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I DANNI DELL'ALCOL

I DANNI DELL'ALCOL

I danni dell'alcol...

Ogni anno, in Italia, sono riconducibili all'abuso di alcolquasi il 50% degli incidenti stradali, il 9% di tutte le malattie, 30.000 morti.
Vite distrutte, famiglie divise, vittime inermi negli incidenti stradali, questo è lo scenario delle conseguenze dell'alcol.
Chi aiuta un alcolista ad uscirne ridurrà i rischi per la vita di quella persona, ma anche per se stesso e per gli altri cittadini.
Al CUFRAD anche le situazioni di cronicità possono trovare sollievo e la possibilità di vivere una vita migliore.
Il CUFRAD offre percorsi di cura ad intensità variabile in base alla salute del paziente, con la prospettiva della graduale autonomia in base ai risultati terapeutici raggiunti.

I DANNI DELL'ALCOL

Nelle nostre news inseriamo costantemente informazioni ed aggiornamenti sui danni dell'alcol.
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Inoltre tra i link del nostro sito abbiamo inserito, per facilitare una immediata consultazione, il collegamento diretto ad alcuni siti dai quali è possibile reperire le informazioni che possono essere utili per la prevenzione e la cura dell'alcolismo.
Qui ci limitiamo, come introduzione, ad alcune informazioni di carattere generale.

Alcuni SITI UTILI per la consultazione periodica:

DIPARTIMENTO POLITICHE ANTIDROGA www.dronet.org  www.droganews.it www.drogaedu.it

ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' http://www.iss.it/ofad/

Dal 1991, il Ministero della Salute promuove la diffusione di informazioni nazionali ed internazionali sulle dipendenze da sostanze, tramite un progetto realizzato in collaborazione con l'UNICRI. http://www.bollettinodipendenze.it  

OEDT EMCDDA The European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction ( EMCDDA). L'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) si trova a Lisbona , Portogallo. http://www.emcdda.europa.eu  

MEDLINE (Medical Literature Analysis and Retrieval System Online) è un database bibliografico di scienze della vita e discipline biomediche. http://www.oncocare.it/it/Medline.htm  http://www.nursesarea.it/medline-guide2.htm  

FeDerSerD Sito della "Federazione italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze". http://www.federserd.it


CENTRO DOCUMENTAZIONE, STUDI E RICERCA sul fenomeno delle dipendenze patologiche http://www.cedostar.it/alcologia.htm

RETE DEI CENTRI DI DOCUMENTAZIONE sulle dipendenze www.retecedro.net  

Centro alcologico regionale Toscana (CAR) Alcolonline è al servizio di tutti coloro che sono interessati ai temi dell'alcolismo e dei rischi connessi al consumo di bevande alcoliche. www.alcolonline.it

Il Ce.S.Te.P. riunisce medici, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti ed altre figure professionali allo scopo di sviluppare lo studio e la terapia di una serie di disturbi psicologici, con particolare attenzione verso alcune tematiche, principalmente correlate alle dipendenze da sostanze e da comportamenti compulsivi e ai disturbi della personalità. http://www.cestep.it/  

Bollettino per le farmacodipendenze e l'alcoolismo.
Questo sito contiene informazioni sulla normativa, le politiche, le strategie e i progetti di ricerca sulle tossicodipendenze e i fenomeni correlati, in Italia e/o di interesse per il pubblico italiano. http://www.unicri.it/min.san.bollettino/

Società Italiana Alcologia. La SIA è stata fondata in Padova il 28 settembre 1979, su iniziativa di un gruppo di operatori (psichiatri, gastroenterologi, medici legali, igienisti, psicologi, enologi, sociologi) che vedevano nell'approccio multidisciplinare la metodologia più adatta per affrontare su basi scientifiche il complesso problema del rapporto uomo alcol. http://sia.dfc.unifi.it  

Osservatorio permanente sui giovani e l'alcool.
Nasce nel marzo 1991 con l'intento di raccogliere e mettere a disposizione della collettività nazionale informazioni obiettive e scientificamente corrette sulle modalità di consumo di bevande alcoliche e relative problematiche nella popolazione giovanile italiana. http://www.alcol.net/

Il Club degli Alcolisti in Trattamento è una comunità multifamiliare inserita nella comunità locale, che si occupa del trattamento dei problemi alcol-correlati. http://www.aicat.net/

Alcolisti Anonimi d'Italia. I membri di A.A. prestano la loro opera in modo spontaneo e gratuito, in primo luogo per curare se stessi: far parte di A.A. non costa nulla. L'unico requisito per esserne membri è un desiderio di smettere di bere. http://www.alcolisti-anonimi.it/

Alcolisti Anonimi. sito web dei Gruppi Familiari Al-Anon/Alateen Italia http://www.al-anon.it/

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COS'E' L'ALCOL
L'alcol etilico o etanolo è una sostanza liquida ed incolore che si forma per fermentazione di alcuni zuccheri semplici o per distillazione del mosto fermentato. Le bevande alcoliche sono tutte quelle che contengono alcol etilico in una determinata concentrazione indicata per legge nella etichetta della bottiglia.
I problemi alcolcorrelati non esisterebbero senza il bere e pertanto bisogna cominciare a parlare di bere e di alcol. L'alcol non è un alimento, perché il corpo non ne ha bisogno, ma è una sostanza tossica, e quindi dannosa per l'organismo. L'alcol è una droga legale: una sostanza è definita droga dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, quando porta dipendenza, crisi di astinenza e problemi nei rapporti sociali, familiari e del lavoro.
Per gli effetti che provoca sull'uomo, l'alcol è dunque una droga infatti esso:
• Ha potere psicoattivo: altera il funzionamento del sistema nervoso centrale
• Può dare dipendenza fisica e psichica: caratterizzata dall'incapacità di controllare l'assunzione di alcol nonostante il verificarsi di conseguenze negative
• Dà assuefazione: per ottenere lo stesso effetto bisogna aumentare costantemente la dose
• Ha conseguenze sul piano individuale, sociale, e familiare.

I dati che riguardano il problema alcol sono catastrofici: l'alcolismo è un problema sommerso che uccide fino a 60 volte più dell'eroina.
5 milioni di italiani abusano di alcolici e 1/5 di loro, 1 milione, sono alcolisti.
Ogni anno abbiamo 30.000 morti causati direttamente dall'alcol, ed altrettanti come morti indiretti (guida in stato di ebbrezza, suicidi, omicidi).
Anche i bambini vengono coinvolti loro malgrado, infatti 3.000 bambini all'anno nascono con sindrome feto alcolica.
Le affezioni più gravi che colpiscono gli alcolisti sono la cirrosi epatica, il cancro all'apparato digerente, malattie cardiocircolatorie, tubercolosi e ipertensione, l'aggravamento dell'osteoporosi.
Ma non è finita: in 35 incidenti stradali su 100, in oltre metà degli omicidi, in 1/4 dei suicidi, nel 20% degli infortuni sul lavoro, compare come concausa l'alcol.
I costi economici e sociali di questo problema sono anch'essi drammatici, e totalmente passati sotto silenzio: • quasi il 10% dei ricoveri sono legati al bere • dal 20 al 30% dei costi sanitari sono dovuti a patologie legate all'alcolpiù di 25 milioni di giornate lavorative perse

PROBLEMI RELAZIONALI
Quando in una famiglia c'è un problema connesso all'uso di alcol si modificano ruoli e funzioni, rendendo più difficile lo stare insieme quotidiano, si comunica con difficoltà e con rancore, i rapporti e i ruoli cambiano, e i rimproveri, le colpe, cadono sul familiare accusato di bere che si sente così escluso e svalutato.
Possono accadere episodi di violenza di vario tipo, che, in alcuni casi, si protraggono nel tempo.
Anche il lavoro ne risente: stanchezza, difficoltà di concentrazione, piccoli incidenti, distrazioni, assenze dal lavoro rischiano di compromettere il rapporto con i colleghi e lo stesso ruolo professionale e con esso rischiano la stabilità economica e sociale dell'intera famiglia.
Non solo cambiano i ruoli e i rapporti all'interno della famiglia, ma anche quelli della famiglia con la comunità. Cominciano a diradarsi i contatti con gli amici e i colleghi.
Altrettanto succede per le attività sportive o di svago, che sono da sempre un modo per socializzare e stare insieme agli altri. Cambia il ritmo e talvolta il tenore di vita e diventa difficile fare programmi insieme.
La famiglia comincia ad isolarsi e purtroppo viene anche isolata dalla comunità.

PROBLEMI SOCIALI
L'effetto di perdita di controllo indotto dall'alcol è alla base di numerosi episodi di violenza (risse, aggressioni, ecc.).
Inoltre l'attenuazione dei riflessi può avere gravissime conseguenze per quanto riguarda incidenti e infortuni. Si stima che in Italia il 10% (pari a 100.000 infortuni all'anno, di cui 150 mortali) degli incidenti sul lavoro siano da attribuire all'assunzione di alcol.
Sulle strade il 46% degli incidenti vede l'alcol come responsabile principale.

PROBLEMI FISICI

Metabolismo dell'alcool
L'alcool bevuto viene assorbito dall'organismo in minima parte già quando è nella bocca, ed in maggioranza nello stomaco e nell'intestino. La velocità di assorbimento dipende da vari fattori, tra cui la quantità di sostanza bevuta, la concentrazione di alcool nella bevanda o la presenza o meno di cibi nell'apparato digerente. Dallo stomaco, l'alcool passa nel fegato dove è presente una proteina, l'enzima alcool deidrogenasi, che trasforma l'alcol in altri prodotti utilizzabili dall'organismo, quali i lipidi, gli zuccheri, o l'acqua e l'anidride carbonica. La quantità in eccesso che il fegato non riesce a smaltire passa direttamente nel sangue ed è eliminata attraverso i polmoni (l'odore di alcool di chi ha bevuto troppo) o con l'urina. Il processo di trasformazione dell'alcool è però molto lento: il fegato impiega circa 2 ore per trasformare l'alcool presente in un normale bicchiere di vino da 150 ml. Non tutte le persone hanno la stessa capacità di assorbire e metabolizzare l'alcool: in linea generale, la proteina alcool deidrogenasi delle donne lavora più lentamente rispetto a quella degli uomini. È da dire che alcune persone ereditano nel loro patrimonio genetico una maggiore velocità rispetto ad altre. Inoltre, fattori quali il peso o la quantità di acqua presente nell'organismo influenzano la velocità di trasformazione dell'alcol.

L' intossicazione da alcool
L'alcol è una sostanza tossica che avvelena se presente in quantità eccessive: ci sono due diversi tipi di intossicazione: quella acuta, che compare poco tempo dopo aver bevuto grandi quantità di bevande e che dura per il tempo in cui l'alcool non è smaltito, e quella cronica dell'alcolizzato. L'intossicazione acuta è caratterizzata da un senso di eccitazione e di allegria esagerata, accompagnata però da un senso di confusione mentale, di lentezza nel controllare le sensazioni, poca prontezza nel rispondere agli stimoli esterni, di incertezze nell'equilibrio e nel movimento. A questo, può seguire un periodo di depressione e di sonnolenza. In un'intossicazione più grave non si riescono più ad articolare le parole, si ha nausea e vomito, non si riesce a camminare. L'intossicazione cronica è invece tipica di un abuso prolungato di alcool e può portare a malattie gravi e permanenti, come l'anoressia, la gastrite, la cirrosi epatica e altre.
A livello organico dunque, l'assunzione di alcol comporta distuirbi a livello di tutti gli organi principali:
disturbi cardiaci: innalzamento della pressione arteriosa, accelerazione del battito, aritmie
disturbi allo stomaco: vomito in quanto l'alcol è tossico per l'organismo, ulcere, cancro allo stomaco
danni epatici: cirrosi, epatite, cancro al fegato
• danni al sistema riproduttivo; l'assunzione di alcol può anche aumentare il rischio di risultare vittima di stupro o di incorrere in rapporti sessuali non protetti.
disturbi neurologici: perdita di coordinazione psicomotoria, riduzione della capacità di giudizio, rallentamento dei riflessi, distorsione della visione, perdita di memoria, blackout, ecc.

Gli effetti dell'alcol sul cervello
Il cervello umano è davvero un organo straordinario. In uno spazio grande all'incirca quanto un cavolfiore, il cervello contiene i nostri pensieri, le nostre emozioni, percezioni, i nostri sogni e desideri. Sebbene protetto dalle ossa del cranio, il cervello è, però, molto esposto ai danni e alle alterazioni dovute alla mancanza di cibo, alla cattiva ossigenazione, alle intossicazioni e alle sostanze chimiche, incluse le droghe. Gli effetti sul cervello del fumo e dell'alcol sono già stati dimostrati: le lesioni alle cellule e alle sinapsi (le connessioni neuronali), provocate dall'abuso di alcolici, ormai è certo, riducono la nostra massa celebrale e le nostre capacità cognitive. I ricercatori, però, hanno scoperto recentemente che anche un modesto quantitativo di alcol può avere effetti negativi. Benche' il numero dei neuroni sia gia' definitivamente stabilito fin dalla prima infanzia, il cervello continua a presentare fino all'adolescenza un fenomeno chiamato plasticita' neuronale. Esso consiste nella produzione o eliminazione di sinapsi, nella progressiva mielinizzazione di fibre nervose, nelle variazioni della concentrazione di neurotrasmettitori e dei sistemi della loro neutralizzazione, infine nella variazione del numero dei recettori dei differenti neurotrasmettitori. Questi processi di plasticita' neuronale sono controllati, in parte, dagli stessi neurotrasmettitori. Ad esempio, variazioni nelle concentrazioni della dopamina nelle sinapsi possono modificare in piu' o in meno il numero dei recettori di questo neurotrasmettitore. Un ruolo particolarmente importante nei processi di sinaptogenesi svolge l'acido glutammico. Questo neurotrasmettitore eccitatorio agendo in particolari recettori chiamati NMDA decide sul "destino" di certi neuroni e di certe connessioni neuronali.
Poiche' le diverse droghe, come l'alcol, modificano l'azione di differenti neurotrasmettori esse alterano pertanto le normali condizioni nelle quali devono realizzarsi i suddetti processi neurobiologici.
E' prevedibile che l'assunzione di queste sostanze in dosi adeguate e per tempi sufficientemente prolungati possa influenzare lo sviluppo neurobiologico del cervello dell'adolescente e quindi i suoi correlati funzionali: cognitivi emotivi e comportamentali.
Poiche' nel bambino e nell'adolescente i successivi livelli di organizzazione di tipo cognitivo, psicologico, sociologico possono realizzarsi solo se si sono organizzati i precedenti stadi di organizzazione un'alterazione nella maturazione neurobiologica potrebbe avere delle conseguenze a lungo termine.
Studi precedenti avevano, invece, collegato un consumo moderato di alcolici con la diminuzione dei rischi di malattie cardiovascolari. Nella speranza di trovare corrispondenze di questi effetti benefici anche sul cervello, Carol Anna Paul e i suoi colleghi del Wellesley College in Massachusetts hanno sottoposto circa 1.839 adulti, volontari per il Framingham Offspring Study, a una serie di risonanze magnetiche ed esami medici fra il 1999 e il 2000. I volontari erano tutti intorno ai 60 anni di età e nessuno soffriva di demenza senile o di cardiopatie. A ognuno era stato chiesto quanto alcol consumasse alla settimana e in base alle risposte erano stati classificati come astemi, ex-bevitori o bevitori modesti (da uno a sette bicchieri per settimana), moderati (da otto a quattordici) o elevati (più di quattordici per settimane). Circa il 38 per cento degli uomini e più del 44 delle donne erano risultati bevitori modesti.
I ricercatori non hanno riscontrato nessun fattore protettivo nelle masse cerebrali esaminate rispetto all'usuale consunzione dovuta all'età. Al contrario, più una persona era solita bere, più la massa tendeva a diminuire. La massa cerebrale era misurata rispetto al peso complessivo della scatola cranica. Considerate le variabili anagrafiche, del peso e della dimensione del corpo e gli altri fattori, coloro che rientravano nella categoria dei bevitori modesti avevano una massa pari al 78 per cento del volume cranico contro il 70 degli astemi e dei non bevitori. Coloro che si trovavano nella categoria dei bevitori forti avevano una percentuale pari al 77, 3 per cento. E' interessante notare che nonostante ci fosse un maggior numero di uomini posizionati nella categoria dei bevitori medi o forti, la relazione fra volume della massa cerebrale e consumo di alcol non era evidentissima. Fra gli uomini solo confrontando i forti bevitori con gli astemi o i non bevitori si rilevava una sensibile differenza nella massa cerebrale, mentre le donne bevitrici, anche se moderate, mostravano una notevole diminuzione nella massa cerebrale rispetto alle astemie e alle ex bevitrici. Per i ricercatori, questa differenza di genere è dovuta probabilmente a fattori biologici, come per esempio, la minore corporatura e la maggiore sensibilità all'alcol delle donne.
Di seguito viene riportata una tabella che descrive gli effetti dell'alcol sul SNC a diversi livelli di alcolemia:

Alcolemia (g/l) e relativi Effetti (indicativi)

0,2-0,4 Lieve euforia, loquacità, lieve incordinamento motorio ed eventuale moderata riduzione della capacità di giudizio e dell'attenzione
0,5-0,8 Aggravamento dell'incordinamento motorio, riduzione della capacità percettiva, ulteriore riduzione della capacità di giudizio, tendenza alla guida pericolosa
0,8-1,0 Sopravvalutazione della propria abilità alla guida, tendenza a guidare al centro della strada, ritardo evidente nei tempi di reazione
1,0-2,0 Instabilità emotiva, alterazione della memoria, perdita della capacità di giudizio, atassia (incordinamento motorio), disartria (difficoltà nell'articolazione della parola).
2,0-4,0 Ubriachezza profonda, confusione mentale, disorientamento, apatia, marcate alterazioni percettive, midriasi (dilatazione della pupilla), vomito, incontinenza, incapacità di mantenere la stazione eretta
>4,0-5,0 Alcolemia potenzialmente letale: coma, ipotermia, ipoventilazione, ipotensione arteriosa, anestesia

In conclusione si evince che l'assunzione di alcol e di droghe modifica la funzione di alcuni tipi di neuroni nel momento in cui la loro normale attivita' e' importante per creare o eliminare connessioni tra di loro. E' ragionevole pensare che l'assunzione di queste sostanze possa produrre delle alterazioni nello sviluppo del cervello con delle conseguenze funzionali sullo sviluppo psicologico dell'adolescente.
Per via dell'importanza e l'incidenza del fenomeno tali ricerche dovrebbero essere affrontate tramite tecnologie, conoscenze e modelli sperimentali adeguati. Sono gia' disponibili tecniche non invasive, come la PET e la SPECT, che permettono di studiare la funzione di determinati sistemi neuronali anche in clinica.
Ad esempio, chiarire gli effetti neurobiologici delle droghe e dell'alcol nel bambino e nell'adolescente potrebbe permettere efficaci interventi di prevenzione, quali l'identificazione precoce dei bambini con alta probabilita' di diventare alcolisti da adolescenti.
Inoltre la conoscenza reale di questi fenomeni puo' offrire argomenti efficaci nella educazione sanitaria. Crediamo sia molto piu' convincente spiegare perche' queste sostanze non dovrebbero essere assunte anziche' genericamente affermare che fanno male.

CONSUMI E DANNI
In Europa, l'Italia si posiziona tra gli ultimi paesi per il consumo dell'alcol, ma il suo utilizzo tra i giovani è allarmante.
Infatti, nel nostro paese il modello di consumo delle bevande alcoliche è "moderato", in quanto rientra nella tradizione del "bere durante il pasto, in particolare vino". In generale, il consumo di alcol negli ultimi 8 anni ha un trend tendenzialmente stabile, ma risulta un incremento significativo il bere alcolici nei giovani (Indagine Multiscopo Istat), in particolare si sta diffondendo un comportamento simile ai paesi del Nord Europa: binge drinking.
L'espressione "binge drinking" viene associata al consumo eccessivo di alcol in una stessa serata.
Questo fenomeno sociale, comporta un aumento del rischio di incidentalità nei giovani e un derivante costo soprattutto umano nella società.
L'effetto binge drinking è più frequente tra giovani 18-34 anni che hanno comportamenti di consumo a "rischio", ovvero l'abitudine a bere alcolici fuori pasto settimanalmente ed ad ubriacarsi (binge drinking). Nonostante, in Italia, il consumo di alcol è vietato sotto i 16 anni, i ragazzi tra gli 11-15 anni il 19,5 % dichiarano di aver bevuto.
L'80% degli italiani (di 15 anni ed oltre, ovvero 39,5 milioni di adulti e giovani) bevono alcolici almeno una volta in 3 mesi. Fra questi, il 65% (32,1 milioni) sono consumatori regolari, perché consumano uno o più tipi di alcolici (vino, birra, ecc.) almeno una volta la settimana, mentre il 15% (7,4 milioni) sono consumatori occasionali, perché bevono, almeno una volta in tre mesi, con una frequenza inferiore ad almeno un tipo di alcolici una volta la settimana.
La percentuale complessiva di consumatori è progressivamente salita, dal 74% nel 1993, al 77% nel 1997 ed all'80% nel 2000.
Negli ultimi 7 anni sono aumentate le percentuali di consumatori almeno occasionali di alcolici, ma sono rimaste quasi costanti le percentuali di consumatori più assidui, che bevono bevande alcoliche almeno 3 volte la settimana.
Bevono alcolici almeno una volta in 3 mesi l'88% degli uomini (85% nel 1997) ed il 73% delle donne (70% nel 1997).
Fra i consumatori di alcolici, pertanto, gli uomini si confermano ancora in maggioranza.
Negli ultimi 3 anni la percentuale di consumatori, almeno occasionali, è rimasta pressoché costante fra i giovani di 15-24 anni (77%) e' salita dall'80% all'87% fra i giovani adulti di 25-34 anni e dall'80% all'82% fra gli adulti di 35-54 anni.
Inoltre i consumatori regolari tendono ad aumentare fra coloro che hanno più di 35 anni, mentre sia fra gli occasionali sia fra i consumatori a rischio tendono ad essere più rappresentati i giovani al di sotto dei 35 anni.
Riguardo la distribuzione territoriale dei consumatori di bevande alcoliche, a fronte di una complessiva omogeneità dei consumi si conferma la tendenza ai consumi più moderati nelle regioni meridionali e ad un consumo più assiduo nelle aree settentrionali:
- la popolazione del Nord Ovest, che rappresenta il 27,0% dell'intera popolazione italiana, ne rappresenta il 27,4% dei consumatori regolari, il 26,9% dei consumatori occasionali e il 22,5% dei non consumatori;
- la popolazione del Nord Est, che rappresenta il 18,8% dell'intera popolazione italiana, ne rappresenta il 20% dei consumatori regolari, il 14,4% dei consumatori occasionali e il 18,4% dei non consumatori;
- la popolazione del Centro Italia, che rappresenta il 19,4% dell'intera popolazione italiana, ne rappresenta il 18,8% dei consumatori regolari, il 22% dei consumatori occasionali e il 19,7% dei non consumatori;
- la popolazione dell'Italia meridionale, che rappresenta il 34,8% dell'intera popolazione italiana, ne rappresenta il 33,8% dei consumatori regolari, il 36,7% dei consumatori occasionali e il 36,4% dei non consumatori.

Sconvolgenti risultano infine i dati legati all'indice di mortalità collegato alle patologie alcolcorrelate: ogni anno infatti in Italia circa 25 mila decessi sono associati all'alcol e riguardano piu' di 17 mila uomini e circa 7 mila donne. Il dato e' emerso nel corso del workshop promosso dall'Istituto Superiore di Sanita' in occasione dell'"Alcohol Prevention Day".
Il tasso di mortalita' legato all'alcol e' di 35 decessi su 100 mila abitanti per i maschi e di 8,4% decessi su 100 mila abitanti per le donne.
Circa il 10% dei decessi registrati sono da ritenersi, secondo gli esperti, decessi prematuri causati dall'alcol (l'11% tra i maschi e il 5,2% tra le donne).
Le condizioni che presentano la più elevata frequenza di mortalità alcol-attribuibile sono la cirrosi epatica e gli incidenti.
Per i decessi da cirrosi epatica il 47,7% per i maschi e il 40,7% per le donne sono attribuibili all'alcol;
analogamente, il 26,35% e l'11,4% di tutti i decessi che riconoscono la causa di morte in un incidente sono alcol correlati.
Attribuibile all'alcol anche il 5,31% di tutti i tumori maligni maschili e il 3,01% di quelli femminili.
Dagli studi del Centro Oms per la ricerca sull'alcol dell'Istituto Superiore di Sanità appare che gli italiani stanno abbandonando il cosiddetto 'stile mediterraneo del bere', cioè il consumo, in particolare di vino, durante i pasti. Lo 'stile mediterraneo' e' rispettato dalle donne e dagli anziani e da meno del 50% dei maschi adulti. Il 70% delle donne assume a modello del bere quello tradizionale, legato ai pasti. Coloro che bevono lontano dai pasti sono soprattutto i giovani, in particolare tra i 18 e i 24 anni.

(I dati qui sopra riportati sono stati estratti nell'anno 2009 dai seguenti siti web: aicat.net, intrage.it, dronet.it, sistar.it, oed.piemonte.it)

DOMANDE FREQUENTI:
(Tratto dal sito www.beviresponsabile.it  il 2010-04-06)

Cosa si intende per consumo responsabile?
Il consumo responsabile di alcolici è un consumo moderato e consapevole, del tutto compatibile con la vita personale e sociale delle persone. Bere senza avere il controllo, bere nel momento, nel luogo e per motivazioni sbagliate significa invece bere in maniera non responsabile.

Che cos'è l'alcol?
L'alcol alimentare (alcol etilico o etanolo), presente in diversa concentrazione nelle bevande alcoliche, è una sostanza che deriva dalla fermentazione degli zuccheri contenuti nella frutta (il vino), oppure degli amidi di cui sono ricchi cereali (la birra) e tuberi.
L'alcol possiede un proprio valore energetico (7 kcal per g) ed in questo senso deve essere considerato un nutriente anche se le sue calorie vengono in gran parte disperse dall'organismo sotto forma di calore.

Come viene digerito l'alcol dal nostro organismo?
L'alcol ingerito viene assorbito attraverso l'apparato digerente ed entra nel sangue, attraverso cui si diffonde in tutto l'organismo, cervello compreso. Il fegato è l'organo incaricato di trasformarlo e per farlo mette all'opera degli enzimi specifici. L'eliminazione avviene invece per merito dei reni (urina), dei polmoni (respiro) e della pelle (sudore).

Quali effetti ha un abuso di alcol sul nostro organismo?
L'alcol ingerito a forte dosi altera il metabolismo, può influire sulla pressione sanguigna e causare forme di intossicazioni, anche gravi.
Gli effetti dell'alcol sul nostro organismo variano comunque in base alla dose di alcol che si ingerisce, alla concentrazione alcolica della bevanda e al fatto che l'alcol venga ingerito a stomaco vuoto oppure durante e dopo i pasti. Contano, infine, anche la velocità con cui si beve e, naturalmente, le differenze tra individuo ed individuo, quali il peso corporeo, il sesso e lo stato di salute.

Cosa si intende per consumo moderato?
Esistono linee guida condivise dalla gran parte della comunità scientifica che indicano i limiti entro i quali il consumo di alcol si può considerare moderato.
È definita moderata una quantità giornaliera di alcol equivalente a non più di 2-3 Unità Alcoliche (36 grammi) per l'uomo, non più di 1-2 Unità Alcoliche (24 grammi) per la donna e non più di 1 Unità Alcolica (12 grammi) per l'anziano.
Una Unità Alcolica (U.A.) corrisponde a circa 12 grammi di etanolo; una tale quantità è contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico.

Perché le donne in gravidanza non devono bere alcolici?
Bere alcol in gravidanza può creare problemi al nascituro. L'alcol, infatti, è in grado di attraversare la placenta e di arrivare al feto in una concentrazione di poco inferiore a quella presente nel sangue materno.
Sulle cellule e sui tessuti in crescita del feto l'effetto di quantità anche moderate di alcol è particolarmente negativo e può determinare malformazioni alla nascita, soprattutto cerebrali.

Quanto alcol può ingerire chi deve mettersi alla guida?
La quantità di alcol da non superare per non influenzare minimamente lo stato di vigilanza necessario per guidare in modo sicuro cambia in funzione di fattori soggettivi come il sesso, il peso, l'altezza, l'età, lo stato di salute, le condizioni di fatica e di riposo, l'uso di alcuni tipi di farmaci.
L'alcol presente nel sangue di chi beve allunga i tempi di reazione, riduce l'acutezza visiva e ostacola la coordinazione motoria. Bevendo quantità più elevate di alcol la guida diventa sempre più imprecisa e si è incapaci di fronteggiare gli imprevisti.
Per non correre inutili pericoli e non farli correre agli altri è quindi consigliabile non bere affatto prima di mettersi alla guida di un veicolo.

Qual è il valore massimo di alcol nel sangue consentito dalla legge italiana quando si guida?
La quantità di alcol presente nel corpo si definisce alcolemia, che si misura in grammi per litro. La legge italiana stabilisce in 0,50 grammi per litro di sangue (g/l) il limite alcolemico oltre il quale l'influenza dell'alcol risulta un rischio per la guida. Indicativamente, 24 grammi di alcol (due unità alcoliche) sono sufficienti per il sesso femminile a raggiungere il limite legale per la guida; per un uomo il limite si raggiunge con circa 36 grammi di alcol (3 unità alcoliche).
È noto, tuttavia, che già a valori di alcol nel sangue nettamente inferiori ai limiti stabiliti per legge si possono avere effetti pericolosi per la guida come ad esempio la sopravvalutazione delle proprie capacità di controllo. Per questo è ragionevole rinunciare a bere se ci si deve mettere alla guida.

Quali fasce della popolazione sono più vulnerabili ai danni da alcol?
L'organismo delle persone anziane, invecchiando, diventa più sensibile all'effetto dell'alcol e fatica maggiormente a metabolizzarlo. È quindi preferibile che non assumano più di 12 grammi di alcol al giorno, pari ad una unità alcolica (330 ml di birra, 125 ml di vino o 40 ml di un superalcolico).
Anche gli adolescenti rappresentano una fascia di consumatori alla quale bisogna guardare con speciale attenzione: la legge infatti consente loro di comprare bevande alcoliche ma in realtà non possiedono ancora né la capacità di metabolizzare l'alcol in modo completo, né la maturità necessaria a gestire responsabilmente una bevanda alcolica.

Cosa significa dipendenza da alcol?
L'individuo dipendente dall'alcol non riesce a controllarne il consumo e non può fare a meno di bere. Ciò può dipendere da un abuso continuativo di bevande alcoliche, ma anche da una predisposizione genetica o da condizioni ambientali.
Chi soffre di dipendenza da alcol perde progressivamente la capacità di relazionarsi, lavorare ed agire, con evidenti gravi conseguenze personali, familiari e sociali.