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Disturbi mentali: attenzione a non fare cronicizzare stati depressivi o ansiosi

 

Disturbi mentali: attenzione a non fare cronicizzare stati depressivi o ansiosi

 I disagi dell’umore vanno prevenuti e monitorati affinché non sfocino in patologie

Il disturbo depressivo lieve e il disturbo d’ansia sono estremamente comuni nella popolazione generale, con una prevalenza di incidenza in quella femminile. 

Nella vita di una donna si succedono tante fasi che, anche a causa degli sconvolgimenti ormonali, espongono a momenti di fragilità che facilmente possono scivolare nello sviluppo di disturbi dell’umore o ansia.  

La sperimentazione di tali forme di disagio, in una certa misura è fisiologica, ma non sempre il disturbo si risolve spontaneamente: vi può essere una cronicizzazione dello stesso che può sfociare, per esempio, nello sviluppo di disturbo depressivo maggiore.

Le donne, poi, per il naturale ruolo sociale che da sempre rivestono nella società, sono spesso deputate all’accudimento dei propri cari e tendono a trascurare eventuali campanelli di allarme per la loro salute che dovrebbero invece indurle a richiedere un consulto medico. 

«Può capitare, per esempio, nel periodo post parto di sviluppare disturbi del sonno, irritabilità, episodi d’ansietà. Di sperimentare rilevanti oscillazioni di peso. Una sintomatologia che, se non trova soluzione rapidamente, deve suggerire il ricorso alle cure mediche» afferma Massimo Cella, Direttore dell’Unità di Psichiatria 1 dell’ASST Bergamo ovest. 

E allora quali sono in concreto i provvedimenti da prendere quando si arriva alla consapevolezza di essere in presenza di un problema di salute mentale?

«Il medico di medicina generale è di solito la prima figura professionale con la quale il paziente si confronta e ha il compito della presa in carico dello stesso. Deve intuire e accertare la reale portata del disturbo e indirizzare verso il percorso di cura più adeguato. Costituisce, dunque, una figura di raccordo fra il paziente e il territorio. Ogni regione italiana, infatti, propone percorsi di cura strutturati in maniera peculiare. Sta al medico di base comprendere l’opportunità di provare a instaurare una terapia farmacologica se necessaria, rimandare il paziente a un approccio psicologico/ psichiatrico oppure avviarlo a un percorso di consulenza avvalendosi delle risorse distribuite su quel territorio».  

 

Proprio a conferma di quanto detto finora il dottor Cella propone un esempio concreto di percorso di cura avviato sul suo territorio: «Nella mia ASST, grazie alla realizzazione di un Progetto Innovativo Regionale, da alcuni anni abbiamo allestito un percorso di sostegno per prevenire e/o intercettare precocemente lo sviluppo di depressione nel post partum. Lo screening inizia già durante la gravidanza, al fine di individuare le donne potenzialmente a rischio e seguirle dopo il parto per sostenerle e impedire loro di sviluppare depressione, quando si ritrovano da sole ad affrontare intere giornate con il loro neonato». 

 



(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

https://www.lastampa.it/2018/10/09/scienza/disturbi-mentali-attenzione-a-non-fare-cronicizzare-stati-depressivi-o-ansiosi-8OprpEc6fFkDox4ADeLlXO/pagina.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)