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Le Opinioni

Da piccolo violentato da mio padre e abbandonato da mia madre... messo in istituti e poi in affido... e poi mi sono buttato nella dipendenza...

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Da piccolo violentato da mio padre e abbandonato da mia madre... messo in istituti e poi in affido...  e poi mi sono buttato nella dipendenza...

Mi chiamo A. e sono entrato la prima volta presso il CUFRAD nel 2009, rimanendoci solo per 6 mesi. Ho abbandonato il mio percorso perché, in quel momento, non ero pronto per un lavoro d'introspezione che potesse far emergere le mie problematiche, data la mia storia d'infanzia.
Avevo molta difficoltà a fidarmi di qualcuno, e quindi rifuggivo ogni tentativo dell'equipe che mi potesse portare indietro nel tempo a quella che era la mia storia.
Dopo anni, quando ho deciso di riprendere il programma, mi sono reso conto di aver ulteriormente peggiorato la mia situazione: finalmente però ero più consapevole e deciso a lavorare su tutto ciò che riguardava le mie fragilità che spaziano dalla dipendenza affettiva all'uso di cocaina.
Avendo subito violenze da parte di mio padre biologico e l'abbandono da parte di mia madre, ho trascorso diversi anni in istituti per minori ed ho avuto diverse esperienze di affidi temporanei.
All'età di 16 anni ho conosciuto una persona che lavora nel campo della ristorazione e mi ha permesso di lavorare con lui, incoraggiandomi verso l'indipendenza e l'autonomia che potessero alimentare la mia autostima.
All'inizio mi buttavo a capofitto in quest'attività che mi dava soddisfazioni e mi gratificava; con il passare del tempo però ho iniziato a sentire l'esigenza di dover recuperare e concedermi, in qualche modo, tutto ciò che non mi ero potuto permettere nel mio passato.
Ad un certo punto della mia vita ho deciso di sposarmi: ero convinto della scelta, ero felice.
Sono poi arrivati anche i figli, con essi anche responsabilità più grandi di me; mi accorgevo man mano di non essere né preparato, né pronto.
Grosse responsabilità a livello sia affettivo che lavorativo si sono condensate e non sono più riuscito a farvi fronte.
Il mio matrimonio ha iniziato a naufragare ed io, per compensare questo fallimento, mi sono sempre più rifugiato nel lavoro e nelle sostanze, peggiorando ovviamente la situazione sentimentale già molto critica.
In questo periodo, presso il CUFRAD, ho iniziato a ricostruire quella parte di me e della mia infanzia che nessuno ha mai protetto, facendo molta fatica e cercando di scrollarmi di dosso le colpe che mi attribuivo per le violenze subite.
E' stato molto difficile ripercorrere quei periodi, i ricordi molto spesso sono confusi: mi capita tutt'ora di avere dei sogni che sono pezzi della mia vita che riemergono e ancora fanno male.
Durante il mio percorso terapeutico, sia nei vari colloqui individuali che durante i momenti di gruppo, spesso abbiamo affrontato le tematiche dell'abbandono e ho compreso quanto ciò che abbiamo vissuto nei primi anni di vita possa incidere in maniera importante sulla nostra vita.
Nell'ultimo anno mi sono impegnato a guardare in maniera più critica il mio comportamento e l'espressione della mia dipendenza affettiva: spesso succedeva che io intraprendessi relazioni sentimentali con persone che, come me, avevano avuto un passato di abbandono e di violenza.
Analizzando più a fondo, ho compreso che questo bisogno mi stava annullando portandomi a farmi carico dell'altra persona e non considerando i miei problemi.
Ormai da un anno provo ad affrontare questo mio percorso terapeutico nel migliore dei modi; ad oggi ho diversi obiettivi concordati con l'equipe tra cui una maggiore gestione dei miei stati d'ansia, un contatto più diretto con ciò che è la mia sfera emotiva, non anestetizzando le mie emozioni ma cercando di viverle ed ascoltarle, prendendo quindi maggiore coscienza di me e dei miei problemi.