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I giovani, l'alcol e gli incidenti oltre le sanzioni

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I giovani, l'alcol e gli incidenti oltre le sanzioni


Otto italiani su dieci sono convinti che la guida sotto l'effetto di alcol e sostanze stupefacenti debba essere severamente punita qualora possa comportare lesioni gravi o, addirittura, la morte di persone. Secondo un'anticipazione del 20° Rapporto Automobile Aci-Censis l'arresto in flagranza ed un serio inasprimento della pena trovano pienamente d'accordo oltre il 45% degli italiani; intanto l'introduzione del reato di omicidio stradale è ancora al vaglio del Parlamento. Il 9%, invece, preferisce pene più severe, ma non condivide l'ipotesi della revoca definitiva della patente. Il fronte dei no è perplesso sull'ipotesi che una norma basti a rendere gli automobilisti più cauti e prudenti: i controlli dovrebbero essere più severi e non le leggi, anche perché il nostro attuale sistema legislativo è già fin troppo "articolato" e non bisogna appesantirlo ulteriormente.


Non sappiamo quale sarà l'esito del dibattito parlamentare circa l'introduzione del reato di omicidio stradale, né nell'attuale legislatura, ormai in dirittura d'arrivo, si deciderà sulla questione. Resta, dunque, sul tappeto un tema estremamente delicato che riguarda soprattutto i giovani. L'alcol e gli stupefacenti costituiscono un rilevante fattore di rischio per la sicurezza stradale, come d'altronde testimoniano le statistiche relative all'incidentalità da cui risulta che la gravità dei sinistri è molto più elevata di notte e nei fine settimana, ovvero in quella fascia temporale riservata, dai nostri ragazzi, al divertimento, spesso ogni oltre limite.


In molti Stati europei, come, per esempio, l'Inghilterra, da diversi anni ormai si è adottata, con notevole successo, la dura linea della intransigenza, la cosiddetta "tolleranza zero", che è riuscita a debellare preoccupanti fenomeni sociali come gli hooligans e la guida in stato di ebbrezza. Nel territorio britannico un giovane ci pensa due volte prima di mettersi al volante sotto i "fumi" dell'alcol, perché sa a cosa va incontro. Ciò, naturalmente, è dovuto anche al fatto che i controlli su strada sono frequenti e chi trasgredisce viene effettivamente punito. Nel nostro Paese, invece, queste due misure sono, per una serie di motivi, particolarmente carenti, con la conseguenza che i trasgressori, sovente, la fanno franca.


In quest'ottica, quindi, ha ragione quel 10% del campione intervistato, riluttante all'inasprimento delle pene, se queste, poi, restano solo sulla carta. Tuttavia, non si può nemmeno negare il valore, in chiave deterrente, di certi cambiamenti: l'omicidio stradale, infatti, aiuterebbe a rafforzare il valore della "guida responsabile". Bisogna capire che mettersi al volante in alterate condizioni psicofisiche (ebbrezza alcolica, uso di sostanze stupefacenti, stanchezza ecc.) significa accettare il rischio di uccidere qualcuno, e, se ciò dovesse accadere, è giusto invocare l'applicazione di pene esemplari. Sempre che, naturalmente, le forze di polizia stradale vengano messe nelle condizioni di presidiare con costanza il territorio. Senza controlli non esistono sanzioni, né prevenzione.


Tuttavia, per quanto rigorose possano essere le norme e la loro applicazione, non è pensabile cambiare i comportamenti, senza intraprendere opportune attività di informazione, educazione e sensibilizzazione, soprattutto fra i giovani che continuano ad essere gli utenti della strada maggiormente a rischio. Quei giovani che, spesso, trovano nella trasgressione, nella sfida alle regole ed al buon senso, nel ricorso all'alcol ed alle droghe una gratificante esperienza di affermazione del sé e di fuga da una realtà frustrante e piena di incertezze. Probabilmente, la migliore risposta da dare ai nostri ragazzi, per arginare una pericolosa deriva nichilista, che alimenta condotte violente ed autodistruttive, è quella di offrire loro sicurezze nel domani. Altrimenti, senza progetti futuri e privi di sogni realizzabili, non potranno trovare altro conforto se non nel rifiuto della realtà e delle sue regole, abbandonandosi ad una visione deformante di salvezza fondata sull'aggressività, la strafottenza ed il disprezzo verso il mondo degli adulti, al duro prezzo che noi tutti conosciamo.


In quest'ottica, quindi, ha ragione quel 10% del campione intervistato, riluttante all'inasprimento delle pene, se queste, poi, restano solo sulla carta. Tuttavia, non si può nemmeno negare il valore, in chiave deterrente, di certi cambiamenti: l'omicidio stradale, infatti, aiuterebbe a rafforzare il valore della "guida responsabile". Bisogna capire che mettersi al volante in alterate condizioni psicofisiche (ebbrezza alcolica, uso di sostanze stupefacenti, stanchezza ecc.) significa accettare il rischio di uccidere qualcuno, e, se ciò dovesse accadere, è giusto invocare l'applicazione di pene esemplari. Sempre che, naturalmente, le forze di polizia stradale vengano messe nelle condizioni di presidiare con costanza il territorio. Senza controlli non esistono sanzioni, né prevenzione. Tuttavia, per quanto rigorose possano essere le norme e la loro applicazione, non è pensabile cambiare i comportamenti, senza intraprendere opportune attività di informazione, educazione e sensibilizzazione, soprattutto fra i giovani che continuano ad essere gli utenti della strada maggiormente a rischio. Quei giovani che, spesso, trovano nella trasgressione, nella sfida alle regole ed al buon senso, nel ricorso all'alcol ed alle droghe una gratificante esperienza di affermazione del sé e di fuga da una realtà frustrante e piena di incertezze. Probabilmente, la migliore risposta da dare ai nostri ragazzi, per arginare una pericolosa deriva nichilista, che alimenta condotte violente ed autodistruttive, è quella di offrire loro sicurezze nel domani. Altrimenti, senza progetti futuri e privi di sogni realizzabili, non potranno trovare altro conforto se non nel rifiuto della realtà e delle sue regole, abbandonandosi ad una visione deformante di salvezza fondata sull'aggressività, la strafottenza ed il disprezzo verso il mondo degli adulti, al duro prezzo che noi tutti conosciamo.


Antonio Coppola presidente Aci Napli


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)