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Morte cardiaca improvvisa dopo assunzione di alcol

Morte cardiaca improvvisa dopo assunzione di alcol

Morte cardiaca improvvisa dopo assunzione di alcol

Uno studio pubblicato su Alcohol nel 2019 ha proposto una curva a “J” per illustrare l’effetto dell’alcol sul sistema cardiovascolare, con il punto più basso della curva (consumo leggero/moderato) che corrisponderebbe a un’esposizione ottimale all’alcol potenzialmente favorevole dal punto di vista cardiovascolare, il punto centrale “neutro” corrispondente al non bere e il punto di rischio più elevato associato all’abitudine a bere ingenti quantità di bevande alcoliche, con effetti cardiovascolari deleteri.

Il limite suggerito è ≤ 1-2 bicchieri al giorno; tuttavia, alla luce delle evidenze presentate sul Lancet nel 2018 sulle soglie di rischio alcolico, la quantità totale di alcol non dovrebbe superare 100 g/settimana (vale a dire, 7 drink/settimana negli Stati Uniti o 10 drink/settimana per l’UE o ∼12 drink/settimana per il Regno Unito).

Rimanere al nadir di questa curva a J sembra comunque difficile: molti studiosi hanno sollevato preoccupazioni e diffidenze sulla qualità delle prove relative alla “cardioprotezione” alcol-relata, sottolineando la necessità di ulteriori studi randomizzati e controllati.

Un’altra preoccupazione riguarda il rischio che l’abitudine a bere “moderatamente” porti nel tempo il soggetto a un consumo problematico, dal momento che l’alcol è crea facilmente dipendenza.

Il binge drinking e la Holiday Heart Syndrome

Esiste un corpo crescente di Letteratura che suggerisce il possibile ruolo proaritmico del binge drinking (=“abbuffata di alcolici”; indica l’assunzione di numerose bevande alcoliche in un intervallo di tempo molto ristretto, dell’ordine di poche ore).

L’insorgenza di episodi aritmici in assenza di cardiopatia strutturale dopo “abbuffate etiliche” è talvolta descritta come “Holiday Heart Syndrome” in ragione dell’aumento nel consumo di alcol nei fine settimana o nei giorni festivi.

Questa associazione è stata originariamente descritta da Ettinger e colleghi che hanno osservato 24 pazienti ricoverati in ospedale con fibrillazione atriale dopo aver consumato alcolici durante un fine settimana.

Ricerche successive hanno dimostrato che la Holiday Heart Syndrome può verificarsi anche in soggetti che consumano alcol raramente o mai, ma che occasionalmente si dedicano al binge drinking.

Questo comportamento deleterio può infatti determinare il verificarsi di fibrillazione atriale, flutter atriale, battiti prematuri atriali, frequenti battiti prematuri ventricolari (VPC) e, più raramente, tachicardia ventricolare (VT).

Oltre agli effetti aritmogeni delle intossicazioni etiliche acute, anche l’uso cronico di alcol, soprattutto se ingente e abituale, può causare sia aritmie sopraventricolari, più comunemente fibrillazione atriale, sia aritmie ventricolari, potenzialmente fatali.

Gli effetti pro-aritmici dell’alcol

Numerose revisioni sistematiche e meta-analisi hanno concordemente documentato l’esistenza di un ruolo aritmogeno dell’abuso di alcolici, con aumento dell’incidenza di morte improvvisa con picco all’età di circa 50 anni.

Tuttavia, poiché la maggior parte degli studi sull’argomento sono retrospettivi e si basano su dati riferiti di consumo di alcol ottenuti tramite questionari, esiste un potenziale confondimento dovuto a bias di ricordo.

Per risolvere questo errore, uno studio prospettico di Marcus e colleghi ha utilizzato monitor indossabili per registrare gli eventi cardiaci a seguito di consumo di alcol in tempo reale dimostrando un’associazione causale tra assunzione etilica acuta e incidenza di fibrillazione atriale parossistica.

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

https://www.simlaweb.it/morte-improvvisa-da-alcol/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)