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Adolescenti sempre più connessi e sempre più dis-connessi

Adolescenti sempre più connessi e sempre più dis-connessi

ADOLESCENTI SEMPRE PIU' CONNESSI E DIS-CONNESSI

Social network, app e chat di messaggistica istantanea sono diventati il luogo in cui sempre più bambini e adolescenti trascorrono gran parte della loro giornata. Sono i nativi digitali, coloro che sono nati direttamente nell’era tecnologica, che sanno ragionare e compiere azioni in multitasking e utilizzare contemporaneamente smartphone, tablet e smart-tv. Almeno il 95% degli adolescenti italiani tra i 13 e i 18 anni ha almeno un social network e ne gestisce mediamente 2 o 3 insieme, in parallelo alle app per chattare con gli amici come WhatsApp.


Trascorrono dalle 7 alle 13 ore extrascolastiche con il telefono in mano e la maggior parte di loro lo utilizza anche durante l’orario scolastico e durante la notte come fa il 12% che si sveglia tutte le notti per leggere le notifiche che gli arrivano sullo smartphone.


Se si parla direttamente con loro, sostengono che rappresenta uno strumento per essere sempre connessi ed in relazione con gli altri. È diventato il loro modo di comunicare attorno al quale costruiscono rapporti reali, non virtuali, come credono gli adulti. Lo smartphone veicola in maniera quasi totalitaria le loro relazioni e la quotidianità.


Spesso però assistiamo ad un’eccessiva connessione (overconnected), ad un abuso dello smartphone, ormai diventato una protesi della identità dei più giovani che lo portano ovunque con sé, quasi come fosse la copertina di Linus senza la quale si sentirebbero persi e sarebbero disperati.


I dis-connessi sono coloro che usano lo smartphone in maniera distorta che trasferiscono tutta la loro vita in rete e che si fanno condizionare l’umore a l’autostima dal numero di follower e di like ottenuti nel proprio profilo e ai singoli post. Questo aspetto però li può portare ad esagerare con alcuni comportamenti e a rischiare anche la propria vita pur di fare il selfie che gli altri non riescono a fare per diventare popolari. Una ricerca di approvazione e riconoscimento che porta, secondo i dati dell’Osservatorio sulle Tendenze e sui Comportamenti degli Adolescenti, di cui sono presidente, 1 adolescente su 10 a mettere a repentaglio anche la propria vita per un selfie e a partecipare alle catene social, come fa il 18% dei ragazzi.


Queste catene riguardano mode soprattutto alcoliche, con un importante rischio intossicazione e in alcuni casi coma etilico, mentre altre sono maggiormente legate alla magrezza, al raggiungimento di un corpo statuario, che possono arrivare a favorire l’insorgenza o il mantenimento di un problema della condotta alimentare, anche sotto la soglia clinica, come per esempio le catene chiamate Thigh Gap o arco in mezzo alle cosce, Bikini Bridge o ponte che genera il costume sulla pancia, Collarbone Challenge o Sfida della clavicola, che consiste nel far uscire più fuori il più possibile le ossa della clavicola, Belly Slot o fessura nella pancia e Belly Button Challenge che consiste nel far girare il braccio dietro la schiena fino ad arrivare a toccarsi l’ombelico.


Il selfie sembra “il male” del nostro secolo che intacca tutte le generazioni. Gli adolescenti si fanno dai 3 agli 8 selfie al giorno di media, ma ci sono alcuni di loro che arrivano anche a farsi anche 100 selfie al giorno. Un dato particolarmente allarmante è che il 15,5% condivide TUTTO quello che fa sui social network e su WhatsApp, mettendo a repentaglio la propria privacy, i confini psichici, rendendosi estremamente vulnerabili, a rischio di adescamento e di violazione della propria persona.


Il 18% degli adolescenti, circa 2 adolescenti su 10, è stato adescato online da un adulto sconosciuto, fenomeno che riguarda soprattutto le femmine.


(...omissis...)


Maura Manca


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://adolescienza.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/02/18/adolescenti-sempre-piu-connessi-e-sempre-piu-dis-connessi/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)