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Pub Crawl e Binge Drinking: i pericoli della movida romana

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Roma, Pub Crawl e Binge Drinking: i pericoli della movida romana

 

Codici: il Campidoglio intensifichi i controlli nei pubblici esercizi che vendono alcolici. Troppo spesso non vengono richiesti i documenti
Movida notturna: negli ultimi giorni è stata spesso scenario di numerosi episodi violenti riportati dalla cronaca romana.
Proprio per questo in Campidoglio si discute dell'ordinanza antialcol, contenente probabilmente gli stessi divieti di quella sospesa dal Tar. Si tratta del divieto assoluto di vendita o somministrazione di bevande alcoliche per l'asporto e il consumo al di fuori del locale, dalle 23 alle 6 nelle zone più frequentate della Capitale. Inoltre, saranno tarati a breve, per rilevare le concentrazioni di alcol e droga, i "nasi elettronici" installati nelle 14 nuove telecamere di sicurezza già funzionanti da qualche settimana nei pressi di Piazza Trilussa, a Trastevere. Il progetto è sperimentale e sarà esteso anche ad altre zone che registrano una fiorente vita notturna, come Campo dè Fiori, piazza dell'Immacolata, piazza della Madonna dei Monti e via San Giovanni in Laterano.
La situazione è di importanza rilevante, anche perché negli ultimi anni hanno preso piede diverse abitudini pericolose, soprattutto per quanto riguarda i giovani


Stiamo parlando del pub crawl, letteralmente una "nuotata tra i bar", per la quale giovani turisti pagano agli organizzatori tra i 20 e i 30 euro per ubriacarsi in giro per il centro della Capitale. Questa pratica non è legale, motivo per il quale non si fissano più gli appuntamenti su internet ma direttamente sul posto. Scaltre "guide turistiche" infatti, si appostano nei luoghi più turistici di Roma, da piazza Navona, al Colosseo, a Capo dè Fiori, per proporre ai turisti un vero e proprio tour alcolico nei locali della città. Insomma, l'alcol a basso costo è assicurato, ma non altrettanto la sicurezza e l'incolumità dei turisti.
Il pericolo per i giovani è molto alto, visto che gli ultimi dati Istat riguardo il consumo di alcolici riportano percentuali fin troppo elevate.


Si consideri che nel 2011 il 66,9% della popolazione di 14 anni e più ha consumato almeno una bevanda alcolica nell'anno. Cresce poi fortemente il consumo di alcol fuori pasto dei giovanissimi. La quota di 14-17enni che consuma alcol fuori pasto passa dal 15,5% del 2001 al 18,8% del 2011.


Nel complesso, i comportamenti a rischio nel consumo di alcol (consumo giornaliero non moderato, binge drinking, consumo di alcol da parte dei ragazzi di 11-15 anni) riguardano 8 milioni e 179 mila persone.
I comportamenti a rischio sono più diffusi tra gli anziani di 65 anni e più (il 43,0% degli uomini contro l'10,9% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 22,8% dei maschi e l'8,4% delle femmine) e gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,1% dei maschi e l'8,4% delle femmine).
La popolazione più a rischio di binge drinking (assunzione di 5 o più bevande alcoliche in tempi brevi) è proprio quella giovanile (18-24 anni): il 15,1% dei giovani (21,8% dei maschi e 7,9% delle femmine) si comporta in questo modo, per lo più durante momenti di socializzazione.


Tra i ragazzi di 11-15 anni la quota di chi ha almeno un comportamento a rischio è pari all'11,9% senza differenze di genere evidenti. Tale comportamento è grave anche perché pone le basi per possibili consumi eccessivi nel corso della vita.


"Gli ultimi episodi di violenza della movida romana parlano chiaro - commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici - e non basteranno delle ordinanze che vietano la vendita di alcolici in determinate fasce orarie. Noi chiediamo al Campidoglio di attuare misure concrete, come il controllo ferrato della vendita di alcolici nei supermercati, luogo ideale dove i giovani, anche minorenni, comprano di tutto passando inosservati e il controllo dei documenti all'interno dei pub".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)