova forma di bullismo messa in atto proprio attraverso tale strumento. E’ frequente, specialmente fra i ragazzi più giovani, trovare gruppi WhatsApp all’interno dei quali la persona presa di mira viene derisa, presa in giro, insultata oppure esclusa.

Ma ci sono anche altri “pericoli” legati ad un uso non consapevole di questo mezzo di comunicazione:

  • 1) WhatsApp può trasformarsi in uno strumento di controllo
    Whatsapp, oltre ad essere un mezzo per la comunicazione, è divenuto anche un mezzo di controllo grazie a diverse funzionalità offerte dall’applicazione stessa. E’ possibile controllare, se la persona è disponibile, in riunione, a scuola, perfino se ha la batteria scarica, se  è online o meno, verificare se il messaggio inviato è arrivato o meno, se è stato letto,  e perfino quando è stato il nostro ultimo accesso alla rete.Funzioni di per se’ potenzialmente utili e funzionali ma che possono esasperare sentimenti come gelosia e ossessività in chi ha la tendenza a ipercontrollare.In questo modo è infatti possibile verificare costantemente gli ingressi degli amici più stretti, se il proprio partner è online, se il suo ultimo accesso è coerente con l’attività che sta svolgendo, fino ad essere una vera e propria ossessione.
  • 2) Whatsapp può radicalizzare l’incapacità a comunicare
    Sempre più spesso, vediamo gente con il capo chino sul cellulare, mentre è intenta a rispondere ai vari messaggi ricevuti. Tanta è la voglia di rimanere sempre in contatto con il mondo “virtuale”, che talvolta non si riesce a parlare nemmeno con la persona che si ha di fronte.Si osserva una crescente maggiore difficoltà a relazionarsi, se non dietro ad uno schermo, un mezzo sicuramente utile per abbatte il muro della paura e della timidezza ma che mette a rischio il rapporto reale, umano, tangibile tra persone, esautorando i rapporti dal loro tradizionale significato; in questo modo si rischia che vengono a mancare:L’empatia: elemento fondamentale alla base di ogni relazione, capacità profonda  di  intuire gli stati d’animo altrui, “sentire” ciò che prova l’altro, ascoltare e comprendere le esigenze altrui.La mimica facciale: ovvero quel complesso di movimenti espressivi del volto, che accompagna il linguaggio articolato. L’impossibilità ad accedere alla mimica facciale e anche all’intonazione della voce da parte del nostro interlocutore può cambiare radicalmente il significato del messaggio che si vuole trasmettere, causando spesso delle incomprensioni relazionali ed alimentando o esacerbando discussioni e litigi.L’interazione spontanea: si tende a far si che tutte le attività vengano programmate solo se necessarie. Non vi è più la decisione momentanea su cosa fare, dove andare o come incontrarsi bensì tutto è organizzato precedentemente ed è strettamente legato a una necessità
  • 3) L’istantaneità come distruzione “dell’attesa”
    Whatsapp è sinonimo di istantaneità anche come “obbligo di rispondere con immediatezza”, distruggendo così l’attesa. Se si vuole raccontare qualcosa a un amico non si aspetta più di incontrarlo, ma lo si “contatta”; se si è in viaggio non si aspetta più di tornare per mostrare ciò che si è visto, ma si mandano foto in tempo reale. In un mondo dove tutto può essere fatto subito e rapidamente, l’attesa diventa fonte di ansia.L’attesa non è più un’aspettativa ma si traduce in domande quali: “perché non risponde?”, “perché non mi contatta?”.Il messaggio è ormai equiparato a una conversazione “vis-à-vis”; l’attesa diventa quasi un “rischio” , il rischio di non essere ascoltati o di essere esclusi. 
  • 4) Disturbi del sonno
    La maggior parte degli utenti di WhatsApp scambia gli ultimi messaggi sulle chat prima di andare a dormire, un fenomeno che riguarda maggiormente i giovani.Le radiazioni elettromagnetiche emesse dal cellulare possono ridurre la durata del sonno, la sua qualità oppure ritardare la fase di addormentamento.E’ dimostrato che l’uso del cellulare prima di andare a dormire fa sì che la persona impieghi un tempo maggiore ad entrare nelle fasi del sonno più profonde e ci resti meno a lungo. Le conseguenze della mancanza di sonno o, in generale, di una sua minore durata sono poca concentrazione, nervosismo, basso rendimento scolastico o lavorativo sino in casi estremi alla depressione; conseguenze del fatto che l’individuo non riesce a recuperare in maniera soddisfacente le energie spese durante la giornata.

Dipendenza da Whatsapp, Cosa fare allora?

La dipendenza da whatsapp rientra in quella che viene definita “dipendenza da internet”, categoria ancora in via di definizione, che si riferisce all’uso eccessivo di internet associato a comportamento irritabile e umore negativo quando se ne è deprivati.

Questa condizione viene generalmente associata ai disturbi del controllo degli impulsi ad esempio come il gioco d’azzardo patologico.

I sintomi della dipendenza da internet si manifestano quando lo stato psicologico di una persona, l’attività scolastica o lavorativa e le sue interazioni sociali vengono danneggiate dall’uso eccessivo o improprio di questo mezzo, che acquisisce nella vita della persona un’importanza centrale a scapito di altre attività fondamentali.

Il trattamento della dipendenza da internet passa attraverso un mirato intervento psicoterapeutico, in prima istanza di tipo cognitivo comportamentale.

(...omissis...)

Carlotta Pino

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.istitutobeck.com/news/dipendenza-whatsapp-nuova-forma-dipendenza-al-passo-tempi

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)