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Università del Minnesota: consumo di alcol e tumore al pancreas

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Il consumo regolare di «soft drinks» potrebbe favorire lo sviluppo di un tumore al pancreas. Non solo gli alcolici, dunque, sarebbero pericolosi, ma anche le bibite a bassa gradazione zuccherate e gasate che tanto piacciono ai più giovani. È quanto appurato da uno studio dell'Università del Minnesota pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention basato sull'analisi dei dati di 60.524 uomini e donne partecipanti al Singapore Chinese Health Study per 14 anni. «Le conclusioni sono però basate su un numero relativamente limitato di casi» sottolinea Mark Pereira, coordinatore dei lavori professore associato alla School of Public Health presso la University of Minnesota.
NESSUN ALLARME - Nell'arco di tempo coperto dalla ricerca gli autori hanno riscontrato 140 casi di carcinoma al pancreas e sono giunti alla conclusione che le persone che consumano due o più «soft drinks» alla settimana hanno un rischio aumentato dell'87 per cento rispetto ai soggetti che non bevono. Nessuna minaccia, invece, dai normali succhi di frutta, anche se a elevato contenuto glicemico. «Sono dati parziali che vanno presi con cautela - precisa Enrico Tempesta, presidente del Laboratorio Scientifico dell'Osservatorio permanente sui giovani e l'alcool - e che per di più riguardano la popolazione cinese, per la quale il pericolo di tumore è diverso dal nostro anche per altri fattori. Esistono infatti notevoli differenze sia a livello genetico che nelle abitudini alimentari che possono influire sull'insorgenza di una neoplasia».
ALCOL, UN RISCHIO CERTO PER 16 TIPI DI CANCRO - Le bevande alcoliche - ormai è un dato assodato da diversi studi internazionali - rappresentano un fattore di rischio soprattutto per i tumori di bocca, faringe, laringe, esofago, colon-retto e mammella e pancreas. Oltre che causa della cirrosi epatica, che è una possibile anticamera del carcinoma del fegato. Non solo: «La lista si allunga fino a comprendere 16 diverse neoplasie per le quali è certo il rapporto effetto-dose - aggiunge Emanuele Scafato, direttore dell' Osservatorio nazionale alcol del Cnesps (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) -, ovvero il pericolo sale quanto più aumenta la quantità d'alcol consumata».
PERICOLO «SOFT DRINKS» - «Le bevande fruttate, zuccherate, con le bollicine sono create soprattutto per i ragazzi, perché incontrano di più il loro gusto - dice Scafato -. E anche se hanno un tasso alcolico ridotto non sono per nulla salutari, specie se bevute sistematicamente o in quantità esagerate». L'eccesso di gli zuccheri, infatti, mette «sotto stress» il pancreas (che crea l'insulina, deputata a metabolizzare gli zuccheri nell'organismo), favorendo - sul lungo periodo - una degenerazione cancerogena delle cellule. Senza dimenticare che livelli elevati di glucosio sono un rischio riconosciuto anche per il diabete. Per questo è bene che anche i più giovani siano consapevoli dei danni a cui vanno incontro. Secondo le indagini 2009 dell'Osservatorio sui giovani e l'alcool, i ragazzi in Italia (13 -24 anni) iniziano a bere, in forme quasi sempre limitate al primo assaggio, intorno ai 13-14 anni e passano al consumo regolare dopo i 15 anni. Devono soprattutto birra o, in misura più contenuta, vino e ancor più limitatamente superalcolici. Beve occasionalmente (almeno una volta negli ultimi tre mesi) il 72 per cento dei 13-24enni, soprattutto se maschi (80 per cento rispetto alle femmine, 64 per cento). Ma il 69 per cento degli studenti italiani (nella classe 16-19 anni) ha bevuto almeno una volta alcolici anche nel corso dell'ultimo mese (erano il 61 per cento nel 1998). Tra gli studenti di 15 anni, poi, (età al di sotto del limite legale) circa la metà (55 per cento dei maschi e 47 delle femmine) ha bevuto alcolici nel corso degli ultimi 30 giorni.
NESSUN DIVIETO, SOLO MODERAZIONE - Liquori, vino, birra, grappa non sono proibiti in assoluto, ma in generale la parola d'ordine è autocontrollo. Proprio quello che solitamente manca nei ragazzi. Infatti, stando agli ultimi sondaggi dell'Osservatorio sui giovani e l'alcool, se il 22 per cento degli italiani si è ubriacato almeno una volta nel corso del 2009 (circa otto milioni di individui in tutto), la percentuale cresce quando si considera la fascia d'età compresa tra i 15 ed i 34 anni, che ha visto esagerare il 38 per cento degli uomini ed il 24 per cento delle donne. Episodi ricorrenti sono stati poi segnalati in particolare tra i 15-24enni (33 per cento contro il 26 dei 25-34enni).