Ormai i #social network sono diventati qualcosa di indispensabile per moltissime persone. I dipendenti dai social, quindi, sono veramente tanti nel mondo. Dallo studio condotto dall'azienda statunitense Dscount's emerge che il display dello smartphone viene toccato 2.617 volte; inoltre si trascorrono 5 ore al giorno davanti allo schermo del cellulare. Secondo l'antropologo Simon Sinek, i social , così come i giochi d'azzardo, il fumo e l'alcol, favoriscono il rilascio di dopamina, quindi dovrebbero essere posti dei limiti d'età al loro utilizzo.

Dipendenti da Tinder e Dofus

Il video dell'intervista rilasciata da Sinek è decisamente interessante, e non è un caso che su YouTube abbia raggiunto oltre sei milioni di visualizzazioni. Il Fatto Quotidiano ha raccolto molte opinioni di esperti in materia, ricordando che, pian piano, tutti stanno finendo nel tunnel della dipendenza da social network. C'è chi ha riferito di aver conosciuto un 40enne malato di Tinder: ogni giorno fissava tantissimi appuntamenti, anche centinaia, attraverso WhatsApp e, alla fine, si è separato dalla moglie. Una vita in frantumi per colpa di Internet. Claudio, invece, è un 21enne che è è riuscito a battere la dipendenza da Dofus, un noto gioco online. Ora il ragazzo è tornato una persona normale ma non si vergogna di dire che, in passato, non era minimamente interessato alle relazioni umane.

La tecnologia come una baby sitter

Quello della soggezione dei giovani al web e ai social è un grave problema. Bimbi e ragazzi, oggi, usano smartphone e tablet per gran parte della giornata. Non ne possono fare a meno. I genitori, del resto, usano la #tecnologia come una sorta di baby sitter. Tutto ciò è aberrante per lo psichiatra Federico Tonioni, direttore del centro terapeutico per le dipendenze da Internet al Policlinico 'Gemelli' di Roma.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://it.blastingnews.com/cronaca/2017/03/social-network-come-droga-e-alcol-cinque-ore-al-giorno-dedicate-al-cellulare-001545329.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)