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I giovani e il binge drinking, Scafato: "A 60 anni avranno l'ippocampo ridotto del 20%"

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L'alcol "brucia" il cervello dei giovani...
A 60 anni avranno l'ippocampo ridotto del 20%


Consumare grandi quantità d'alcol in tempi relativamente brevi può causare danni irreversibili al cervello. E' quanto appurato da una ricerca condotta da un'equipe di scienziati statunitensi che, nel dare la notizia, hanno sottolineato come i più esposti ai rischi delle "binge drinking" (bevute compulsive) siano principalmente i giovani. Sia chiaro, consumare di tanto in tanto una birra, un superalcolico o un cocktail è possibile. Ciò che si deve evitare sono gli eccessi che, stando a quanto scoperto dal team della dottoressa Chitra Mandyam, causano la degenerazione irreversibile dell'ippocampo, una area essenziale per la memoria. Lo studio, pubblicato sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze (Pnas), è stato condotto su primati in età adolescenziale.


Bevendo troppo si uccide il cervello - Secondo quanto riferito da Emanuele Pasquale Scafato, direttore Osservatorio Nazionale Alcol, questo studio è una importante conferma di qualcosa che si era già visto per via indiretta su adolescenti: "sin dal 2000 ricerche condotte negli Usa anche da scienziati italiani hanno mostrato, attraverso la risonanza magnetica, che il cervello di giovanissimi che praticano il binge-drinking ha un volume ridotto soprattutto a livello dell'ippocampo e che a ciò corrisponde una riduzione funzionale del 10-20% di memoria e capacità di orientamento dei giovani".


"Il 22% dei giovani di 18-22 anni fa binge drinking - spiega Scafato - si tratta di una generazione destinata ad avere un deficit cognitivo", che si manifesterà in modo dirompente quando questi giovani avranno 60-65 anni. "Si dovrebbe aumentare l'età minima legale per il consumo di alcol a 18 anni - è l'appello di Scafato - ed introdurre il divieto di vendita".


Con alcol neuroni degenerano - Gli esperti dello Scripps Research Institute di La Jolla hanno dato una bevanda alcolica, camuffata con succo di agrumi (come le bevande alcoliche aromatizzate - chiamate alcopop - che spesso segnano l'iniziazione dei giovani all'alcol), a un gruppo di giovani macachi che potevano berne a piacimento per un'ora al giorno. Dopo 11 mesi di binge drinking nell'ippocampo si osserva diminuzione delle cellule staminali neurali e degenerazione di neuroni".


Il motivo di questi effetti devastanti e irreversibili, spiega Scafato, è che "l'organismo dei giovani non è ancora in grado di metabolizzare l'alcol (questa capacità si sviluppa, grazie a un enzima, solo intorno ai 20-21 anni). L'alcol, quindi, è libero di circolare nel loro organismo", spiega, e andare nel cervello a fare danni. Infatti l'alcol, precisa Scafato, è una sostanza ‘lipofila', cioè ama il grasso (non a caso viene usato come ‘rimedio della nonna' per togliere macchie di grasso). "Poiché le membrane cellulari sono fatte quasi interamente di grassi - continua Scafato - quando l'alcol arriva nel cervello distrugge i neuroni e, ciò che è peggio, le staminali neurali, concentrate nell'ippocampo". I giovanissimi che iniziano col bere gli alcopop (bibite alcoliche appositamente sviluppate dalle industrie per catturare i teenager ed iniziarli all'alcol) e che poi si ritrovano a praticare il binge-drinking al sabato sera vanno incontro, quindi, allo stesso destino visto nel cervello dei macachi.


"E' importante che i giovani capiscano che il binge drinking non è solo causa di ubriachezza - sottolinea Scafato - ma è una vera intossicazione (non a caso il 14% delle intossicazioni alcoliche registrate in ospedale sono a carico di under-14). "L'alcol - conclude Scafato - è la prima causa di morte tra i giovani", e un'altra ‘vittima' dell'alcol è il loro giovane cervello.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)