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Teenagers, binge drinking e rapporto con la famiglia. Uno studio italiano

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Teenagers, binge drinking e rapporto con la famiglia. Uno studio italiano
 
Fonte: Journal of Health Psychology
 

Titolo originale e autori: Family functioning and binge drinking among Italian adolescents. J Health Psychol, published online 7 February 2012-Laghi F, Baiocco R, Lonigro A, etAL 


Mettere in relazione il fenomeno del binge drinking tra gli adolescenti con i rapporti familiari. Questo l’intento dell’articolo pubblicato sulla rivista Journal of Health Psychology da un gruppo di ricercatori italiani della Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma.
Gli studiosi hanno indagato questa relazione su un campione di 726 adolescenti, di cui 182 ragazze e 544 ragazzi, con età compresa tra i 16 e i 18 anni. I questionari anonimi da compilare contenevano una serie di domande tese ad analizzare la quantità e la frequenza del consumo di alcol da parte dei giovani, l’età del primo consumo, le abitudini del gruppo dei pari e il livello dei rapporti con la propria famiglia.
A seconda delle risposte i teenagers sono stati suddivisi in quattro categorie: “non bevitori”, “bevitori sociali”, “bevitori per ubriacarsi” e “bevitori pesanti”. La relazione con la famiglia invece è stata misurata adottando una scala di valutazione dell’adattabilità della famiglia, della coesione tra i componenti del nucleo familiare, il livello della comunicazione e la soddisfazione nei rapporti con genitori e fratelli.
I risultati hanno mostrato che, oltre la metà dei ragazzi intervistati era composta da binge drinkers (51,65%), seguiti da 228 bevitori sociali (31,40%), 92 bevitori pesanti (12,67%) e 31 non bevitori (4,26%). I “bevitori pesanti” mostravano di essere mediamente più giovani dei “binge drinkers” e di avere un maggior numero di amici bevitori abituali rispetto ai non bevitori. Il fattore alcol è stato usato poi per analizzare i rapporti con la propria famiglia. Dai risultati è emerso che i bevitori pesanti mostravano una minore coesione familiare e un livello più alto di libertà individuale e di assenza di regole. Il loro livello di soddisfazione nei confronti dei rapporti con i parenti è risultato basso accompagnato a scarso dialogo mentre i “bevitori sociali” si rivelano più abili nel ridisegnare i propri rapporti e le regole di convivenza in casa. Anche i “binge drinkers” hanno dei buoni rapporti con la famiglia ma, a differenza dei bevitori sociali, non avvertono la presenza chiara di regole da rispettare. Lo studio, concludono i ricercatori, suggerisce implicazioni per un approccio alla prevenzione che tenga conto anche dei fattori familiari.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)