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Savona, indagine sugli studenti: dilaga il binge drinking

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Sbronzi a undici anni, allarme alcol

Michele Follesa

Savona - Sbronzi a undici anni. Il 50% degli studenti savonesi, dagli undici ai ventiquattro anni, nel 2010 ha assunto cinque o più bevande alcoliche in una stessa serata; questo fenomeno è chiamato binge drinking, letteralmente, "bere per la botta". E' questo il dato più allarmante che viene rilevato dai dati dell'Asl 2 in materia di alcol tra gli studenti.

«Già a undici anni si comincia a consumare alcol senza considerare i problemi che può causare, perché in quell'età non sono presenti nell'organismo umano gli enzimi che dovrebbero bruciarlo- spiega la psichiatra per la prevenzione dell'alcol Livia Macciò - L'alcol è la sostanza che viene consumata di più tra i minori perché di facile reperibilità e ha costi minori rispetto alle droghe».

Il fenomeno del binge drinking s'inizia a verificare nei ragazzi tra gli undici e i quindici anni, fascia in cui risulta che l'1,6% dei maschi e l'1,5% delle femmine hanno bevuto cinque o più cocktail in una sola serata. Si registra un importante incremento tra i quindici e i sedici anni, dove si passa dal 1,6 % al 10% tra i maschi e tra il 1,5% al 3,6% tra le femmine. Il passaggio dai diciotto ai ventiquattro anni rileva un aumento dal 10% al 23% dei maschi e dal 3,6% al 9,1% delle femmine. Il consumo di bevande alcoliche negli ultimi dodici mesi, aumenta progressivamente al crescere dell'età: tra i maschi dal 72% dei 15enni si passa al 92,6% dei 19enni, mentre tra le coetanee le rispettive prevalenze passano dal 69,9% all'89,3%.

In entrambi i generi, il passaggio dai quindici anni ai sedici anni si contraddistingue per un rilevante incremento delle quote di consumatori, raggiungendo tra i 16enni una quota pari all'84% tra i maschi e 80,2% tra le femmine. «Il fenomeno del consumo dell'alcol tra i minori è aumentato, ma un grosso problema è dovuto all'aumento del binge drinking. Per cercare lo sballo estremo vengono mischiate bevande come la birra e i superalcolici in una sola serata». La psichiatra sottolinea il ruolo dei genitori: «Molto spesso sono proprio i genitori a far assaggiare per la prima volta dell'alcol ai propri figli, senza considerare i danni che può provocare a un ragazzo tra gli undici e i quindici anni e tralasciano anche il fatto che sia vietato dalla legge. Quando le ambulanze vanno a recuperare dei ragazzi per strada in coma etilico, e purtroppo il numero di ragazzi recuperati è aumentato, i genitori non si rivolgono ai servizi di assistenza, non affrontano il problema, ma la considerano una ragazzata senza analizzare cosa abbia portato un ragazzo a bere fino ad andare in coma etilico»

Allarmante è anche la facilità con cui questi ragazzi vengono in possesso di bevande a loro vietate. «Molto spesso nei supermercati i cassieri non controllano i documenti dei ragazzi che acquistano alcolici, così come nei pub i gestori somministrano senza problemi alcolici a tutti, senza controllare i documenti e senza considerare che magari quel ragazzo ha già bevuto durante la serata.

Attraverso l' attività di prevenzione si cerca di allontanare i ragazzi del bere, «Ma contro di noi - dice la psichiatra del Sert - sembra essersi messo anche lo Stato che ha speso ben 309.000.000 di euro in pubblicità su bevande alcoliche, così facciamo ancora più fatica».(*)


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)