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Abuso di alcol, a Brescia è allarme sociale e sanitario

Abuso di alcol, a Brescia è allarme sociale e sanitario

Abuso di alcol, a Brescia è allarme sociale e sanitario

Si diffonde il fenomeno del binge drinking, che porta a bere grandi quantità di alcol in un breve lasso di tempo

Cresce la domanda di cura per dipendenza da cocaina, rimane stabile fra l’utenza storica il consumo di eroina, si diffondono fra i giovanissimi pericolose droghe sintetiche come la «spice». Ma il problema più esteso rimane l’abuso di alcol: per 4 mila bresciani rappresenta il primo responsabile di dipendenza patologica, seguito da cocaina, eroina/oppioidi e cannabinoidi.

Questa è la fotografia scattata da Ats Brescia sull’universo delle dipendenze nella nostra provincia, scelte come focus tematico della Conferenza annuale sulla salute mentale che ha riunito ieri rappresentanti di istituzioni, realtà socio sanitarie, famiglie e terzo settore. La legge regionale di riforma del sistema sociosanitario del giugno 2016 ha ridefinito il perimetro dell’area di salute mentale, facendovi rientrare anche l’ambito delle dipendenze patologiche: un passaggio importante per la presa in carico, che ha portato Ats Brescia a istituire due nuovi organismi, dedicati al coordinamento della salute mentale e alla neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza, per meglio integrare gli attori e i servizi sulle dipendenze.

Un orizzonte complesso dalle molteplici sfaccettature, che comprende l’abuso di sostanze illecite, l’alcolismo, il tabagismo, il gioco d’azzardo patologico, le dipendenze comportamentali e le doppie diagnosi (in cui l’abuso di sostanze si abbina a disturbi della personalità, depressione o disturbi d’ansia). Sono quasi 147 mila gli assistiti presi in carico nel 2015 per patologia psichiatrica o che avevano avuto una diagnosi di questo tipo negli anni precedenti, pari al 12 per cento della popolazione di Ats Brescia. Se si circoscrive l’analisi alle oltre 92 mila persone prese in carico nel 2015, per il 7 per cento – ovvero 6566 assistiti – i disturbi psichici e comportamentali da uso di sostanze psicoattive rappresentano la patologia prevalente.

«Ma si tratta di numeri ancora sottostimati – avverte il direttore generale di Ats Brescia, Carmelo Scarcella -, perché spesso lo stigma sociale che avvolge queste problematiche porta a rivolgersi a professionisti privati che vengono pagati di tasca propria, invece che chiedere aiuto ai servizi pubblici». Nel 2016 erano 6287 le persone in cura nei servizi per le dipendenze. I dati sono stabili, soprattutto per alcolisti e tossicodipendenti, ma è emblematico come il 17 per cento degli utenti chieda di essere curato in anonimato. «Le tendenze a livello nazionale indicano un calo della domanda di cura correlata all’uso di eroina e oppiacei, e una crescita di quella legata alla cocaina: anche sul nostro territorio, se gli utilizzatori di eroina si concentrano sull’utenza storica, la nuova utenza è riferita alla cocaina come sostanza primaria per il 51 per cento dei casi», sottolinea Maria Angela Abrami del coordinamento e programmazione area Dipendenze Ats Brescia. Un adolescente italiano su tre ha utilizzato almeno una volta sostanze illegali come cannabis e la temibile «spice», sostanza psicoattiva di origine sintetica.

«LE SOSTANZE illegali creano grande allarme sociale, ma sul nostro territorio è l’alcol la dipendenza più diffusa, con implicazioni psichiche e comportamentali – chiarisce Abrami -. L’alcol è socialmente accettato, negli ultimi anni si è registrato un incremento dei consumi da parte delle donne, ma soprattutto si sta affermando il fenomeno del binge drinking, che porta a bere grandi quantità di alcol in un breve lasso di tempo, come nei ritrovi del week end, e che riguarda non solo i più giovani, ma anche la popolazione adulta». Sono pochissimi, peraltro, gli adolescenti che accedono ai servizi (circa il 2 per cento). Iniziano a chiedere aiuto alle strutture pubbliche, invece, gli stranieri, soprattutto per dipendenza da alcol e sostanze illegali, e si conferma l’emergenza tossicodipendenza fra i detenuti delle due case di reclusione bresciane – Canton Mombello e Verziano - con 339 reclusi presi in carico (pari all’11 per cento dell’utenza tossicodipendente complessiva). Fra i detenuti gli assistiti sono più giovani e la cocaina è la sostanza d’abuso primaria prevalente. Dal punto di vista geografico, invece, è nelle valli che si riscontrano maggiori problemi correlati all’utilizzo di sostanze. «Per i molteplici aspetti del fenomeno è necessario un forte coordinamento delle azioni da mettere in campo – sottolinea il direttore sociosanitario di Ats, Annamaria Indelicato -.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.bresciaoggi.it/territori/citt%C3%A0/abuso-di-alcol-a-brescia-%C3%A8-allarme-sociale-e-sanitario-1.6167242

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)