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Farmaci nei più piccoli, quando si parla di abuso?

Farmaci nei più piccoli, quando si parla di abuso?

 

Farmaci nei più piccoli, quando si parla di abuso?

In compresse, capsule, supposte, sciroppi, spray: ogni anno si prescrivono troppi farmaci ai bambini italiani per curare disturbi spesso risolvibili da soli. Si parla però di abuso quando l'uso dei farmaci non è corretto per quella determinata malattia o per le condizioni del bambino, ma in questa definizione rientra anche l'impiego eccessivo di medicine somministrate senza una vera necessità, così come l'uso di principi attivi mai collaudati nei più piccoli.

Le conseguenze dell'abuso vanno dalle reazioni allergiche (orticaria), ai disturbi gastrointestinali (diarrea, nausea, vomito), al tremore, ma anche a effetti più gravi. Solo il 30 per cento dei farmaci usati in pediatria sono stati sperimentati anche nell'infanzia: della maggior parte delle medicine date ai più piccoli si hanno conoscenze sul dosaggio ideale e sui potenziali effetti collaterali solo nell'organismo completamente sviluppato. In età pediatrica mancano o sono scarsi gli studi clinici, probabilmente perché il settore dei farmaci pediatrici è poco conveniente per le aziende farmaceutiche, ma anche perché sperimentare su un bambino è considerato poco etico.

La responsabilità di tante ricette inutili è ovviamente sempre del medico, che però spesso si confronta con genitori pressanti e ansiosi di uscire dallo studio con una ricetta. Secondo uno studio condotto circa dieci anni fa dall'Istituto Superiore di Sanità (studio APE) per valutare l'appropriatezza delle medicine prescritte, quando da parte del genitore l'aspettativa di un rimedio farmacologico è alta, aumenta di circa 60 volte la probabilità che il medico faccia una prescrizione.

L'abuso di antibiotici, così come quello dei cosiddetti “immunostimolanti”, riguarda anche le infezioni respiratorie ricorrenti, tipiche del bambino che va all'asilo, e che quasi sempre si risolvono da sole e aiutano il bambino a rafforzare il sistema immunitario.

Non c'è invece abuso nei bambini di antiinfiammatori (come il paracetamolo), utilizzati in modo appropriato per abbattere la febbre, così come di cortisonici, prescritti per curare gli attacchi di asma. L'abuso di cortisonici,  i più potenti antiinfiammatori, avviene invece quando sono usati per abbassare la temperatura o per curare un raffreddore.

E' in aumento anche l'uso di psicofarmaci nei più piccoli e negli adolescenti per curare ansia, depressione, iperattività o per risolvere problematiche di qualsiasi tipo (esistenziali, psicologiche, comportamentali).

Ma ecco alcuni consigli per evitare l'abuso di farmaci (anche negli adulti): non ricorrere spontaneamente ad antibiotici ed immunostimolanti, evitare l'autoprescrizione, a meno che non si tratti di un antipiretico (il paracetamolo, per esempio, che abbassa la febbre), limitare l'uso eccessivo di integratori minerali o polivitaminici, inutile quando la dieta è equilibrata, buttare i farmaci avanzati (sia quelli pediatrici, sia quelli per adulti), farsi chiarire dal medico la prescrizione per evitare errori per difetto o eccesso del farmaco e ovviamente tenere le medicine in un posto sicuro e poco raggiungibile dal bambino

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)