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Note sulle dipendenze nella società additiva, parla il dr. Gatti

Note sulle dipendenze nella società additiva, parla il dr. Gatti

NOTE SULLE DIPENDENZE NELLA SOCIETA’ ADDITIVA

Riccardo Gatti, medico psichiatra e responsabile del Dipartimento Dipendenze di Milano, riflette in un articolo pubblicato sul proprio blog, sul senso delle dipendenze nella nostra società additiva. Con società additiva Gatti intende il fatto che le logiche di mercato prevalenti incitano gli individui a comportamenti additivi funzionali a una “cultura” che fa del consumo di merci e di sostanze una delle proprie pietre angolari. Le situazioni di consumo additive sono generate e riprodotte da tutta una serie di agenti e di interessi, economici ma non solo. Ciò determina il fatto che i soggetti che diventano dipendenti da sostanze e comportamenti spesso risultino, a giudizio di Gatti,  intrappolati in un circuito di cura che interviene sulle loro patologie solo una volta che il danno è stato fatto e si è cronicizzato.

Sostiene Gatti: “Ripensiamo ad altre patologie che possono essere croniche, invalidanti o mortali. E’ normale fare test di controllo, parlarne con il medico di medicina generale o con lo specialista, tener conto della possibilità della loro presenza “subclinica” al momento di una visita o di un ricovero eseguiti per altri motivi. Tutto ciò usualmente non si verifica per quanto riguarda le dipendenze patologiche.  Spesso eludiamo il problema perché un intervento più incisivo correttamente progettato e gestito sinergicamente richiede maggiori investimenti anche nei termini di comunicazione, formazione e gestione dei rapporti con le persone: pensiamo non ne valga la pena. Ciò che detta legge è soprattutto la volontà, poco dichiarata, di controllo sociale per il contenimento della devianza più che il desiderio di generare opportunità per curare e prendersi cura precocemente. Ci sono dipendenze patologiche gravi, soprattutto da sostanze legali, di cui nemmeno si parla perché non generano devianza.

Il disimpegno che ne deriva, in termini preventivi e di trattamento, favorisce i consumi e ne aumenta i costi conseguenti. Così, in termini di vite spezzate, di famiglie distrutte, di invalidità, di interventi di emergenza urgenza, di cure croniche, di trattamenti per patologie correlate, di assistenza sociale, di conseguenze per fatti di cronaca ed incidenti, nonché di spesa per sostanze d’abuso legali e illegali e per il gioco patologico, continuiamo a pagare un prezzo altissimo”.

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.cesda.net/?p=11539

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)