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Alcolismo, il dramma dei parenti: da Al-Anon un aiuto concreto

Alcolismo, il dramma dei parenti: da Al-Anon un aiuto concreto

SOFFRONO COME CANI E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA
Il disperato appello dei parenti delle persone afflitte da problemi legati all’alcolismo


Sono riusciti a farmi emozionare di nuovo. Qualche giorno fa, ho ricevuto una telefonata che mi ha  riempito di gioia e, lo confesso, di soddisfazione. Mi chiamavano dalla sede di Ladispoli-Cerveteri degli Alcolisti Anonimi: “L’articolo che avete pubblicato sull’Ortica ha dato coraggio a tante persone. Ci hanno chiamato in molti. E cinque nuove persone hanno deciso di provare a iniziare il cammino con noi. Cinque nuove opportunità. Grazie a tutti voi”.


Galvanizzati da questo splendido risultato, oggi vogliamo ritornare a raccontare del mondo degli Alcolisti Anonimi, parlando però dei loro familiari, che vivono, silenziosamente, lo stesso dramma dei propri parenti. Premettiamo che, oltre agli Alcolisti Anonimi, c’è una seconda associazione, Al-Anon, che opera anche a Cerveteri e a Ladispoli. Questa accoglie i familiari degli alcolisti, e li assiste nel pesante compito di aiutare i propri congiunti a iniziare un percorso di uscita dalla dipendenza dall’alcol.


E’ inutile sottolineare quanto sia importante che un alcolista sia aiutato e sostenuto dalla propria famiglia. Un alcolista abbandonato a se stesso difficilmente avrà la forza di affrontare il demone che vive dentro la sua inseparabile bottiglia. Al-Anon  è una associazione distinta dagli Alcolisti Anonimi, ma lavora in stretta sinergia con loro. E’ praticamente sconosciuta, ma la sua importanza, come vedremo, è fondamentale.


I familiari degli alcolisti sono i primi che si accorgono che c’è un problema dentro casa. Sono loro che vivono in prima persona questo dramma e, sono parole che abbiamo raccolto, “soffrono da cani e non sanno dove sbattere la testa”. Al-Anon li aiuta, per quanto possibile, a vivere più serenamente questa situazione, e li assiste nel convincere i loro parenti alcolisti a iniziare un percorso di disintossicazione all’interno degli Alcolisti Anonimi.


Entrare nell’associazione Al-Anon è facile. Basta avere un parente o un amico che abbia un problema di dipendenza dall’alcol, e si è subito accolti nello stesso ambiente che abbiamo descritto per gli Alcolisti Anonimi. I familiari troveranno solo persone come loro, che hanno avuto lo stesso problema, e che le accoglieranno come un fratello o una sorella, senza fare troppe domande. Gli verrà chiesto solo il nome, ma non il cognome, e anche quello potrebbe essere di fantasia. Verranno accolti in una comunità dove saranno liberi di entrare o uscire a loro piacimento, senza vincoli o regole.


Non troveranno quote da pagare perché l’associazione si autofinanzia con contributi volontari. Così come abbiamo fatto con l’associazione degli Alcolisti Anonimi, siamo riusciti a convincere un’associata di Al-Anon a concederci il privilegio di raccontarci la testimonianza della sua esperienza, drammatica, ma a lieto fine. Crediamo che questo possa essere l’unico modo per rappresentare, con la giusta forza e intensità, il dramma di una moglie che vive accanto a suo marito alcolista. Questa signora non ha chiaramente un nome, come nessuno di loro. E’ anche lei una donna invisibile, ma speriamo che il suo racconto aiuti altre donne e altri uomini con il suo stesso problema a prendere coraggio e a suonare alla porta dell’associazione Al-Anon.


Lei mi ha detto prima che non è necessario bere per soffrire a causa dell’alcolismo. Cosa intendeva?

“Io non ho mai bevuto, sono astemia. Ma ho sofferto lo stesso, in modo terribile, a causa dell’alcolismo”.


Ci racconti

“Tutto è cominciato con mio marito che rientrava a casa un po’ brillo. Ma pensavo: “può capitare ogni tanto”. Nelle cene con gli amici il suo bicchiere era sempre vuoto, e lo riempiva in continuazione. Sentivo che c’era qualcosa che non andava, ma il mio cuore si rifiutava di paragonare mio marito ai barboni che avevo visto tante volte per strada. Così cercavo tutte le giustificazioni possibili ai suoi atteggiamenti. Poi tutto è improvvisamente peggiorato. Era sempre brillo, sempre più chiuso e distante. Ho provato a mettere in pratica tutto quello che potevo fare per farlo smettere di bere. Ma tutto si è rivelato inutile. Non sono riuscita a distoglierlo dal bere, e mi sono sentita sola, svuotata e frustrata.”


A quel punto si è arresa?

“No. Anche se la mia vita era diventata un incubo. Quando non ce l’ho fatta più, ho cercato aiuto dagli Alcolisti Anonimi. Loro mi hanno detto che c’era un gruppo anche per i familiari. Ho pensato: “Ma io che c’entro?”. Il malato era lui, mica ero io. Io non bevevo. Io ero una brava moglie, tenevo bene la casa, ecc.. Ma ho comunque seguito il loro consiglio. Per accompagnare lui negli Alcolisti Anonimi sono entrata prima io in Al-Anon.”


Li sono riusciti ad aiutarla?

I primi tempi rimanevo convinta che il mio unico problema fosse l’alcolismo di mio marito. Poi, piano piano, ho cominciato a vedere la serenità nei volti degli altri familiari che avevano un alcolista in casa, e allora ho pensato: “se ci riescono loro, forse ci posso riuscire anche io”. Ed è stato proprio cosi! A poco a poco, ascoltando le testimonianze delle persone che erano lì da prima di me, ho cominciato a diminuire la rabbia nei confronti di mio marito alcolista, imparando che era una malattia, e che lui non ne aveva colpa. Ascoltando le esperienze degli altri, ho capito che, forse, se mi fossi comportata in modo diverso avrei risolto prima i miei problemi. E così è stato. Oggi frequento Al-Anon da qualche anno, e la mia vita è completamente cambiata. Mio marito, con l’aiuto degli Alcolisti Anonimi, è sobrio ormai da molto tempo, e abbiamo ritrovato la serenità in famiglia.”


(...omissis...)


di Giovanni Zucconi


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.orticaweb.it/soffrono-da-cani-sanno-dove-sbattere-la-testa/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)